
Tra le serie della Western Conference, questa pare essere quella dal pronostico più scontato: Lakers e Hornets non arrivano bene a questi playoff, ma mentre per LA tutto questo è ampiamente previsto e pronosticabile dallo script dell'ultimo ballo di Phil Jackson sulla panchina gialloviola, l'infortunio di David West toglie a Nola la principale bocca da fuoco della squadra. Insomma, se già non c'erano molte speranze con il roster al completo, senza West gli Hornets sono destinati alle vacanze tra due settimane o meno.
(2)LOS ANGELES LAKERS (57-25)
La classica stagione dei vostri Los Angeles Lakers: litigano, giocano male, perdono due volte con Miami, Bryant s'incazza e tira tutto quello che vede, Jackson tace, Artest fa casino e gioca peggio di tutti, Odom fa i reality con la moglie made in Kardashian, Jamie Buss annuncia che Jackson la mollerà a fine anno, Gasol osserva tutto con regale distacco, Bynum si fa male al ginocchio e Fisher, in mezzo alla tempesta, prova a rimettere d'accordo i membri della squadra che vanno in direzioni ostinate e contrarie. Poi magicamente inizia a sentirsi l'aria primaverile e tutto scompare in una bolla di sapone, fanno 17-1 dopo la pausa dell'All Star Game e pur cazzeggiando nelle ultime giornate staccano il secondo seed della Western, prendendo gli abbordabili Hornets al primo turno ed evitando San Antonio o OKC al secondo... Ci sono modi e modi di essere squadra, poi c'è il modo dei Los Angeles Lakers, due volte campioni NBA che vanno per il secondo three peat del nuovo millennio. Proprio la spinta emotiva di questa impresa e l'ultimo anno in panchina di Phil Jackson saranno le molle che Bryant e compagni useranno per andare avanti nei Playoff: non sarà facile, ma per quanto mi ci sforzi vedo difficile trovare una squadra più forte dei Lakers at their best. Perchè non è solo il fatto di avere in frontline il mostro a tre teste Gasol-Bynum-Odom, che già di per sé è impraticabile per la stragrande maggioranza delle squadre NBA, ma che a questo mostro si aggiunge il mostro dei mostri Kobe Bryant, il più decisivo e mentalmente affamato giocatore del pianeta. Poi ci sono gli Artest, i Fisher, i Brown, i Barnes, i Blake, i Walton: caratteristi dal carattere non facile, ma che quando c'è da giocare sanno dare il loro contributo. Perciò, per quanto i Lakers possano giocare male e siano ad un battito di ciglia dal far saltare tutto in aria, se a Giugno ci sono ancora loro alle Finals non dite che non ve l'avevamo detto.
(7)NEW ORLEANS HORNETS (46-36)
A New Orleans si ritorna a sentire aria di Playoff: dopo la disastrata scorsa stagione, la squadra del nuovo coach Monty Williams si giocherà un primo turno contro i campioni NBA, ma come già detto l'infortunio di David West costringe gli Hornets a dimenticarsi il passaggio del turno. Ciò non significa che non si possa fare una bella figura e vendere cara la pelle, come le partite di Indiana e Philadelphia dall'altra parte ci dimostrano. La stagione degli Hornets, dopo un inizio spettacolare, è stata comunque di discreto livello, potendo contare su un coach emergente come Williams che ha svolto – a mio parere - un ottimo lavoro, specialmente nel dare un'identità difensiva alla propria squadra (94 ppg concessi di media) grazie alle caratteristiche di giocatori importanti come Ariza e Okafor. Tutto comunque passa dalle mani di Chris Paul, che avrà il compito di gestire la totalità delle azioni offensive degli Hornets quasi fosse un quarterback della NFL: dove va lui tutti gli altri lo seguono. Nota di particolare merito per il nostro Marco Belinelli, in assoluto il miglior italiano della stagione: arrivato come merce di scambio per Julian Wright, si è lentamente ritagliato e meritatamente conquistato il posto in quintetto ed alla fine si giocherà una serie di playoff contro il suo idolo (e a quanto pare anche amico) Kobe Bryant. E contando che in un'altra serie avremo Gallinari che se la gioca contro Kevin Durant, per questi Playoff direi che l'Italia non si può proprio lamentare.
Let's talk about X and O's: due squadre anche qui con gli stili quasi opposti. New Orleans fa grandissimo uso del pick'n'roll, sul quale fondano praticamente tutto l'attacco (e ti credo, con Chris Paul!) e dal quale creano le loro situazioni. A costo di ripetersi, mancherà tantissimo la pericolosità perimetrale di David West, che per questa squadra era il principale scorer (18.9 ppg) ed il bersaglio preferito degli assist di CP3: il suo posto verrà preso da Carl Landry, buon giocatore di sistema, ma decisamente non al livello del due volte All Star West. L'unico modo per mettere in difficoltà questi Lakers è sfruttare i problemi al ginocchio di Bynum (rientrerà, ma non si sa in quali condizioni) coinvolgendolo in tutti i pick'n'roll dell'attacco, ed in questo diventa fondamentale il movimento dopo il blocco di Okafor, pronto ad attaccare il canestro immediatamente.
I Lakers, al contrario, sono una delle squadre che gioca meno pick'n'roll della Lega, per la strutturazione intrinseca dell'attacco triangolo, che utilizza il gioco a due solo in caso di ribaltamento sul lato debole. In compenso sono una squadra che ama andare dai propri lunghi in post per sfruttarne i chili e la tecnica sopraffina, e se non riescono a trovare punti nei pressi del ferro possono sempre sfoderare l'arma Bryant, che quest'anno ha segnato “solamente” 25.3 ppg, sì, ma perchè ha giocato 33.9 minuti di media, tenendosi pronto e riposato per i Playoff... Auguri vivissimi a tutti!
Matchups: New Orleans ha l'unico vantaggio nell'accoppiamento tra Paul ed il vecchio Fisher, ma è probabile che per larghi tratti su Paul venga schierato Brown per motivi difensivi oppure Bryant/Artest nei momenti decisivi della partita; in guardia sarà probabilmente Ariza a provare a contenere Bryant, anche se una staffetta che coinvolge anche Belinelli e Green non è da escludere. Artest in ala piccola si marca quasi da solo se è in serata 'off' con la testa, ma in difesa è chiamato a dare il proprio contributo alla causa, cancellando dal campo Ariza, Belinelli o Paul a seconda delle necessità. Sotto canestro le cose si fanno grigie per Nola: Landry, Okafor, Gray, Smith e Mbenga non sono un pacchetto di lunghi che si può opporre ai Lakers di Gasol, Bynum e Odom, e su questa schiacciante superiorità si giocherà il 4-0 o 4-1 della serie.
Fisher (Blake) – Paul (Jack)
Bryant (Brown) – Ariza (Pondexter)
Artest (Barnes) – Belinelli (Green)
Gasol (Odom) – Landry (Smith)
Bynum – Okafor (Gray)
Chiave della serie: i Lakers sono troppa roba per gli Hornets da qualunque angolazione si guardi questa serie, ciò però non significa che non si possa giocare al massimo delle proprie possibilità, provando a dare fastidio ai campioni in carica.




