
Nacque il 7 Maggio 1950 a Bridge City, Texas. Si diplomò all'Abilene High School nel 1968. Studiò filosofia e giocò a football all' Abilene Christian University. Sembra che l'abbiano cacciato una prima volta quando fu beccato sul tetto di una casa che ospitava una confraternita studentesca, nudo e armato di arco e frecce fiammeggianti, mentre minacciava il vicino dormitorio di una confraternita rivale: "Ragazzi, pronti a morire?". Una scena degna di John Belushi in "Animal House".
In ogni caso, più che studiare, amava passare le serate a bere e scazzottarsi nei fumosi saloon del Texas: “Boccali di birra, ginocchiate, pugni, gomitate, e potevi scordarti le nobili Regole della Boxe del Marchese di Queensbury".
Mollò l'Università a 19 anni per intraprendere la carriera di Kickboxer, infilando 9 vittorie consecutive riconosciute dalla PKA (Pro Karate Association). Poi decise di passare al più remunerativo pugilato e cominciò ad allenarsi nella palestra di Joe Frazier a Philadelphia, dove imparò i rudimenti della "noble art". Gli esordi non furono incoraggianti: “Ho fatto solo due incontri come dilettante e li ho persi entrambi. Be', mi resi conto che non avevo un gran futuro lì, così sono passato professionista"
Debuttò il 21 Gennaio 1977 con una vittoria per KO alla prima ripresa su Pedro Vega, a El Paso. Alla fine del 1979, ne aveva già inanellate altre 12, sempre per KO. "Tex" non era un fuoriclasse, ma aveva un pugno pesante, una mascella d'acciaio e il fegato per metterli alla prova contro chiunque. Non si montò la testa per le vittorie: “Il più grave errore che un uomo possa commettere è prendersi troppo sul serio. Tutto ciò che faccio è colpire qualcuno in bocca”, confessò. “E' molto più semplice che lavorare per vivere, non facciamone una cosa di grande valore. Farei di tutto pur di non lavorare: se è necessario che combatta con un orso al circo, mettetegli pure i calzoncini e diamoci dentro".
"I giornalisti sportivi sono gli unici ad avere un'occupazione meno costruttiva della mia. Io non faccio altro che picchiare la gente e questi stronzi non fanno altro che scrivere di me".
"La giornata tipo di un pugile professionista? Corri per 45 minuti, ti alleni in palestra un'ora e mezza, e per il resto del tempo te ne stai lì a fare il duro".
Prendeva però sul serio i rischi che il suo sport comporta: “Se combini un casino a tennis, ti fanno 0-15; se combini un casino nella boxe, ti fanno il culo”.
“La cosa più difficile da fare nel ring è trattenersi. Voglio colpire l'altro nelle palle, ma so che non posso.”
Nel 1980 Cobb affrontò il terribile picchiatore Earnie Shavers: "Shavers menava così forte che, se ti colpiva al collo, rischiavi di romperti una caviglia" commentò in seguito. Durante i consueti preliminari del combattimento, quando l'arbitro chiese ai due contendenti se avevano domande da fare, "Tex" domandò: "Posso prenderlo a morsi?". Anche senza usare i denti, riuscì a cogliere la 17 vittoria consecutiva, un KO tecnico all'8° ripresa
Perse l'incontro successivo con il valente Ken Norton, un verdetto ai punti non unanime. Si preparò coscenziosamente per ritornare a vincere contro Michael Dokes: "Questo incontro sarà la cosa più brutale mai vista. Sono rimasto sobrio per 6 settimane e ciò mi rende feroce", annunciò "Tex". Era davvero un sacrificio per lui: "Mi manca molto l'affaticamento da bottiglia. L'astinenza è roba per i monaci, non per me. Questo tipo di vita è sopravvalutato, vi rendete conto che in questo periodo mi capita persino di dormire prima di fare colazione?". Purtroppo non bastò a battere Dokes, che si aggiudicò un altro verdetto ai punti contrastato. Nonostante le due sconfitte, Cobb rimase in ballo tra i pretendenti al titolo: "Se fossi un po' più serio, mi proclamerebbero calamità nazionale".
Non a caso fu invitato ad una cena in onore di grandi pugili del passato e del presente, tra cui Joe Louis, Muhammed Ali, Joe Frazier. Randy si alzò dalla sedia per un brindisi: "Lasciatemi dire che sono onorato di trovarmi in compagnia di alcuni tra i più cazzuti negri della storia!". Un altro invitato, Renaldo Snipes, protestò: "Non me ne starò qui a lasciarmi chiamare così". Cobb lo tranquillizzò: "Rilassati. Quando ho detto "cazzuti" non mi riferivo a te".
Nel 1981 si ruppe un braccio in una rissa da bar a Philadelphia, per salvare il suo amico giornalista Pete Dexter da un banda di teppisti armati di mazze, che volevano fargli pagare un articolo poco lusinghiero sui loro beniamini sportivi. A vederli entrare nel bar, Cobb aveva esclamato: "Spero proprio che sia la squadra di softball"
A causa dell'infortunio, dovette rinunciare a un incontro importante con Mike Weaver, ma una volta guarito altre quattro vittorie lo portarono finalmente a giocarsi il titolo mondiale dei pesi massimi contro il grande campione nero Larry Holmes. A chi gli chiedeva se avesse paura rispose: "No, che diavolo può farmi? Prendermi a pugni? Credete che queste cicatrici me le sia fatte andando a sbattere sulle auto in parcheggio?"
FINE PRIMA PARTE






