Ad Est, questa è sicuramente la serie con la più alta probabilità di finire a gara-7: i Boston Celtics ed i Miami Heat sono due squadre che per certi versi si equivalgono, anche se arrivano ai playoff in maniere totalmente opposte. I Celtics hanno concluso una regular season deludente, addirittura con un -12 alla casella W rispetto all'anno scorso (concluso senza Garnett!) e con una serie di problemi di difficile soluzione, tra cui un 3-7 nelle ultime 10; i Miami Heat, invece, dal primo di Marzo in poi hanno fatto registrare un record di 18-4, con uno strepitoso 12-1 per concludere la stagione. Non c'è che dire, come il giorno e la notte.

Della stagione dei Boston Celtics ci sarebbero molte cose da dire, ma una spicca sopra tutte le altre: quello con la maglia n.5 è davvero Kevin Garnett? Eravamo abituati ad un giocatore che non mollava mezzo centimetro, ora ci troviamo davanti uno dei più grandi esempi del 'vorrei ma non posso', a causa della condizione precaria di un ginocchio mai veramente sano. Questi Celtics sono enormemente legati a KG: non è un caso che quando ha mollato lui la difesa biancoverde sia crollata, e se a questo aggiungiamo l'attacco storicamente poco produttivo il record è presto spiegato.
Ma non solo Garnett si trova in difficoltà: l'altro grande leader di Boston, Paul Pierce, ha avuto spesso piccoli acciacchi durante la stagione, saltando qui e là qualche partita, impedendogli di trovare il giusto ritmo sia per dosare le forze sia per recuperarle con calma. La grande fortuna dei Celtics campioni nel 2008 era quella di aver avuto una stagione senza infortuni, negli ultimi due anni invece nessuno è stato sempre a disposizione tranne Rondo.
Molte nubi si sono addensate anche attorno al futuro di Ray Allen e Doc Rivers: il primo diventerà free agent a fine anno ed è stato al centro di ripetuti tentativi di scambio prima della deadline, ed un suo ritorno in biancoverde è da considerarsi molto improbabile; sul secondo invece si sono rincorse voci di addio a fine stagione per alcuni problemi familiari che sarebbero difficili da seguire con i ritmi della stagione NBA.
A tutto questo si sono aggiunte alcune scelte di mercato che si sono rivelate errate: Rasheed Wallace non ha dato quello che ci si aspettava dalla panchina, spesso con un atteggiamento che non dovrebbe esistere nella squadra di Garnett e Thibodeau (… come sono andato?); Tony Allen ha dimostrato di non poter essere 'il nuovo Posey', come era nei piani di Danny Ainge; Marquees Daniels ha fatto dentro e fuori dalle rotazioni per tutto l'anno, deludendo anch'egli; ed infine Nate Robinson... è semplicemente Nate Robinson, anche se Rivers si dice sicuro che la sua energia sarà decisiva in almeno una gara di playoff.
Le note positive comunque non sono mancate: Rajon Rondo ha fatto segnare i career high in punti, assist e rubate, stabilendo anche i record di franchigia nelle ultime due categorie per singola stagione battendo Bob Cousy e Rick Fox (…!!); convincente è stata anche la stagione di Kendrick Perkins (10,1 ppg per lui), che oramai è diventato un legittimo centro d'area NBA dopo tre stagioni al fianco di KG.
Insomma, i Celtics hanno molti problemi e sembra che questo sia l'ultimo ballo per questo gruppo di giocatori, ma c'è qualcuno che si sente davvero sicuro di scommettere contro questi veterani dei parquet NBA? Contro la mistica biancoverde al Garden? Contro la storia? Poi può anche succedere che perdano subito, ma sarà meglio pensarci due volte.

Analizzando la stagione ed il roster di questi Miami Heat, il paragone che mi viene in mente sono i Cavs prima dell'arrivo di Mo Williams: in Florida c'è un grandissimo giocatore che segna con continuità 30+ punti ed un supporting cast di buono ma non ottimo livello, con una grande organizzazione difensiva per sopperire alle mancanze di talento in attacco. Logico che alla fine vadano dove li porta D-Wade: nel caso in cui riescano a rimanere a contatto fino ai minuti finali, la capacità di mettere tiri importanti e di andare in lunetta del 3 saranno determinanti.
Ma non sono solo gli Head ad aspettarsi tanto da Wade, forse è soprattutto lui ad aspettarsi tanto dalla sua squadra: in estate avrà la possibilità di ridiscutere il suo contratto con chiunque e, sebbene in Florida siano pronti a tutto per trattenerlo, può darsi che una brutta uscita dai playoff possa portare uno dei primi cinque giocatori della NBA lontano da dove ha vinto il titolo nel 2006. Peter Vecsey qualche mese fa aveva rilanciato un'indiscrezione proprio di Dwyane riguardo ad un futuro insieme a LeBron per contrastare Kobe, sarebbe fantamercato ma non si può mai sapere...
Coach Spoelstra comunque sembra aver trasmesso finalmente alla squadra le sacre leggi difensive di Pat Riley: nell'ultimo mese quella di Miami è stata la miglior difesa della NBA e tutti i giocatori sembrano aver messo un'altra marcia rispetto alla RS pre-All Star Game.
Prima parlavo di una squadra con poco talento in attacco: questo è parzialmente vero, visto che c'è una grossa eccezione a questa regola e si chiama Micheal Beasley, che si iscrive a pieno diritto a quella schiera di giocatori indecifrabili da cui ci si può aspettare di tutto (come JR Smith e Josh Smith, ad esempio...). Nella sua stagione c'è stata una progressiva presa di coscienza del suo ruolo in squadra e Wade lo ha premiato affidandogli spesso le chiavi della squadra mentre lui era in panchina. Questi playoff saranno determinanti anche per lui visto che l'avversario di turno si chiama Garnett, e nel caso in cui risulti vincitore di questo scontro Miami avrebbe grosse possibilità di passaggio del turno.
Attorno ai due talenti una schiera di role players: Jermaine O'Neal sta spendendo gli ultimi spiccioli di carriera ad alti livelli ma ha ancora una mano educata dalla media distanza, proprio come quella del guerriero Udonis Haslem (occhio alla sua intesa con Wade negli ultimi minuti di partita); in attesa degli scarichi di Wade c'è Quentin Richardson, che tira col 40% da tre ed è un difensore sufficiente per giocare con Spoelstra; mentre in playmaking (leggi: portare la palla nell'altra metà campo e passarla al 3) si alternano Carlos Arroyo, Rafer Alston e Mario Chalmers (nel caso in cui non sia nella cuccia dell'allenatore...), pronti a punire da tre ogni eventuale raddoppio. A dare un po' di cambio tra i lunghi (e sei falli da spendere) ci penserà Joel Anthony, mentre è introvabile che trovi spazio anche Deaquan Cook, se non per qualche minuto a cavallo dei quarti.
Matchup interessanti e grande battaglia si preannunciano in questa serie: Rondo dovrebbe avere il sopravvento sui pariruolo in maglia Heat, ma resta tutto da vedere se i Celtics si affideranno a lui in una serie di playoff con così tanti veterani in squadra.
Inutile dire che per Boston sarà un problema marcare Wade: nessuno dei due Allen sinceramente sembra in grado di poter reggere l'impatto, è probabile che Rivers e Thibodeau rispolverino le 'LeBron Rules' degli ultimi anni per contenerlo. È di importanza capitale tenere lontano Wade dai tiri liberi, un po' come con Kobe Bryant: se va in lunetta per più di 10 volte è quasi impossibile tenerlo sotto i 30 punti, ed in partite con ogni probabilità sotto i 100 ogni punto potrebbe essere decisivo.
Pierce contro Richardson è un altro bel confronto: un P-Square a pieno regime è ancora uno dei giocatori più immarcabili della NBA e, specialmente in casa, gli isolamenti al gomito sono una sentenza, ma molto dipende dalle sue condizioni fisiche, che potrebbero rendere il compito di Richardson molto più semplice di quanto sarebbe stato due anni fa.
Tra i lunghi, come già detto, sarà decisivo il duello KG-Beasley: l'esperienza contro la gioventù, ma la superiore velocità e la capacità di allargare il campo dell'ex Kansas State potrebbe costringere Thibodeau a cambiare marcatura. Aspettatevi quello che volete da Rasheed: dopo una stagione passata semplicemente ad osservare sarebbe ora che si guadagni i suoi soldi, ma come al solito è un terno al lotto. Su Kryptonate invece non mi azzardo a dire mezza parola in più.
Rondo (Robinson - Daniels) → Arroyo (Alston - Chalmers)
Ray Allen (Tony Allen) → Wade (Cook?)
Pierce (Finley) → Richardson
Garnett (Davis) → Beasley (Haslem)
Perkins (Wallace) → O'Neal (Anthony)
Ci si può aspettare di tutto da questa serie, visti i valori in campo: l'intensità è sicuramente qualcosa che non mancherà, le grandi giocate difensive neppure, lo spettacolo forse sarà il grande assente con molte partite concluse sotto i 100 punti. Ma ad Est non c'è una serie più interessante di questa e D-Wade è sempre e comunque qualcosa da ammirare il più possibile.