Per quanto mi piaccia tutto il disprezzo espresso da un Fagiu al vetriolo
nei confronti dei blaugrana, che personalmente odio, e che dietro le sconfitte catalane ci sia sempre dietro, in qualche modo, Lui
, devo dire che sono d'accordo però solo in parte con quello che scrive Fagiu.
Lascio stare tutti i discorsi su Nandrolona e squadra della FIFA, su cui si potrebbero aprire interessanti parentesi
, e dico che il Barcellona è stata una delle 2-3 squadre più grandi della storia per quanto ha dominato (totalmente) nei 3 anni scorsi, dove ha raggiunto il picco di un'evoluzione inesorabile di quel progetto che sembrava un sogno utopistico, pensato, ideato e portato avanti da Cruijff
Non è solo questione di coppe vinte, ma il modo in cui ha ottenuto le sue vittorie, quasi imbarazzanti nei confronti con le sue avversarie. Barcellona - Real Madrid 5-0 ne è il punto più alto, il simbolo. Ed è per questo che l'impresa dell’Inter di Mou, da molti dei detrattori offuscati bollata come “imbarazzante catenaccio”, è stata una delle più grandi imprese sportive della storia. Quello era un Barcellona gigantesco, nonostante Ibra.
Non quello di quest’anno. Che ha avuto bisogno dell’aiutino per avere la meglio di un Milan moscissimo (vedere Lampard e Drogba oggi, per capire cosa intendessi per intensità agonistica e cattiveria). Che non è riuscito ad avere la meglio di un Chelsea in età pensionabile. Che non è mai stato in corsa per la Liga, al di là dei proclami sui 3 punti sicuri “al ritorno al Camp Nou”.
Ecco, il Barcellona di quest’anno non è quello degli anni precedenti.
In difesa è imbarazzante. Io mi ricordo di partite, in cui concedeva sì e no 1 palla da gol agli avversai, nonostante passasse la partita a banchettare nella trequarti avversaria. Non c’è il Pique devastante degli anni passati, gli anni passano anche per Puyol e Mascherano non è un difensore.
Xavi e Iniesta sono irriconoscibili. Io li ho visti in passato pressare per 90 minuti, recuperare palla ed essere sempre a 2 metri, pronti a ricevere il pallone, da CHIUNQUE avesse il pallone del Barça in quel momento. Pazzeschi. Loro sono stati il Barça, il Barça è loro, se non girano, la squadra – tutta – non gira.
Quest’estate c’è stato l’equivoco Fabregas. Un ritorno voluto, sperato, cercato da anni. Tuttavia si è creato un corto circuito tattico. Nel centrocampo con Xavi e Iniesta non funziona (ha infatti passato il mondiale 2010 in panchina), a differenza di Keita o Tourè, polmoni fondamentali, come Busquets. Se lo metti invece in posizione più avanzata devi invece rinunciare ad uno dei due esterni d’attacco, che rappresentano invece la principale risorsa del Barça negli anni precedenti.
Esterni d’attacco... altra nota dolente. Sanchez è un fenomeno, ma Tello e Cuenca sono troppo acerbi. Negli anni passati i tagli di Pedrito (che quest’anno non è lui) e Villa (ora è rotto, ma comunque stava andando male) hanno disintegrato le difese avversarie.
Cosa rimane?
Tutto ciò che già si poteva intravedere come possibile limite, ma che era messo in ombra dall’acceccante luce di un calcio stellare:
Il tichi tochi. L’atavica scarsa concretezza sotto porta. L'illusione impossibile di un Messi come Maradona. La necessità, che diventà costrizione, di dover sempre fare la grandissima azione. La mancanza di un ariete che ti levi di impiccio, quando gli spazi sono intasati. La scarsa esperienza di Guardiola. La totale incapacità a trovare contromisure alle difese, al rigore tattico, al cuore degli avversari.
Sono andato lungo