ernie ball ha scritto:Io penso che le manifestazioni di piazza siano stupide e inutili. Quale manifestazione del genere ha ottenuto qualche risultato, in Italia, negli ultimi 30 anni?
Forse si può trovare un paio di casi per bazzecole sindacali.
Trovo ingenuo (e mi suscita persino tenerezza) il piglio con cui studenti, operai, cittadini vari scendono in piazza con bandiere, striscioni, slogan e vanghe, convinti di essere lì perchè ragionano "con la propria testa", come se le masse non fossero il target preferito di qualsiasi tipo di propaganda. Come funziona la pubblicità?
Questi giovanotti, arrabbiatissimi e offesi, protettori della Costituzione e paladini della Cultura, sono, in genere, individui poco informati e mal consigliati.
A proposito: qualcuno sa dirmi cosa si intende recentemente per "cultura"?
Ora non vorrei deragliare troppo, ma mi si potrebbe spiegare in cosa consisterebbe questo fantastico grumo di sapienza nelle mani di studenti, professori, sedicenti artisti e persino registi, attori e architetti?
Mi si vuole far credere che esista una "Cultura", con la C maiuscola, approvata e certificata da un certo numero di esperti (tesserati o tesserabili), capaci di capirla più profondamente e incaricati di custodirla e proteggerla dagli attacchi bestiali della plebe? Non mi pare proprio una cosa "di sinistra" (o forse sì, a pensarci bene), ma non andrò a dirlo in giro.
Accenno giusto un momento alla possibilità che una "Cultura" protetta e finanziata dallo stato si riduca a museo di sè stessa e sia nei fatti morta o del tutto insignificante.
Se, poi, per "cultura" si intende "scuola" e non, per esempio, "cinema", allora sarebbe meglio essere più precisi o usare le parole schiette.
A parte questo, per cosa manifestavano quelli che erano in piazza il 14?
Condivido quasi tutto ciò che hai detto riferendoti alla questione "cultura".
Poi... sulla questione "per cosa manifestavano quelli che erano il 14 in piazza" si potrebbe scrivere un libro. Ripeto, se si pensa di risolvere la questione etichettandola come "la protesta degli studenti contro la riforma"... a mio parere, si prende UNA CANTONATA CLAMOROSA.
Quello che sta nascendo è un disagio sociale forte nei confronti delle istituzioni in generale, nazionali e non, al di sopra degli schieramenti.
E su questo non mi dilungo perché qualsiasi cosa scriva sarebbe riduttivo nei riguardi di una tematica che richiederebbe troppo tempo per essere analizzata profondamente, tempo che ora non ho.
Per quanto concerne invece la tua domanda, a mio avviso un po' retorica, sul "perché si protesta sapendo di non ottenere nulla"?
Beh... mi pare ovvio.
Non si protesta per ottenere, si protesta per "far capire". Si protesta perché esasperati, perché non si vuole accettare inermi un qualcosa che non ci sta bene, anche consapevoli che la manifestazione non porterà materialmente a nulla di concreto nell'immediato futuro.
Lo dice la parola stessa: "manifestare", ovvero palesare, esprimere, rendere noto a tutti.
E poi scusa, non per fare richiami eccessivamente eclatanti e che non c'entrano nulla, ma se la classe borghese avesse fatto il tuo ragionamento, non ci sarebbe stata la Rivoluzione Francese. Tanto per fare un esempio eclatante di "manifestazione".
Detto ciò il resto del tuo discorso lo condivido, ma ti dico attento... attento a non confondere una protesta della "Cultura", riprendendo il termine da te utilizzato, contro il governo berlusconi nello specifico, da un disagio sociale che sta crescendo sempre più in tutta Europa e che va oltre gli schieramenti, oltre i confini nazionali, e che ingloba e oltrepassa completamente la mera, piccola e semplice protesta degli studenti.