Messaggioda Patavino » 11/09/2011, 16:41
Non poteva iniziare meglio. Ma, finiti i legittimi festeggiamenti per una partita decisamente convincente, è opportuno rimettere i piedi per terra. I motivi sono svariati, dalla pochezza del Parma - Crespo in panchina grida vendetta - al precedente storico della Juve di Ferrara, capace di vincere le prime quattro partite, compreso un sonoro 1-3 a Roma, per poi sciogliersi come neve al sole sul far dell'inverno.
Tatticamente non c'è stata partita, certamente per i meriti di Conte, bravo a proporre un gioco finalmente diverso dalla solita solfa della "palla lunga e pedalare" vista spesso con Del Neri e Ferrara, ma anche per i demeriti di Colomba che, per mettere in difficoltà Madama, avrebbe perlomeno dovuto provare ad attaccarla sul suo punto debole, quel Paolo De Ceglie che, alla prima diagonale della partita, ha causato il rigore della bandiera e si è pure beccato un rosso pesantissimo. Pesantissimo perchè alla prossima partita giocherà Fabio Grosso, non certo Bale ma comunque uno che pur sempre, in termini di tecnica e senso della posizione, ha ancora un paio di piatti di riso da mangiare sulla testa del bel Paolino.
Ciò che è piaciuto di più è stata la capacità di imporre un gioco ben definito, basato sulle illuminazioni di Pirlo, sulla corsa degli esterni e sulle incursioni dei mediani. Tre dettami, un credo calcistico semplice ma, almeno oggi, efficace. Da verificare con avversari di livello superiore, of course.
Di negativo c'è stata solo, se si vuole proprio vedere il pelo nell'uovo, una piccola pecca di presunzione sul 4-0, un tentativo di imitare il Barcellona nei suoi classici dieci minuti finali da "masturbatio amebarum", tentativo che, visti alcuni interpreti non esattamente all'altezza di Xavi, Iniesta e Messi, ha portato al gol su rigore di Giovinco (a proposito, oggi davvero la formica atomica non ha visto il pallone).
Ma forse proprio questa pecca servirà a tenere i piedi per terra e quindi - paradossalmente - suona più come un beneficio che non come una purga.
Andando a vedere i singoli, il podio - personalissimo - è costituito da Pirlo, la cui intelligenza calcistica non si vedeva a Torino dai tempi di Zidane e le cui invenzioni favolose hanno portato ai due (bellisssimi) gol di Lichtsteiner e Marchisio (gol della domenica), da Chiellini, perchè finalmente ha dimostrato la sicurezza che dopo l'addio di Ranieri aveva un po' smarrito e, infine, da Simone Pepe, un giocatore la cui ruvidità tecnica (peraltro il gol non era nemmeno troppo semplice quindi si potrebbe obiettare anche su questa affermazione) è nobilitata da una generosità che ricorda i gregari che fecero grande Madama negli anni '90.
Tra i peggiori (se di peggiori si può parlare) De Ceglie per l'ingenuità finale e per la costante insicurezza, Vucinic per la preoccupante svogliatezza (vanno bene l'affaticamento e la rapina, ma un po' più di brio per tre milioni netti l'anno non avrebbe fatto male) e Krasic, ancora l'ombra del giocatore di un anno fa.
Menzione speciale per il lancio di Del Piero stampato sul palo da Matri (il Nargino, in una giornata non facile, ha comunque preso un palo e segnato un gol regolarissimo ingiustamente annullato).
Nota di merito in fine per Conte, da me apertamente criticato durante l'estate. Deve ancora dimostrare tutto, però caspita se ci tiene a questi colori!