[quote="ernie ball":2uftynn8]
Per capirci, spiegami cosa intendi per "liberismo puro" e dove e come ha fallito, secondo te. E' possibile che ci si trovi in parte d'accordo. Citami anche qualche alternativa di successo.[/quote:2uftynn8]
Eh, la peppa, che pretese. Per chi mi hai preso? Per il Nobel all'Economia sto ancora studiando
"Liberismo puro": diciamo la roba elaborata dai Chicago boys, Friedman & co., che ha ispirato le più importanti politiche degli ultimi decenni e che tanto piace a Giannino e anche a te, suppongo. So che tu hai in mente anche altre scuole di pensiero, come l'austriaca, la neoclassica, ma non vorrei impelagarmi in una disputa filosofica, se permetti.
"Fallimento" è una parola grossa, non prevede appello. Al momento siamo ancora alla grave crisi sistemica, che il capitalismo ha già dimostrato di poter superare in passato, reinventandosi. Certo, i problemi di fondo restano e si ripresentano periodicamente, ma tant'è.
Nello specifico: l'alta finanza, così com'è, rappresenta una minaccia costante per la vita di milioni, no miliardi di persone, alla mercé di un pugno di grossi speculatori/truffatori. Follia pura.
Idem per il sistema bancario: una parassitosi anche quando è amministrato bene, non solo quando i managers imbrogliano o sbagliano. Chiunque abbia aperto un conto o chiesto un prestito in banca, se ne può rendere conto. Rubano letteralmente i soldi, succhiano il sangue alla popolazione a beneficio di pochissimi, enormi patrimoni privati. Non è solo immorale: è anti-economico. Da ripensare interamente.
Il mercato del lavoro, dietro tutte le incredibili balle sui benefici della flessibilità, riproduce le solite dinamiche da schiavismo ripulito, con continue, impudiche pressioni a ridurre ulteriormente i salari, i diritti e peggiorare le condizioni di vita dei lavoratori, mentre diventa abissale il divario sociale tra questi ultimi e i managers strapagati alla Marchionne, per non parlare della proprietà vera e propria. Da una parte c'è una massa di lavoratori/consumatori/contribuenti che si impoveriscono, dall'altra pochissimi, smisurati patrimoni, solo parzialmente reinvestiti nel circuito. Anche qui, non è solo ingiusto, ma anche assurdo, anti-economico.
"Alternativa di successo". Oddio, siamo già all'argomento definitivo? Sì, vabbé, è meglio dello schiavismo, del feudalesimo, del comunismo sovietico o maoista. Ora possiamo passare a qualcosa di ancora più efficiente, più razionale, meno assurdo e sbilanciato, please?
[quote="ernie ball":2uftynn8]Io, intanto, butto lì che una delle critiche principali della scuola austriaca a Keynes riguarda il ciclo di "boom and bust". Espansione monetaria e forte intervento pubblico nell'economia generano bolle e recessioni drammatiche. La crisi finanziaria americana, favorita (se non causata) dalle politiche disastrose di Greenspan, Clinton e Bush, ne è un esempio abbastanza chiaro.[/quote:2uftynn8]
Buttala pure. Il "boom and bust", mi pare ormai evidente, non è un'esclusiva di Keynes che peraltro, come sai bene, non è più il modello di riferimento del capitalismo da decenni. Presentare Greenspan, Clinton e Bush (Bush!) come Keynesiani e attribuire a ciò la causa di tutti i mali degli USA fa abbastanza ridere, senza offesa. E la vera mazzata all'economia mondiale, non solo statunitense, non è arrivata da interventi statali sbagliati ma da speculazioni truffaldine gigantesche. Vedi [i:2uftynn8]supra[/i:2uftynn8]
[quote="ernie ball":2uftynn8]Nel frattempo, il cambiamento verso il libero mercato di paesi come la Svezia sta favorendo la loro economia e il benessere dei cittadini:
http://www.economist.com/news/special-r ... ern_lights .[/quote:2uftynn8]
L' Economist si fa le seghe perché anche i socialistissimi scandinavi si aprono al libero mercato, con i prevedibili benefici a breve e medio termine già visti sotto Tatcherismo in Gran Bretagna, Reaganomics in USA, la Cina oggi etc. Naturalmente si citano i soliti dati macroeconomici in crescita, la mitica crescita. Come la vivano concretamente la maggior parte delle persone non interessa all'Economist. Ancora meno quello che succederà a lungo termine, cioé più o meno il solito sgonfiamento. Nel frattempo, in Svezia e dintorni avranno forse perso un modello di civiltà, ma questo all'Economist fa solo piacere.