
Il discorso fatto per Atlanta e Boston può essere applicato anche a Phila contro Detroit. Infatti, si affrontano una squadra di giovani speranze e una di giocatori molto esperti, alla caccia della sesta finale di conference consecutiva e di quell’anello che sembra proprio non voler arrivare da quando coach Brown ha lasciato Motown..
I Detroit Pistons sono la squadra strana per eccellenza: hanno tutte le potenzialità per vincere il titolo da 5 anni a questa parte, ma ne hanno raccolto solo uno, oltre ad un’altra splendida finale contro i San Antonio Spurs. L’anno scorso, la pessima serie contro un LeBron formato “One For The Ages” ha frantumato per l’ennesima volta i sogni della truppa guidata da Flip Saunders, che porta sulle sue spalle la nomea di ottimo allenatore… per la regular season. Già l’anno scorso si era paventata la possibilità che l’ex allenatore di Minnesota lasciasse la franchigia, sia per gli scarsi risultati, sia per il rapporto con la stella della squadra, Rasheed Wallace, andato decisamente a sud. Questa potrebbe essere l’ultima chiamata per lui e per l’intero gruppo: se andasse male ancora, è molto probabile che uno tra Flip e ‘Sheed decida di portare la propria esperienza da qualche altra parte. La stagione è stata in linea con le aspettative della dirigenza, un secondo posto dietro allo strapotere celtico che assicura comunque il vantaggio del campo contro una qualunque delle franchigie dell’ovest, in caso di arrivo in Finale. Nei playoff la strada dovrebbe essere aperta fino alla finale, dove probabilmente collideranno con i Celtics per una serie che tutta la NBA aspetta, visto che le sfide di regular season sono state belle, tirate ed appassionanti e si sono concluse con un bilancio di 2 a 1 in favore dei biancoverdi. Ma meglio non guardare troppo avanti: i Pistons hanno il brutto difetto di essere una squadra Narcisa e mostruosamente conscia delle proprie possibilità, al punto di arrivare a scherzare con l’avversario solo per rendere la sfida un po’ più interessante (esemplificativa di questo concetto è stata la serie contro i Bulls dell’anno scorso).
I Philadelphia 76ers hanno ben assorbito la partenza di Allen Iverson e sono riusciti in un tempo brevissimo a ritornare ai playoff: certo, il basso livello della Eastern Conference da un po’ di anni a questa parte aiuta le franchigie a riemergere, ma il lavoro di Maurice Cheeks è sicuramente apprezzabile, tanto quanto la crescita esponenziale di Andre Iguodala a leader della squadra. Il nuovo AI ha raggiunto una maturità e una completezza di gioco degna di un All-Star e obiettivamente non si capisce perché la convocazione alla partita delle stelle non sia ancora arrivata. Comunque sia, il gruppo di giovani di belle speranze ha lottato fino in fondo per il sesto posto della conference con i “nostri” Raptors, venendo però sorpassato nel rush finale e finendo quindi probabilmente condannato ad una sconfitta veloce. Non un gran dramma, in ogni caso: l’assalto ad un free-agent (probabilmente un lungo) quest’estate potrebbe far tornare i Sixers ad una posizione stabile tra l’èlite della costa Est, prendendo il posto dei Raptors e forse anche degli Wizard, almeno come valore assoluto.
L’unica possibilità per i Sixers è la stessa degli Hawks: correre, correre e ancora correre. Giocando a ritmi lenti, i Pistons diventano sostanzialmente inarrestabili in attacco e opprimenti in difesa, quindi l’unica possibilità per coach Cheeks è quella di giocare un po’ alla Suns vecchia maniera, con lo schema “7 seconds or less”. Contropiede primario e secondario, transizione, pochi passaggi, molti tiri da tre, sperare in buone percentuali e approfittare al massimo dei momenti di distrazione nei quali inevitabilmente i Pistons incapperanno: con questa ricetta, una partita potrebbe anche essere portata a casa, anche perché il bilancio stagionale parla di un 2-2 nelle sfide contro Detroit. E a Philly sembrano averlo capito bene, visto che il sito incita i tifosi alla partecipazione con un chiarissimo “Run With Us”. Gli accoppiamenti sono un tantinello improbi per i giovani corridori: Billups-Miller, Hamilton-Green/Williams, Prince-Iguodala/Young, Wallace-Evans, McDyess-Dalembert indicano un sostanziale dominio in ogni settore del campo, tranne l’ala piccola.
Pronostico: 4-1
Ps. Curiosità: sarà un derby del cuore per Rasheed Wallace, originario di Philadelphia e tifoso Sixers da sempre. Peccato che i tifosi, da sempre non molto favorevoli ai concittadini che non hanno fatto carriera da “profeti in patria” (vero, Kobe?), lo ricoprano di fischi ad ogni esibizione al Wachovia Center. Attenzione: potrebbe arrabbiarsi.
















