Secondo me l'unico che ha scritto cose sensate è, come spesso accade, Stefano Benzi su eurosport.com
E' finita. Kaka è un giocatore del Real Madrid. Non volevo dire "io l'avevo detto". Ma già a gennaio in questo blog ipotizzavo che poteva esserci un solo motivo per il quale il Milan non aveva venduto Kaka al Manchester City. Ed è che probabilmente lo aveva già venduto. O comunque aveva già garantito la sua cessione. Non poteva farlo prima delle elezioni e prima della fine di una stagione nella quale il Milan si giocava la Uefa, il titolo o comunque l'accesso alla Champions League.
Ma se è una questione pura e semplice di soldi, quale imprenditore rinuncerebbe a 40 (quaranta!) milioni di euro a cuor leggero con l'esigenza di un bilancio da ripianare?
Più che una rinuncia dettata dalla logica, sarebbe una semplice sciocchezza. E così, a volerla pensare non sporca, ma semplicemente in modo pragmatico, io penso che le cose siano andate diversamente.
A novembre, quando si è profilato il ritorno di Florentino Perez sulla tolda dei Galacticos, il presidente che aveva portato al Real Madrid Zidane, Beckham e Ronaldo, chiama Berlusconi: "Ho bisogno di un acquisto importante, che rigeneri tutto l'ambiente - dev'essere stato il suo ragionamento - non posso prendere subito Cristiano Ronaldo, non potrei mai prendere Messi,... ma posso prendere Kaka. Quanto vuoi?"
E Kaka, che non è quello di due anni fa, così come il Milan non è più economicamente solido, e pronto a investire come dopo la vittoria della Champions League, è nelle condizioni non solo di pensare di vendere: ma anche di doverlo fare.
La trattativa probabilmente si chiude già a gennaio, prima ancora che il Manchester City faccia la sua offerta dopo la quale Kaka resta, e sono tutti contenti. Poi la crisi, la stagione zoppicante, l'eliminazione in Uefa, il finale in affanno, la partenza di Ancelotti,... era anche troppo logico che Kaka partisse. Era solo una questione di tempo.
La cosa che mi fa sorridere, ma non arrabbiare, è che nessuno sembra volersi prendere la responsabilità di questa scelta. La società dice che era difficile tenere il giocatore di fronte a un ingaggio così ingente. Il giocatore dice che sarebbe rimasto a Milano ma che la crisi economica ha costretto il club a fare cassa.
La verità qual è? Probabilmente quella che nessuno dei diretti interessati ha il coraggio di dire: e cioè che l'affare l'hanno fatto tutti. Il Milan, che incassa 68 milioni di euro che oggi come oggi sono una montagna di soldi, Kaka che si dice pronto a vincere tutto con il Real, e a chiudere la carriera con i Galacticos: "Quando scadrà il contratto avrò 33 anni. Potrei rinnovarlo per altri due anni e chiudere la mia esperienza calcistica qui a 35".
Per uno che è appena andato via a malincuore da Milano non è male come biglietto da visita annunciare di voler restare al Real a vita. E a gennaio diceva la stessa cosa di sé al Milan.
Intendo dire... non c'è alcun male nell'ammettere di aver fatto un affare nel calcio di oggi, dove l'affare provano a farlo tutti, persino i dilettanti. E quando i soldi sono così tanti è normale che ci sia chi pensa a mettere a posto i conti e le proprie esigenze. Solo non è così necessario raccontarlo alla gente: vorrei... ma; sarei... però...; avrei... se.
Il condizionale non porta da nessuna parte. E il calcio deve andare avanti.
Kaka lascia il Milan con 193 presenze, 70 gol e sei anni in rossonero portando in dote uno scudetto, una Champions League, una FIFA World Club Cup, una Supercoppa europea e una italiana. Costò 8 milioni di euro. Per uno che doveva fare da rincalzo alle spalle di Rui Costa non è male.
Quanto ci perde il calcio italiano, in termini di immagine, visibilità, prestigio e di indotto negativo (e cioè di quanti altri campioni potrebbero essere portati a cambiare aria seguendo l'esempio di Kakà) proverò a parlare domani.
Ora, se volete scusarmi, mi informo su come prendere il segnale di Real Tv. Che non è il programma di Guido Bagatta.
È stato un affare per tutte le parti: il Milan ha fatto una plusvalenza da 60 milioni e da respiro alle casse, il Real si rilancia alla grandissima a livello d'immagine nell'anno della Champions a Madrid (ed è già virtualmente rientrata dall'esborso grazie a merchandising biglietti e tv...), Kakà va a a giocare in una squadra in cui potrebbero arrivare anche Cristiano Ronaldo, Villa e Xabi Alonso (

) e che se mantiene queste promesse dà infinitamente più garanzie di vittoria rispetto al Milan (a Madrid poi, mica Milano...).
Gli unici che ci perdono, come sempre, sono solo i tifosi. Che perdono Kakà e vedono arrivare Dzeko... Scommettiamo che il Milan perde tra i 3000 e i 5000 abbonamenti?