svev ha scritto:Io capisco che giocando a Toronto si sia annoiato. Ma quando penso a quanto guadagna un giocatore come lui mi girano. Dovrebbe giocare alla morte anche in un contesto come quello dei Raptors, poche scuse. O almeno non comportarsi come un'ameba. E' per questo che alcuni di noi, me compreso, dicono che è s....o. Poi si è sempre accontentato di stare lì dove è adesso, non ha mai espresso la volontà di andarsene. E allora che stia li. Amen.
Questa dell'atteggiamento di Andrea è ormai la leggenda metropolitana del basket.
Facciamo un paio di esempi:
Esempio astratto:
Inizia la partita la guardia titolare specialista nel tiro da fuori e nel contropiede ad ogni azione schizza in attacco per regola del sistema di gioco della squadra.
4 volte è libero per giocarsi almeno l' 1 contro 1 in transizione. Il play non gli passa la palla mai. Difende e in attacco esce altre tre volte dai blocchi libero. Non riceve la palla. In 7 minuti è distrutto, non ha mai segnato, gli rode il culo e l'allenatore lo toglie perchè nell'ultima azione stremato non è uscito sull'arco: morale gli STRONZI sono il play e l'allenatore che o lavora male in palestra oppure non sa far applicare il lavoro quotidiano nelle partite.
Esempio concreto.
L'allenatore ti fa giocare Pivot anche se hai 19-20 anni e in vita tua non lo hai fatto MAI, non hai il fisico per farlo nè in attacco nè in difesa. Sai tirare in modo eccezionale da fuori piedi a terra. Non ricevi mai, o quasi la palla in queste situazioni. In difesa devi tenere gente che pesa 20 kg di più e che non puoi nemmeno toccare giacchè il ragazzino europeo rookie o sophomore non merita rispetto. Morale o sei un bust oppure l'allenatore è subnormale.
Metti su circa 15 kg di ciccia e muscoli perchè ti impongono fi farlo. Hai peso e altezza per tenere gli altri 7 piedi, ma continui a giocare fuori ruolo usando poche volte le tue caratteristiche offensive di tiro e di agilità che, tra l'altro, hai perso in parte mettendo su troppi chili. L'attacco tende a darti la palla più o meno casualmente e gli isolamenti dai 4-5 metri se li gioca sempre Bosh.
Arriva Casey, il primo anno parti benissimo, il gioco fa proprio cagare in attacco, ma vedi qualche pallone in posizioni a te congeniali, sia vicino che lontano da canestro. Ti fai male. Al rientro un subnormale ti fa giocare due partite consecutive in due giorni oltre 85 minuti. Ti rirompi. Anzi ti rirompono quelli della tua squadra.
Ti fai il culo a fare rieducazione. Arriva l'attuale stagione. Nuovo ruolo per Andrea: sempre e solo dietro la linea dei tre punti "to stretch the floor" sistematicamente, per Demar, altra cagata colossale.
MAi un gioco in post basso mai un blocco per prendersi un tiro dalla media distanza.
Veramente quello che ha subito sto ragazzone romano, forse timido, forse con la faccia sempre uguale in campo e in panchina è demenziale. Altro che atteggiamento. Questo è ancora a sbattersi e a fare blocchi per due cretini, saltatori e dal QI cestistico assolutamente sotto lo zero. Uno almeno è decente nel suo ruolo, ma l'altro ragazzi gioca guardia e non sa palleggiare con la mano sinistra, non sa tirare dal perimetro, non passa praticamente quasi mai e non vede se è 1 contro 3, 4, 5 e magari c'è pure il suo compagno in mezzo.
Nel basket da sempre qualsiasi lungo tecnico deve avere condizioni di squadra che ne esaltano le caratteristiche, non deve essere lui ad adattarsi alla squadra, è sempre vero il contrario. deve toccare palloni, deve essere coinvolto, deve prendersi tiri di squadra costruiti per usarlo. Dirk ha sempre avuto il pallone tra le mani dai 4-5 metri in quasi ogni azione di Dallas, ha sempre ricevuto palloni in post alto e basso. Andrea in casi rari aveva questo tipo di situazione.
Il play e le guardie per definizione "toccano" mille palloni, salvo avere il ruolo di tiratore puro, che comunque prevede sempre situazioni di gioco ad hoc. I lunghi grandi grossi e cattivi stanno nell'area a fare a cazzottoni ma se non ricevono un numero sufficienti di palloni si lamentano pure loro, giustamente (vedi Howard a LA). Magic diceva che non sapeva fare il suo lavoro di play se non faceva toccare il pallone a Jabbar, lungo atipico e tecnicissimo, in ogni singola azione non di contropiede, tra l'altro premiandolo anche qui quasi sempre se faceva il rimorchione.
W IL MAGO a CHICAGO col Belino e ROSE e Thibs!