Dedicato a tutti coloro che accusano senza mai guardare prima in casa propria, che si proclamano onesti senza conoscere la propria storia, che pensano di poter giudicare gli altri dall'alto della loro superiorità morale, che si ritengono vittime di un complotto ai loro danni, che...
1) GLI SCUDETTI RUBATI: Nel 1910 successe che la Federazione (casualmente...) scelse, in prima istanza, una data per la finale scudetto Pro Vercelli-Inter.Guarda caso in quella data tutta la squadra titolare della Pro Vercelli era già impegnata con la Nazionale Militare. La Pro Vercelli chiese quindi ovviamente lo spostamento della finale scudetto. La Federazione rispose che a loro andava bene se anche l'Inter avesse accettato. L'Inter molto sportivamente rispose di no e la Federazione non esitò a mantenere la data stabilita, del tutto inadeguata. La Pro Vercelli, giustamente indignata per questo gesto vergognoso, mandò in campo la 4^ squadra (i bambini di 11 anni!!!!). L'Inter vinse la partita 10-3 (riuscendo però a prendere 3 gol dai bambini!!) e vinse in questo modo il suo primo scudetto;
2) MAI STATI IN B: Nel 1922 l'Inter arriva ultima, meno punti di tutti, meno gol fatti e più gol subiti. A fine campionato si decide che invece di far salire le squadre che ne hanno diritto bisogna fare i play-out. Non basta. All'Inter viene data come avversario lo Sport Italia, squadra però già fallita da settimane, per cui vince gli scontri diretti a tavolino...
IL COMPROMESSO COLOMBO
Il cosiddetto Compromesso Colombo fu il lodo arbitrale, emesso il giorno 22 giugno 1922 in una villa del Torinese, che sanò la scissione del calcio italiano in due associazioni separate.
La stagione 1921-22 del calcio italiano era stata caratterizzata dallo svolgimento di due distinti campionati. Le grandi e medie società infatti, contrarie all'enorme numero di partecipanti al massimo torneo nazionale, e desiderose di una riduzione dei ranghi, avevano affidato a Vittorio Pozzo il compito di elaborare un progetto di riforma volto ad una drastica compressione delle partecipanti al campionato. Il voto contrario delle piccole squadre, maggioritarie nel Consiglio direttivo della Federcalcio, comportò la fuga delle grandi società, che fondarono la Confederazione Calcistica Italiana ed organizzarono un proprio campionato privato in contrapposizione a quello federale.
Entrambe le associazioni rivali sentirono ben presto la necessità di ricercare una riconciliazione. La Confederazione soffriva di una mancanza di legittimazione, specie a livello internazionale verso la FIFA, mentre la Federazione aveva palesato l'assoluta mediocrità della qualità del gioco fornito nel proprio torneo, oltre al misero seguito di tifosi delle proprie squadre. Dopo mesi di un confronto zeppo di aspre polemiche, la necessità impellente di organizzare la nuova stagione consigliò i due fronti di trovare l'unico punto d'accordo nell'affidare la soluzione della controversia al giudizio di un arbitro individuato nella persona del direttore della Gazzetta dello Sport Emilio Colombo. La proposta federale era quella di organizzare un torneo a 50 squadre - rispetto alle 72, tra padane e toscane, formanti il torneo prima della scissione - strutturato in vari gironi; al contrario i rappresentanti confederali ribadirono la difesa del Progetto Pozzo di un campionato a 24 squadre.
Emilio Colombo emise le sue decisioni il 22 giugno. Il lodo da lui presentato stabiliva che:
le due associazioni sarebbero state riunificate mediante lo scioglimento della Confederazione e il reintegro delle società secessioniste nei ranghi federali;
il campionato 1922-23, ora denominato Prima Divisione, sarebbe stato composto da 36 squadre suddivise in tre gironi;
il nuovo torneo sarebbe stato gestito operativamente dalla Lega Nord e dalla Lega Sud della disciolta Confederazione e ora integrate nell'organigramma della Federazione;
nel girone meridionale si manteneva la solita struttura dei campionati regionali, riservandosi di operare tutte le misure necessarie per elevarne il tasso tecnico;
le vecchie categorie venivano abolite e tutte le squadre affiliate alla Federazione sarebbero state redistribuite su quattro livelli, fra cui la Seconda Divisione, come la Prima, sarebbe stata a carattere nazionale e gestita dalle Leghe Nord e Sud, mentre i vecchi Comitati Regionali federali sarebbero stati relegati all'organizzazione della Terza e della Quarta Divisione;
a partire dalla successiva stagione 1923-24, il campionato sarebbe stato formato da sole 24 squadre mediante la retrocessione di dodici squadre e il blocco una tantum delle promozioni;
la Federazione doveva riconoscere la piena validità del titolo di Campione d'Italia guadagnato dalla Pro Vercelli nel concluso torneo confederale.
Stabilito dunque in 36 il numero delle partecipanti al nuovo campionato, il cavalier Colombo individuò queste formazioni mediante i seguenti criteri:
12 provenienti dalla disciolta Confederazione, e cioè le prime sei classificate di ciascuno dei due gironi ( Pro Vercelli, Novara, Bologna, Mantova, Andrea Doria e Juventus nel gruppo A, Genoa, Alessandria, Pisa, Modena, Padova e Casale nel gruppo B ) ;
12 provenienti dalla Prima Categoria della Federazione, e cioè i campioni e i vicecampioni di ciascuno dei sei gironi regionali ( Sampierdarenese e Speranza Savona in Liguria, Novese e U.S. Torinese in Piemonte, Esperia Como e Cremonese in Lombardia, Petrarca Padova e Udinese in Veneto, Spal e Virtus Bolognese in Emilia, Pro Livorno e Lucchese in Toscana ) ;
6 in ulteriore riconoscimento del tasso tecnico del concluso torneo della Confederazione, e cioè le classificate fino al nono posto di ciascuno dei due gironi ( Verona, U.S. Milanese e Milan nel gruppo A, Legnano, Savona e Torino nel gruppo B ) ;
6 infine determinate da incontri di spareggio, da disputarsi nel più breve tempo possibile, fra 6 squadre federali ed altrettante confederali.
Questo spareggio, che oggi definiremmo play-out, è quello che fu organizzato nella maniera più controversa:
le sei squadre rappresentanti la Federazione sarebbero state individuate a loro volta in un turno preliminare, in gara secca e campo neutro per abbreviare i tempi, fra le terze e quarte classificate dei sei raggruppamenti regionali, e togliendo autoritativamente ogni chance di salvezza a numerose squadre peggio piazzate nel campionato federale, ma che comunque non erano certo state retrocesse sul campo;
le sei squadre confederali avrebbero dovuto essere, a rigor di logica, le ultime sei società ad aver acquisito sul campo il diritto a partecipare alla Prima Divisione CCI della stagione successsiva, cioè le decime e undicesime classificate dei gironi, più le due vincitrici dei gironi di Seconda Divisione CCI; senonché la retrocessione dell' Inter, unita al non eccelso stato finanziario delle due neopromosse, consigliò Colombo - che, ironia della sorte, tre lustri dopo diverrà Presidente del Milan - ad annullare parzialmente le retrocessioni avvenute sul campo, dando alla stessa Inter e al Vicenza la possibilità di salvarsi sfidando in un turno preliminare proprio le due neopromosse.
La decisione apparve dunque discutibile, poiché se nei ranghi federali si estromettevano d'ufficio dalla massima serie squadre che avevano pieno diritto a parteciparvi, o almeno a provare a farlo attraverso gli spareggi, al contrario nelle schiere confederali si lanciava una ciambella di salvataggio a formazioni che, secondo le regole del campionato da loro disputato, a quel massimo torneo l'anno successivo non avrebbero più dovuto prendervi parte.
Pubblicato il lodo sulla maggior parte dei giornali il 26 giugno, le squadre interessate agli spareggi furono radunate in fretta e furia in piena estate onde poter cominciare a disputare il turno preliminare subito la domenica successiva, il 2 di luglio. Gli accoppiamenti erano già stati decisi alla fine del lodo. Questi i risultati:
Turno preliminare FIGC
Rivarolese Valenzana 2-0
Pastore Torino Viareggio 4-0
Como Piacenza 1-2
Bentegodi Verona Sestrese 2-7
Parma Treviso 1-2
Libertas Firenze Enotria Goliardo 2-1
Turno preliminare CCI
Sport Italia Milano Inter 0-2*
Derthona Vicenza 4-0
Come si vede, l' Inter fu doppiamente fortunata, perché accoppiata ad una squadra, la misera Sport Italia, che versava in pessime condizioni economiche e che non riuscì a radunare in tempo i suoi giocatori, dando forfait a tavolino ai nerazzurri. Peggior sorte toccò invece al Vicenza, che fu sconfitto dall'emergente formazione tortonese del Derthona, sprecando così il salvagente che le era stato lanciato.
A questo punto era tutto pronto per l'ultimo atto. Le due domeniche successive, il 9 e 16 luglio, si svolsero dunque le sfide valide per l'assegnazione degli ultimi sei posti disponibili per la stagione entrante. Le gare ebbero il seguente esito:
Gare d'andata
Rivarolese Venezia 0-0
Spezia Pastore Torino 1-1
Livorno Piacenza 2-4*
Brescia Sestrese 2-0
Treviso Derthona 0-1
Inter Libertas Firenze 3-0
Gare di ritorno
Venezia RIVAROLESE 1-2
PASTORE TORINO Spezia 2-1
LIVORNO Piacenza 4-1
Sestrese Brescia 5-0
DERTHONA Treviso 1-0
Libertas Firenze INTER 1-1
Gara di spareggio
BRESCIA Sestrese 2-0
La fortuna del Brescia fu il regolamento, che prevedeva di tener conto solo l'esito finale delle due gare, indipendentemente dai gol segnati. Fu così che i cinque gol segnati dalla Sestrese in casa valsero due punti esattamente come i due gol segnati dai lombardi all'andata, imponendo dunque uno spareggio che rappresentò la salvezza per le Rondinelle.
Più polemici invece gli avvenimenti che graziarono il Livorno. In occasione della gara casalinga d'andata, risoltasi in una pesante sconfitta ad opera del Piacenza, vi fu un errore tecnico dell'arbitro in seguito al quale la partita fu annullata. Quando la gara venne ripetuta la domenica successiva, e i labronici si imposero per quattro a uno, gli emiliani sollevarono vibranti proteste e si ritirarono dagli spareggi, perdendo per forfait il ritorno e il proprio posto in campionato.
Da segnalare infine la salvezza dell' Inter, vincitrice a Milano, che riuscì a difendere il vantaggio nel ritorno a Firenze, estromettendo il capoluogo toscano dalla massima serie. Questa seconda gara passò alle cronache perché, secondo la stampa dell'epoca, rappresentò il più massiccio esodo di tifosi in trasferta mai visto fino a quel tempo in Italia.
3) GLI ONESTI: Nel 1971, durante un quarto di finale di Coppa dei Campioni, in Germania contro il Borussia di Muncenglbact, ad inizio ripresa con il risultato ormai pesantemente compromesso, piovve improvvisamente una lattina sul capo di Boninsegna il quale rimase a terra arrotolandosi dal dolore. La gara terminò con il risultato di 7 a 1 per il Borussia. L'Inter fece ricorso sull'accaduto ed anche se le cose apparvero ai più molto strane, (al tempo non esistevano telecamere dietro agli angoli) il peso politico della società neroazzurra sui parrucconi dell'UEFA rispetto ad una piccola provinciale quale erano i Tedeschi, permise la ripetizione della gara che finì per eliminare il Borussia sconfitto poi sul proprio campo. Alcuni anni più tardi, alcuni protagonisti dell'Inter di quella vicenda, (si sanno anche i nomi) ammisero che grazie un abile trucco, riuscirono ad imbrogliare le carte. Nemmeno queste dichiarazioni bastarono nel tempo poi, a punire l'Inter perchè i fatti come spesso accade, caddero in prescrizione;
4)JUVENTINI DOPATI!:Ferruccio Mazzola, fratello minore di Sandro, sulla Grande Inter che negli anni '60 vinse in Italia e nel mondo. «Sono stato in quell'Inter anch'io, anche se ho giocato poco come titolare. Ho vissuto in prima persona le pratiche a cui erano sottoposti i calciatori. Ho visto l'allenatore, Helenio Herrera, che dava le pasticche da mettere sotto la lingua. Le sperimentava sulle riserve (io ero spesso tra quelle) e poi le dava anche ai titolari. Qualcuno le prendeva, qualcuno le sputava di nascosto. Fu mio fratello Sandro a dirmi: se non vuoi mandarla giù, vai in bagno e buttala via. Così facevano in molti. Poi però un giorno Herrera si accorse che le sputavamo, allora si mise a scioglierle nel caffè. Da quel giorno "il caffè" di Herrera divenne una prassi all'Inter». Cosa c'era in quelle pasticche? «Con certezza non lo so, ma credo fossero anfetamine." E poi ci sono i morti:"Il primo è stato Armando Picchi, il capitano di quella squadra, morto a 36 anni di tumore alla colonna vertebrale. Poi è stato il turno di Marcello Giusti, che giocava nelle riserve, ucciso da un cancro al cervello alla fine degli anni '90. Carlo Tagnin, uno che le pasticche non le rifiutava mai perché non era un fuoriclasse e voleva allungarsi la carriera correndo come un ragazzino, è morto di osteosarcoma nel 2000. Mauro Bicicli se n'è andato nel 2001 per un tumore al fegato. Ferdinando Miniussi, il portiere di riserva, è morto nel 2002 per una cirrosi epatica evoluta da epatite C. Enea Masiero, all'Inter tra il '55 e il '64, sta facendo la chemioterapia. Pino Longoni, che è passato per le giovanili dell'Inter prima di andare alla Fiorentina è su una sedia a rotelle, senza speranze di guarigione...». Poi Facchetti... I giocatori di quell'Inter morirono tutti o quasi e allo stesso modo. In tanti. Ma il Guariniello di turno? VERGOGNA!
5) VI DANNO SEMPRE I RIGORI! Rino Tommasi, commentatore televisivo: "Chi ha buona memoria oppure una certa età ricorderà che negli anni sessanta l'Inter di Herrera rimase 99 PARTITE SENZA VEDERSI ASSEGNARE UN RIGORE CONTRO. Quella serie fu interrotta il 19 marzo 1967 all' Olimpico da Concetto Lo Bello che assegnò alla Roma un rigore che però il tedesco Jurgen Schultz sbagliò colpendo la traversa..."
6) MOGGI LADRO!: Nel 1983 Bagni dichiarò che la partita Genoa-Inter 2-3 era stata truccata (denuncia insabbiata)
Campionato 1982/83. Sestultima giornata. A Marassi è in cartellone Genoa-Inter. I rossoblu hanno bisogno di punti salvezza; i nerazzurri, al termine di una stagione sostanzialmente incolore, non devono perdere il treno per l´Europa. Facile prevedere un pareggio. Affari sicuri per il sottobosco del calcio-scommesse. 2-2 all´85´. Salvatore Bagni, allora emergente centrocampista della Beneamata, oggi commentatore Sky, segna il gol del 3 a 2. Nessun interista esulta. Rabbia e ***** negli spogliatoi. Il caso poi si scioglie come neve al sole. Il Palazzo si industria per annacquare il tutto;
7) REGALI AGLI ARBITRI: Anno 2000: E´ l´anno dei "famosi" Rolex giallorossi regalati da Sensi agli arbitri. Platealmente scoperti questi sono costretti a restituire il gentile cadeau. Ma un arbitro più solerte degli altri restituisce anche un elettrostimolatore regalato dalla dirigenza interista, dichiarando di averlo ricevuto dall´Inter e come lui molti altri arbitri professionisti;

GIRAUDO FALSIFICATORE DI BILANCI: Nell'estate 2005 ha luogo una vendita fasulla dei diritti di sfruttamento del marchio Inter in modo da consentirle di truccare i bilanci per 158 milioni di Euro; Si ricorda che non avrebbe potuto partecipare al campionato 2005-06 (quello dello scudetto fittizio); ma Guido Rossi (toh, guarda chi c'è, sempre questo ex dirigente nerazzurro che assegna gli scudetti!) della COVISOC riammette l'Inter ed addirittura concede uno sconto (ricapitalizzazione di soli 40 milioni e non di 158, con decurtazione del 75% del malloppo).
9)MOGGI E IL SUO TELEFONINO: Uno dei (tanti) colloqui tra Gigi Pairetto e Giacinto Facchetti è del 15 settembre 2004. Sono le 12,59. Al centro della telefonata ci sono le valutazioni sugli arbitri di Champions League e alcune tessere dell'Inter destinate a Pairetto.( l'Inter era in un girone con il Valencia, il Werder Brema e l'Anderlecht )
Ecco il testo di quella telefonata:
FACCHETTI: e li han già deciso poi per le prossime partite ?
PAIRETTO: si sulla seconda c'è Meier eh poi ok.
FACCHETTI: sulla seconda quella con...
PAIRETTO: qual è non non
FACCHETTI: non con il Valencia
PAIRETTO: non quella... l'ult... qual è la terza di di
FACCHETTI: la terza
PAIRETTO: quella più importante che avete
FACCHETTI: la terza è con l'Anderlecht, eh la terza è l'Anderlecht
PAIRETTO: non aspetta te lo... ce l'ho di la infatti avevo detto, ho fatto mettere Meier, no allora è la seconda perché era la partita quella importante
FACCHETTI: eh si perché dovrebbe essere
PAIRETTO: allora dovrebbe essere quella adesso te... lo vado a prendere e te lo dico
FACCHETTI: me lo dici
PAIRETTO: te lo verifico si si si e te lo dico
FACCHETTI: grazie
PAIRETTO: e te lo dico subito perché avevo fatto mettere Meier appunto perché è un arbitro molto…
FACCHETTI: si perché li a Valencia
PAIRETTO: affidabile, no no li a Valencia è un ambientino... bello tosto, anche se ieri è stato un bel risultato , lui è stato bravo
FACCHETTI: si si buono abbiamo sofferto fino all'ultimo perché un gol solo non si sa mai
PAIRETTO: si si infatti, poi loro in dieci quindi era un po...
FACCHETTI: eh però sai si sbagliano
PAIRETTO: eh si nel calcio basta un... sbagliare un calcio di rigore
FACCHETTI: eh eh
PAIRETTO: anche psicologicamente no è, non è il massimo quindi
FACCHETTI: eh si ma
PAIRETTO: va bene
FACCHETTI: va bene fammi sapere
PAIRETTO: allora ti chiamo e ti faccio sapere
FACCHETTI: fammi sapere grazie
PAIRETTO: per le tessere invece le hai già...
FACCHETTI: si le tessere sono, guarda abbiamo... pensa che ieri hanno consegnato
PAIRETTO: si
FACCHETTI: le tessere ai consiglieri sono...
PAIRETTO: solo fate adesso proprio
FACCHETTI: sono arrivate talmente in ritardo voi preferivate mandarle a ritirare magari ?
PAIRETTO: io posso magari anche chiedere se va a ritirarle
FACCHETTI: fammi sapere se...
PAIRETTO: magari dico alla persona che può andare a ritirarle in sede ?
FACCHETTI: aspetta aspetta che sento la signora
PAIRETTO: si così eventualmente...
FACCHETTI: Monica, sono al telefono con Pairetto mi chiedeva le loro due te…sono li ? Gli dico di mandare a ritirare almeno cosi eh ? Eh si si, allora mi faccio dire il nome di chi viene a ritirale grazie. Erano li pronte
PAIRETTO: perfetto allora io adesso
FACCHETTI: mi sai dire il nome di chi viene a ritirare ?
PAIRETTO: te lo faccio sapere di chi viene a ritirarle il nome cosi
FACCHETTI: si perché non si sa mai
PAIRETTO: no no se non passa un altro se le prende è chiaro
FACCHETTI: va bene
PAIRETTO: va bene allora così ti dico anche l'al... tutte e due le cose anche l'altra
FACCHETTI: grazie
PAIRETTO: ok grazie
FACCHETTI: ciao
PAIRETTO: buon appetito ciao
10) MOGGI CORRUTTORE: Chi ama il calcio e le grandi storie che soltanto il calcio può raccontare, non può non conoscere Brian Glanville, il più grande scrittore di pallone che l'Inghilterra abbia mai avuto. Sul times Times scrisse: l'Inter del primo Moratti, Angelo papà di Massimo, era sì grande. Ma rubava.
Abbiamo dimostrato che l'Inter corrompeva gli arbitri. E Angelo Moratti non poteva non sapere».
Ci racconti la storia di quel periodo.
«Nel 1973 ricevetti un colpo di telefono da un collega, Charlie Coutts. Un comunista scozzese che ebbe legami con Radio Budapest. Sapeva tutto di Deszo Solti, questo ungherese che muoveva i fili dell'Uefa. Lui e Italo Allodi, negli anni '60 segretario dell'Inter, erano dietro a tutte le manovre sporche.
Lei si riferisce in particolare ad alcuni casi. E dice di avere le prove.
«Nel 1964, nella gara con il Borussia Dortmund, Solti, mosso da Allodi, corruppe l'arbitro: fu scandaloso, Suarez da espulsione, ci furono degli episodi palesemente a favore dei nerazzurri. E lo stesso accadde nel '65, nella semifinale con il Liverpool: gli inglesi vinsero in casa per 3-1, al ritorno l'Inter si impose per 3-0. I primi due gol furono molto, molto dubbi. E, nel 1973, Coutts confermò i miei sospetti. Solti era corrotto ».
Perché nel 1966 non funzionò allo stesso modo?
«L'arbitro Vadas era uno di carattere e non si piegò. Infatti lo eliminarono dalla circolazione, non diresse più partite a livello internazionale. Inter-Real, l'ungherese Gyorgy Vadas fu designato per la sfida: Solti, convinto di poterlo manovrare a suo piacimento, fece i conti senza l'oste. Come dite voi.
Invece...
«E invece, come mi disse Peter Borenich, Vadas si rifiutò e, di conseguenza, Honti, il segretario della federazione ungherese dei tempi, lo mise ai margini. Era Allodi a muovere i fili. E lo stesso accadde anni dopo
Che idea si è fatto delle ultime vicende che hanno stravolto il mondo del pallone? In una parola, Calciopoli.
«Non parlo di cose che non so. Io conosco la realtà degli anni '60 e '70, adesso non saprei. Dico solo che è giusto che la Juve abbia pagato, ma non può essere stata l'unica ».
Lo scrittore inglese: «L'Inter corrompeva gli arbitri negli Anni 60. E per Calciopoli ha pagato solo la Juventus»
11) QUEI FAVOLOSI ANNI '70: Successe che l'Inter, pur di vincere un Mundialito Under 16, decise di barare: facciamo giocare Massimo Pellegrini, che è troppo più forte degli altri. Il problema era che Pellegrini aveva superato l'età utile per partecipare a un torneo Under 16.
Problema presto superato: Pellegrini fu iscritto con il nome di Massimo Ottolenghi, un compagno la cui data di nascita rientrava nei limiti ammessi dal Mundialito. Peccato che l'inghippo fu scoperto: l'Inter fece una figuraccia, e di riflesso anche Massimo Pellegrini. Che però, siccome era troppo forte, entrò presto nel giro della prima squadra e fece il suo esordio in serie A che ancora doveva compiere diciassette anni.
Successe proprio nella sua città, a Roma, all'Olimpico, il 12 dicembre 1982, proprio nell'anno dello scudetto giallorosso. Rimane quella l'unica apparizione di Pellegrini in serie A, perché l'anno successivo, pur bazzicando il giro della prima squadra, il giocatore romano, centrocampista di ordine e di genio e gran tiratore dalla distanza, il campionato lo vede solo in televisione. A ottobre del 1984, viene dunque spedito a farsi le ossa a Monza in serie B: le sue prestazioni convincono i vertici interisti a richiamarlo alla base.
La Disciplinare, il 20 marzo 1981, squalifica per 2 anni il dirigente interista Migliazza e per uno i sodali Fiore e Mereghetti mentre l'Inter viene multata di 5 milioni. Al giovane Pellegrini 6 mesi di sospensione.
12)I BILANCI 2: Gianni Dragoni, Il Sole 24 Ore, 4 novembre 2006 "Acrobazie di bilancio per l'Inter.(...)al 30 giugno 2005, l'Fc Internazionale aveva dichiarato una perdita netta di 118,7 milioni, la più alta nella storia del club, su un valore della produzione (il giro d'affari) di 181,2 milioni. E anche il bilancio al 30 giugno 2004 si era chiuso molto male: 97,9 milioni di perdita netta.
La riduzione del passivo non è la dimostrazione di un improvviso rigore nella gestione del patron Moratti. E' soprattutto la conseguenza di un'operazione di cosmesi contabile realizzata il 29 dicembre 2005: lo scorporo del marchio e la vendita alla Inter Brand srl. Secondo una perizia del professor Giovanni Ossola, il marchio nerazzurro vale 158 milioni di euro. Questo è stato il prezzo della compravendita. Non ci sarebbe nulla di strano se non fosse che la Inter Brand è totalmente controllata dall'Fc Internazionale. Il presidente è Angelomario Moratti, figlio di Massimo, nato nel 1973.Nell'operazione, certificata dal notaio Lodovico Barassi, è emersa una plusvalenza di 158 milioni. Una plusvalenza solo di carta, ma sufficiente nella forma a tappare i buchi di bilancio, almeno secondo il cda guidato da Ernesto Paolillo, da pochi mesi amministratore delegato dell'Inter.
13) JUVENTINI DOPATI: "In squadra c'era chi prendeva pillole". Grigoris Georgatos in contropiede è andato poche volte almeno nei due anni passati ad Appiano Gentile. Oggi, il quasi trentaquattrenne greco alle dipendenze del tecnico norvegese Trond Sollied all'Olympiacos scuote però l'ambiente nerazzurro dalle colonne del quotidiano Ethno Sport. E' una lunga confessione quella di Georgatos, un' intervista che suona come un atto di accusa all'indirizzo di qualche compagno di avventura di allora. "... non ho mai fatto uso di anabolizzanti nella mia carriera, ma ho visto alcune cose ed ho capito cosa stava accadendo...", e ancora: "... il club non aveva niente a che fare, ho visto giocatori prendere pillole e fare iniezioni... l'Inter non c'entrava nulla... c'erano gruppi di persone che rifornivano i giocatori....". L'atto di accusa continua e, senza svelare i nomi dei giocatori, il centrocampista greco disegna comunque un identikit, seppur sbiadito, dei suoi accusati. "... chi gioca per tanti anni ad alti livelli non ha bisogno di ricorrere agli anabolizzanti... chi gioca pochi anni ad altissimi livelli e poi sparisce invece..."
14) LA VERA STORIA DEL PASSAPORTO DI RECOBA: La stagione 1999/2000 termina con il quarto posto dell'inter che però può consolarsi con le brillanti prestazioni del neocomunitario Recoba, il quale infila 10 gol in 27 partite. Il rendimento dell'uruguagio ingolosisce alcune squadre italiane e straniere che meditano di strapparlo ai nerazzurri, grazie all'imminente scadenza contrattuale, allora datata 2001. Il 14 settembre 2000, i calciatori dell’Udinese Warley e Alberto, in trasferta con la squadra, vengono fermati alla frontiera polacca a causa di irregolarità nei loro passaporti, che si rivelano falsi. Ma è solo la punta dell'iceberg: molti altri calciatori del nostro campionato sono in possesso di documenti fasulli e il fenomeno sembra essere assai diffuso. E' il cosiddetto scandalo di “Passaportopoli”, nella cui rete finiscono 14 giocatori (Recoba, Veron, Fabio Junior, Bartelt, Dida, Warley, Jorginho, Alberto, Da Silva, Jeda, Dedè, Job, Mekongo, Francis Zé) e quindici dirigenti (Oriali, Ghelfi, Baldini, Cragnotti, Governato, Pulici, Pozzo, Marcatti, Marino, Sagramola, Briaschi, Salvarezza, Mantovani, Arnuzzo, Ronca). L'Inter ne viene ufficialmente coinvolta il 30 gennaio 2001, quando il pm di Udine, Paolo Alessio Vernì, ordina un'ispezione nella sede della società e nell'abitazione milanese di Recoba: anche il suo passaporto risulta contraffatto. Non solo, la dirigenza dell'Inter era pienamente consapevole del percorso fraudolento del documento, dal momento che non è mai stata presentata alcuna richiesta di rilascio alle autorità italiane, come regolare prassi richiede. L'Inter, secondo i regolamenti, dovrebbe essere sconfitta a tavolino ed essere sanzionata di un punto, per ogni partita in cui ha schierato Recoba come comunitario. Il totale ammonterebbe all'enorme cifra di 56 punti, con la conseguente retrocessione del club nerazzurro, sia che il provvedimento venga applicato nel campionato precedente (il 1999/2000, dove ha ottenuto 58 punti) che in quello ancora in corso (il 2000/2001, a fine anno ne totalizzerà 51). In Francia, per un caso simile, il ST'Etienne (e non il lilla, come avevo detto in un post) venne retrocesso in B con sette punti di penalità. E invece, dopo mille ricorsi, il Gip del Tribunale di Udine, Giuseppe Lombardi ha accolto la richiesta di patteggiamento dell'attaccante uruguayano Alvaro Recoba dell'Inter e del dirigente nerazzurro Gabriele Oriali, infliggendo la pena di sei mesi di reclusione ciascuno (sostituita con una multa di 21.420 euro) per i reati di concorso in falso e ricettazione nell'ambito dell'inchiesta sulle procedure seguite per far diventare comunitari giocatori che non avevano antenati in Europa.
15) Il rigore su "Ronaldo" ed il Campinato rubato:
L'anno 1997/1998, è segnato del famigerato rigore su Ronaldo per il quale si fermò addirittura il parlamento italiano... (Tanto per sottolineare chi annovera i "Santi in paradiso")
Perché di quell'anno si ricorda solo il "rigore su Ronaldo", ma si dimentica del
"rigore su Inzaghi" per fallo di T.West che nella partita di andata lo cinturò in area con una mossa da Wrestler e lo schiantò per terra...
Noi, per la cronaca, perdemmo per 1-0...
Comunque, alla fine di quell'anno l'Inter del "fenomeno" terminò a -5 dalla Juve Campione d'Italia anche perché, nelle partite successive al "fattaccio", pareggiò con il "terribile" Piacenza e perse con lo "schiacciasassi" Bari...
Alla fine della stagione, gli interisti più sfegatati e con la possibilità di usufruire a proprio piacimento del supporto dei media, organizzarono in tutta fretta una trasmissione "processo" che prendeva in considerazione tutti gli errori in favore e contro la Juve e tutti gli errori in favore e contro l'Inter.
A condurre la trasmissione l'interista CHICCO MENTANA coadiuvato da illustri giornalisti sportivi, che come tutti i suoi colleghi di sventura ,non si capacitava di aver perso...
Dopo la vivisezione, con immagini e moviole, dell'intero campionato 1997/1998 e la conta dei favori e torti ad entrambe le squadre, detta trasmissione concluse che la Juve era stata la squadra più penalizzata dagli arbitri e che la classifica finale sarebbe dovuta essere così riscritta:
Juventus da 74 ad 82 punti.
Inter da 69 a 68 punti.
Ben 14 punti di distacco!!!
Questo è emblematico di tutto!!!
La verità è che anche se penalizzati riuscivamo a vincere lo stesso dimostrandoci in tutto il mondo esempio di gestione economica autofinanziata e VINCENTE facendo montare la rabbia e le frustrazioni di società senza "programmazione" come l'Inter, che pretendeva di vincere subito soltanto con il mero impiego di ingenti capitali e scelte dettate da una palese incompetenza, e che intanto si adoperava a falsare il campionato falsificando documenti di giocatori...
La verità è che Noi siamo stati sempre dei Signori, fondatori del famoso stile Juve che nasce e cresce sotto i vessilli del sudato lavoro.
Questa è Storia e non c'è alcun Guido Rossi che la possa cambiare.
16) Gran finale: ma dove li avranno trovati i soldi per comprare e stipendiare Ballotta, Bindi, Carini, Cordaz, Ferron, Fontana, Frey, Frezzolini, Julio Cesar, Mazzantini, Orlandoni, Pagliuca, Peruzzi, Toldo, Adani,Andreolli, Angloma, Bergomi, Bia, Blanc, Brechet, Burdisso, Camara, Cannavaro, Centofanti, Cirillo, Coco, Colonnese, Conte, Cordoba, Domoraud, Favalli,Ferrari, Festa, Fresi, Galante, Gamarra, Georgatos, Gilberto, Gresko, Grosso, Helveg, Macellari, Maicon, Materazzi, Maxwell, Mezzano, Mihajlovic, Milanese, Padalino, Paganin A., Paganin M., Panucci, Pasquale, Pedroni, Pistone, Rivas, Roberto Carlos, Samuel, Sartor, Serena M., Silvestre, Simic, Sorondo, Tarantino, Tramezzani, Vivas, West, Wome, J.Zanetti, Ze Maria, Almeyda, Beati,Berti, Bianchi, Brocchi,Cambiasso, Carbone, Cauet, Cinetti,Dacourt, Dalmat,D’Autilia, Davids, Dell’Anno, Di Biagio, Djorkaeff, Emre, Fadiga, Farinos, Figo, Gonzalez, Guglielminpietro, Ince,Jonk, Jugovic, Karagounis,Kily Gonzales, Lamouchi, Luciano, Manicone, Morfeo, Moriero, Nichetti, Okan, Orlandini, Orlando, Paolo Sousa, Peralta, Pirlo, Pizarro, Seedorf, Seno, Sergio Conceiçao,Sforza, Shalimov, Simeone,Solari, Stankovic, Vampeta, Van Der Meyde, Veron, Vieira, Winter, Zanchetta, Zanetti C., Ze Elias, Adriano, Baggio,Batistuta, Bergkamp, Branca, Caio, Choutos,Colombo, Corradi, Crespo, Cruz, Delvecchio,Di Napoli, Ferrante, Fontolan, Ganz, Ibrahimovic, Kallon, Kanu, Keane Roy, Martins, Mutu, Pacheco, Panchev, Rambert, Recoba, Ronaldo, Russo, Sinigaglia, Sukur, Ventola, Veronese, Vieri, Zamorano, Castellini, Cuper, Hodgson, Lippi, Lucescu, Mancini, Orrico, Simoni, Verdelli, Zaccheroni? Vi dice niente il nome SARAS?