
Un libro emigrato, nella sua visione più sudicia, da bassifondi. I personaggi sono uniti da un filo o meglio una scia di vin chiaretto. Un analisi sui padri e sui loro figli, su un odio viscerale per aver riposto speranze non avverate, per esser stati rovinati da una volontà troppo forte; in fondo, l'amore familiare sotto spirito (come si capisce dal titolo inglese: the brotherhood of the grape). Fantastico Fante, scrittore dallo stile quasi carnale.
In edizione Einaudi c'è la prefazione di Vinicio Capossela, che a Fante deve molti testi e che in comune hanno la nostalgia, la tristezza bastarda.
dedicato A Joyce naturalmente
edit: cazzo stan l'aveva postato nella pagina precendente, beh ottimi gusti almeno!
ora mi leggo il Lupo della steppa di Hesse, poi in caso scrivo accà.










