Serpico, non è da quest'anno che il calcio italiano è pieno di veleni fuori dal campo, è così da sempre e secondo me rientra nel folklore calcistico italiano e ne è una componente fondamentale.
Per me il campionato italiano rimane il più bello di tutti: non a livello tecnico (è ormai evidente come Spagna e Inghilterra ci siano davanti), ma a livello emozionale non ci sono dubbi. Il tifoso italiano medio, nel quale mi riconosco pienamente, ha bisogno di queste cose, delle tre stelle, delle polemiche arbitrali, dei sogni di mezza estate su top player che non arrivano, delle risse verbali durante il trofeo Birra Moretti (o durante la Supercoppa, cambia poco).
Personalmente poi ritengo bello anche il fatto che, nonostante tutto, i dirigenti o i proprietari delle nostre squadre rimangono persone, più o meno viscide e più o meno odiose, legate ai loro club. Gente odiata dai tifosi avversari e amata dai tifosi della squadra che dirigono. Agnelli per la Juve (e Lucianone a suo tempo), Moratti per l'Inter (cosa mi tocca scrivere), Galliani per il Milan, De Laurentiis per il Napoli eccetera. Non freddi sceicchi che spendono i milioni per farsi pubblicità e poi dopo 5-6 anni abbandonano (vedi Malaga e chissà quanto dureranno City e PSG), nè illustri avvocati il cui unico merito è quello di sapersi indebitare fino al collo con le banche (Rossel e prima Laporta a Barcellona, Perez su tutti a Mardid).
E' vero, non siamo più nell'elite, nella nobiltà del pallone, forse non ci torneremo mai, però almeno il nostro rimane un campionato che alla gente piace, perchè il livello di interesse è ancora altissimo. Gli juventini che si bagnano le mutante appena leggono "top player" e sognano di tornare ai tempi d'oro, i milanisti che si incazzano come animali perchè dopo anni di trionfi gli han venduto i due migliori giocatori, gli interisti che vincono la Champions dopo 50 anni e a distanza di sei-sette mesi già contestano, i romanisti che vanno in ventimila a vedere il primo allenamento all'Olimpico, i napoletanti che, pur standomi sui maroni, rimangono tra i tifosi più passionali al mondo. La gente ci tiene al nostro calcio, ci tiene ancora tantissimo.
Poi comunque vai a fare un confronto a livello internazionale e vedi che l'Italia arriva seconda agli Europei schierando un solo giocatore militante in campionato straniero (Balotelli) e facendo fuori proprio l'Inghilterra e la Germania (che avrà stadi belli e giocatori negri ma calcisticamente ci leggerà la targa per il resto della storia), che negli ultimi 6-7 anni comunque due Champions le han vinte le squadre italiane, che basta fare una partitella a Pechino per riempire gli aeroporti e uno stadio da 80.000 persone.
Insomma secondo me il calcio italiano rimane pieno di fascino e la polemica da bar, entro certi limiti, è una sorta di condimento che non fa male. A me la diatriba "sono 28 o sono 30", ad esempio, piace perchè è un modo per tener vivo l'orgoglio bianconero e ricordare la grandezza di quella squadra, ma non me ne frega assolutamente nulla di convincere gli altri del fatto che "sono 30" "eravamo i migliori" "lo facevano tutti". Tanto è inutile e non mi darebbe alcuna soddisfazione. E' una polemica da bar, che la società giustamente cavalca per ragioni anche (e forse soprattutto) di marketing.
Il tutto per dire che mi manca da morire il campionato (tra l'altro mi perderò l'intero girone d'andata, ma questo è un altro discorso

)..
Si vede che non ho un cazzo da fare oggi comunque, se non aspettare il Berlusconi
