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shaq91 ha scritto:calma calma è solo la prima partita
ieri ha giocato bene in difesa (dando conferma di essere più che valido in questo fondamentale) e maluccio in attacco(cosa successa per altro numerose volte anche ai knicks)


NON STARA' DIVENTANDO COME IL PADRE ?


per di più ieri prima dell'intervallo si è preso una gomitata mica da ridere da parte di allen che ha compromesso non poco il minutaggio(e di conseguenza la prestazione complessiva ).
Dategli tempo di entrare negli schemi dei nuggets e vedrete che tornerà a giocare su livelli accettabili

Deny88 ha scritto:news: i denver tradano 2 scelte future per la chimica di squadra di boston

Bross_Gallagher ha scritto:Il talento e la profondità sono veramente interessanti. Sembra quasi una squadra euro per come è strutturata.
Adesso Coach Karl deve indovinare le rotazioni, gli equilibri, e sopratutto un equa distribuzione dei possessi in base alle rispettive qualità dei singoli e ai momenti della partita.
Secondo me Smith e Afflalo non possono giocare insieme, e sempre secondo me con determinati avversari, il gallo in PF può essere una signor arma tattica.
Che se si arrangia in difesa nel match-up poi in attacco, si può correre e far circolare la palla che è un piacere.
Sinceramente son molto curioso, perchè con 12 cosi puoi essere tutto o niente, puoi andare fuori dalle 8 se si prende la situazione nel verso sbagliato, ma con un pò di fortuna contando una western conference raramente debole come quest' anno, ci si può anche infilare come seconda terza forza a ovest.

Capitolo Gallo, bisogna mettersi nello spirito giusto, fare le cose con aggressività, non accontetarsi mai. Propositi inprescendibili:
-Difendere come mai fatto in vita sua
-Farsi vedere più spesso sul lato forte con la palla in quelle benedette mani.

P.s:Spero che Lawson giochi con grossa continuità e prenda fiducia, può fare la differenza in questa lega.

Gallinari, il primo impatto a Denver?
«Ottimo. Ho ricevuto una bella accoglienza quando mi hanno presentato durante il match contro Memphis, ho fatto i primi allenamenti e tutto sta andando alla grande».

Il suo nome pareva entrare in altri scambi, cosa le ha detto su questo coach Karl?
«Abbiamo parlato molto e mi ha detto cosa si aspetta da me: che io continui a giocare come facevo ai Knicks (16 punti di media e 5 rimbalzi, ndr). Mi ha fatto una ottima impressione».

Che ruolo le ha prospettato nei Nuggets?
«Giocherò sia da ala piccola sia da ala forte. Il sistema di gioco è simile a quello di New York, ma il coach vuole più penetrazioni, anche per cercare falli, e meno tiri da fuori».

Tornando a New York, Mike D'Antoni ha detto che, senza il suo «peso» nello scambio, Anthony non sarebbe potuto arrivare ai Knicks. Vi siete parlati dopo la decisione?
«No, io e Mike non ci siamo ancora sentiti».

Non pensa di essere stato scaricato dai Knicks?
«Ma no! Nella Nba funziona in modo diverso rispetto all'Europa dove le operazioni di mercato sono viste in negativo. Mi sono sentito parte di una trade importantissima. È diverso».

Ha detto: «Nella Nba mai affezionarsi». Lei però di NY si era quasi innamorato...
«New York è una città particolare, la più simile all'Europa. Era più semplice per me e per gli amici che venivano a trovarmi. Era naturale affezionarsi».

Ha qualche rimpianto per questi anni a New York?
«Rimpianti no, ma mi sarebbe piaciuto star bene fisicamente fin da subito, senza saltare mezza stagione al primo anno per l'infortunio alla schiena».

Cosa si porterà dentro e cosa le mancherà di più?
«Mi mancheranno gli amici che ho conosciuto, la città, i ristoranti che frequentavo spesso e un po' di vita fuori dal campo. E anche alcune persone dei Knicks con le quali avevo ormai un legame speciale».

Ha ricevuto una chiamata da Bargnani o Belinelli?
«Sì, mi hanno chiamato entrambi. Mi hanno fatto il classico “in bocca al lupo” per questa nuova sfida».

A settembre ci sono gli Europei in Lituania. Lei ci sarà?
«Sì, ci sarò. Ma credo ci saremo tutti e tre».

E se ci sarà il lockout lei è pronto a fare qualche mese in Europa e magari tornare a Milano?
«Vediamo cosa succederà. Di certo mi allenerò, ma non penso che tornerò in una squadra italiana solo per 2 mesi. Anche perché non sarebbe rispettoso per nessuna squadra giocare per così poco tempo e poi andare via. Non esiste. I progetti, per come la vedo io, se si iniziano si finiscono. Lasciarli a metà non mi piace proprio».

Il suo progetto riparte da Denver, dunque?
«Certo, riparto da qui, dai Nuggets. A tutto motore».