Il giorno più brutto della mia vita si concretizza in una fredda mattina d'inverno. La troia con la scopa porta solo carbone a noi tifosi juventini e a me, reo di amare troppo la mia squadra. 800 km di passione, 400 di speranza all'andata, 400 di calde lacrime al ritorno..
Il calcio è uno sport feroce e la delusione di oggi per me equivale ad un 5 maggio, a un Milan-Liverpool, nonostante sia stata solo una sconfitta interna in campionato. Ma per me non è stato solo questo. E' stato come farsi mettere le corna dalla donna che ami sapendo che lei non l'ha fatto con cattiveria e con la certezza che continuerai ad amarla, perchè così funziona nel calcio..
Ma è stata una mazzata. Voi ironizzate, parlate di moviola (la moviola in queste occasioni conta meno di zero), fate facili ironia perchè in fondo voi siete tifosi. Corretti, sportivi, passionali al punto giusto, sovente pronti a dimenticare per ripartire e ad osservare la sconfitta con occhio critico, proponendo soluzioni, inneggiando ad una punta o ad un nuovo modulo..
Ma chi non tifa, ma vive per (ed è, lo posso dire per certo, il mio caso, la lettura del libro di Hornby lo conferma), presto scorda i mille pensieri tecnico-tattico-moviolistici passatigli per la testa durante la gara. Resta il dopo.
Resta lo squallido Camogli ingurgitato con rabbiosa fame su uno sporco tavolino d'autogrill, mentre alla radio Riccardo Cucchi annuncia il gol di Strasser e contemporaneamente anche la Roma ci scavalca. Resta la consapevolezza che passeranno mesi, anni prima di poter rivedere la Mia SIgnora dal vivo, e che per questi mesi il ricordo sarà quello di questo mezzodì..
Del resto la sequenza degli eventi lascia poco spazio alle interpretazioni: quando il destino ti è avverso non puoi farci nulla, puoi solo andare avanti e continuare ad amare, quindi a tifare, cosa che farò domenica sera, con la mia nuova sciarpetta, inaugurata nel peggiore dei modi. Perchè di destino si tratta, quando il tuo settore è il 2
27, la tua fila la 13 e il tuo posto il 17. Se poi dopo pochi minuti un giocatore chiave della tua squadra si distrugge i legamenti e seguono espulsione, gol annullato, gol dell'ex, uscita dal campo di Del Piero (ero lì per lui, fate vobis), altro gol dell'ex, palo, illusione del gol e della rimonta, rigore per gli avversari quando stai ancora esultando, terzo e quarto gol, quando, dicevo, accade ciò, è un segno che la giornata non ha da esser gradevole..
Ma quello che in fondo consola tutta questa tristezza (tristezza, non rabbia), è l'amore che resta, che mi porta a continuare a sperare, non più nel titolo ma in un secondo posto. E' l'essere comunque felice di avere visto da vicino per la prima volta i propri idoli.
In queste occasioni le analisi post partita contano poco, quasi niente. La Juve non prendeva 4 gol in casa in campionato da secoli. Li ha presi oggi. E' destino, non questione tecnico-tattica.
Amen.
Tanto tanto amore, mia Juve!
)..
