La Serie con la S maiuscola di questo primo turno di playoff: Phoenix e San Antonio si incontrano di nuovo dopo la controversa sfida dell’anno scorso, marchiata a fuoco dalla decisione da parte della NBA di sospendere per una partita Boris Diaw e Amare Stoudamire per essere usciti dall’area tecnica della panchina dopo un violento fallo di Robert Horry su Nash a partita sostanzialmente conclusa. Da quella serie di cose ne sono cambiate, soprattutto a Phoenix, ma una è rimasta la stessa: la rivalità tra questi due team non si è mai affievolita.
I Phoenix Suns, dopo l’acquisizione di Grant Hill durante l’estate, hanno capito che quel tipo di gruppo con quel tipo di gioco non avrebbe fatto molta strada nemmeno quest’anno nei playoff e hanno deciso di voltare pagina. L’arrivo di Shaq, dopo un inizio disastroso, sembra aver aggiunto pericolosità in post basso e soprattutto aver liberato mentalmente il teorico numero 2 della squadra, ovvero Amare Stoudamire: il ragazzo infatti, dall’arrivo di Shaq, non si sente più in dovere di essere il co-leader di questa squadra e può concentrarsi solo sul suo gioco, tutto atletismo, rapidità di piedi e tiri dalla media distanza. Il sesto record ad ovest li vede scontrarsi subito con i giustizieri della scorsa stagione, ma se c’era bisogno di risposte dopo aver puntato tutto sul 32 scambiando il miglior difensore della squadra (Marion), ebbene queste arriveranno subito, decretando il GM Steve Kerr come “Genio o Deficiente”, come lui stesso ha ammesso di poter essere definito dopo lo scambio. Il punto di svolta della stagione per i Suns è stato proprio in una sfida contro gli Spurs, precisamente il 9 marzo: in una partita dove si è visto probabilmente il miglior Shaq della stagione, i Suns sono riusciti a portare a casa una vittoria importantissima per classifica e morale, dando la spinta decisiva alla nuova filosofia di gioco adottata da Mike D’Antoni e dall’intera franchigia. Adesso è il momento della verità: Shaq è stato acquistato per i playoff e, senza tanti fronzoli, per opporre una forza seria in post contro lo strapotere Duncaniano delle ultime stagioni. Se dovesse andare male anche stavolta, a Phoenix si potrebbe seriamente pensare di cambiare guida tecnica (a D’Antoni non dovrebbe comunque mancare mercato, dopo le splendide stagioni di questi anni) e ripartire da qualcosa di diverso.
I San Antonio Spurs sono quelli dell’anno scorso, con una primavera sul groppone ed un Kurt Thomas in più. E proprio l’acquisizione dell’ex-Suns potrebbe essere una carta importante sullo scacchiere tattico della serie, visto che nella già citata partita del 9 Marzo il buon Dirty-Kurty ha punito dalla media distanza le difficoltà difensive di Shaq nel seguire il suo uomo al di fuori dell’area pitturata. La stagione è stata un tantinello più difficoltosa in Texas, dato che il ritmo frenetico della Western ha costretto gli Spurs a impegnarsi più a fondo per trovare un buon seeding a metà Aprile. Personalmente, penso che l’andatura più sostenuta, alla quale sono stati costretti ad andare, possa avere un grosso effetto sulla post-season degli Spurs, che hanno un roster di ultra-trentenni di grande esperienza, sì, ma di altrettanto (normalissimo, peraltro) poco atletismo e freschezza fisica. E in una campagna primaverile che si preannuncia molto lunga, la squadra potrebbe pagare il suo dazio al Dio del Tempo. Le motivazioni al gruppo comunque non mancheranno, visto che per alcuni potrebbe essere l’ultimo valzer (Horry, Barry, Stoudamire, Bowen, Finley) prima di un meritatissimo ritiro e il generale Popovich sa benissimo come trattare il proprio gruppo di veterani di tante battaglie. E il repeat negli anni pari non è mai arrivato…
Sul piano tecnico-tattico, di aspetti da considerare ce ne sarebbero svariate decine, ma preferisco inizialmente concentrarmi sull’importanza che rivestirà il post basso in questa serie: come già annunciato da D’Antoni, i Suns sperano che Shaq sia una minaccia degna di essere raddoppiata dalla difesa con uno degli esterni, che sia Ginobili o Bowen, per consentire tiri non contestati all’attacco. Quindi, appoggiarsi molto in post basso per iniziare l’azione a metà campo, e se non si sviluppa niente, pick’n’roll centrale tra Nash e Stat per azionare il lungo più inarrestabile della Lega se servito on the move. Gli Spurs, come già l’anno scorso, tenteranno di mantenere i ritmi bassi e mettere su un lato del campo Duncan e Ginobili, dopodiché osservare la difesa: se Shaq (o Diaw, o per corti periodi Stat) riesce a contenere il caraibico in uno-contro-uno, per i Suns la serie prende tutta un’altra piega; se invece l’esterno di turno, probabilmente Raja Bell, dovrà raddoppiare e lasciare spazio al narizon sul perimetro, per D’Antoni sono in arrivo dosi massicce di mal di testa. E sul contenimento delle penetrazioni di Ginobili e Parker si gioca il secondo grosso punto tattico della sfida: il coaching staff di Phoenix ha l’obbligo di riempire l’area per tenere il dinamico duo franco-argentino lontano dal ferro, ma gli esperti tiratori texani dall’arco sono mortiferi e in questi anni hanno già più di una volta condannato alla sconfitta le avversarie degli Spurs, Suns compresi. Perciò sulla ricerca di un equilibrio STATico si giocheranno le prime due gare in Texas: se i Suns riescono a trovare le giuste misure in difesa e tengono lontano dai falli Stoudamire (una delle chiavi della sconfitta della scorsa stagione), la sfida prende la superstrada in direzione Arizona sorridendo in maniera ammiccante a Nash e compagni.
Gli accoppiamenti saranno Parker-Nash, Ginobili/Finley-Bell/Barbosa, Bowen (che potrebbe finire anche sulle tracce di Nash)/Barry/Udoka-Hill/Giricek, Duncan/Horry-Stoudamire/Diaw, Oberto/Thomas-Shaq. E attenzione a Big Shot Rob: l’anno scorso ha deciso la sfida con una scorrettezza, quest’anno potrebbe decidere di uscire dal letargo e usare metodi a lui più congeniali per dare una spinta decisiva verso la vittoria.
La sfida sembra destinata a risolversi in sette partite e personalmente dò il 51% delle possibilità del passaggio del turno agli Spurs, ma il filo su cui si gioca l’equilibrio di questa sfida è veramente molto sottile. Di sicuro, ci sarà da divertirsi. Buona Serie!
