Re: Serie A & B 2010/2011
Inviato: 01/12/2010, 0:59
Trap si è ridotto lo stipendio.. ammirevole
Non entro nel merito della serie A.
Però Grande Trap!
Non entro nel merito della serie A.
Però Grande Trap!
I giocatori italiani di basket nella NBA: Andrea Bargnani, Marco Belinelli, Danilo Gallinari e Nicolò Melli...ma non solo
http://www.italianbasket.it/forum/
come ha detto Crozza questa sera: non ho mai visto uno sciopero di delle persone che non lavoreranno mai nella loro vita. (e non si riferiva agli universitariserpico ha scritto:Quoterrimo.The Huge ha scritto: Ridicoli e patetici ...
In effetti sono problemi gravi quelli che portano avanti i calciatori.Fausto ha scritto:Secondo me la questione è molto meno banale di quanto preveda il qualunquismo d'ordinanza.
Guarda che Fausto non ha tutti i torti.The Huge ha scritto:In effetti sono problemi gravi quelli che portano avanti i calciatori.Fausto ha scritto:Secondo me la questione è molto meno banale di quanto preveda il qualunquismo d'ordinanza.![]()
Per favore faustino, fatti un favore da solo va ...
Rispetto il vostro pensiero, ma non lo condivido affatto.fagiu ha scritto:I calciatori sono lavoratori dipendenti. Se si parte dal presupposto "di che si lamentano i milionari?", allora tanto vale sciogliere il sindacato calciatori e tornare ai tempi in cui, nei rapporti con le loro società, erano poco più che schiavi. Privilegiati sì, ma sempre schiavi.
RIDICOLI BUFFONI!!!!Gli otto punti. La Lega Calcio chiedeva ai calciatori di Serie A (gli altri, quelli delle categorie inferiori, hanno accordi a parte), poche ma sostanziali modifiche al contratto collettivo nazionale, in tutto otto punti: trasferimenti, fuori rosa, ingaggi, cure mediche, tempo libero, multe, mass-media, comportamento.
I trasferimenti. In primo luogo, i trasferimenti. Nella scorsa finestra di mercato, diversi giocatori hanno rifiutato il trasferimento (a parità di stipendio) in altre squadre, senza nessun motivo in particolare: non andava loro di spostarsi. E’ il caso di Julio Baptista, che poteva lasciare la Roma per andare a giocare (ormai nella Capitale non viene quasi più convocato) e percepire gli stessi soldi. Ma ha detto no. Preferisce, evidentemente, a parità di soldi, non fare nulla, se non shopping con la compagna oppure passeggiare per le vie del centro. E la Roma è costretta a pagargli il suo lauto stipendio, e magari a perderlo a parametro zero in vista della scadenza di contratto. Non è il solo: molti altri giocatori si trovano “parcheggiati” in panchina o addirittura in tribuna, perché non utili alla squadra ma che si rifiutano di andare in altre società dove prenderebbero se non gli stessi soldi, addirittura di più, in certi casi. Quagliarella, per non sedersi in panchina, ha accettato gli stessi soldi che gli dava il Napoli per andare a giocare alla Juventus: praticamente un signore, rispetto agli altri. Le società a questo punto hanno chiesto che, a parità di stipendio (se non maggiore), i giocatori devono trasferirsi nell’altra società che presenta un’offerta: niente di scandaloso, quindi. Ma i giocatori non ne vogliono sapere: meglio incassare stipendi faraonici senza toccare palla che infilarsi le scarpette e correre. Sta anche arrivando l’inverno, e quindi al freddo dei campi, meglio il caminetto di casa. Naturalmente, da parte dei calciatori, il punto è visto diversamente: perché non possiamo scegliere noi dove giocare? E facendo appello alla fedeltà della maglia ed altre cose inesistenti, cercano di smuovere i tifosi per difendersi il loro diritto all’ozio ben retribuito.
Gli ingaggi. In Italia, gli stipendi dei giocatori gravano di quasi il 90% sui bilanci di una società. Negli altri paesi la quota scende fino ad arrivare al virtuosissimo 50% delle società tedesche, le stesse che quest’anno ci soffieranno il quarto posto Champions. La proposta delle società è di quelle chiare e semplici: un minimo garantito più bonus legati alle prestazioni, obiettivi, eccetera. Niente di rivoluzionario: Eto’o, per citarne uno, a Barcellona prendeva 12 milioni, di cui nemmeno la metà “fissi”, gli altri dovuti ai bonus (vittoria del campionato, presenze, reti, vittorie in champions, eccetera). Che è il sacrosanto principio del “ti pago quel che vali”. Arrivato a Milano, e scoperto che da noi funziona in modo diverso, ha chiesto (ed ottenuto) quei 12 milioni in contanti. E quindi, pazienza se quest’anno non si vince nulla, lo stipendio è assicurato. A Barcellona, correva come un diavolo, e se infortunato giocava anche con le stampelle: i premi facevano gola.
Fuori rosa. Se un calciatore viene messo fuori squadra (vedi Cassano con la Samp), le società rivendicano il diritto di escluderlo dal gruppo già nel ritiro pre-campionato, o comunque negli allenamenti. Oggi, possono essere esclusi solo alla vigilia delle partite. Perché le società vogliono questo? Per risparmiare, certo, ma anche per tenere lontano dalla squadre soggetti nocivi. Se una società ricorre alla messa in fuori rosa, vuol dire che c’è qualcosa di grave con il calciatore, e quindi decide di non contare più su di lui. Anche perché stando a contatto con gli altri giocatori durante le sedute di allenamento, potrebbero infastidire con il loro atteggiamento (perché allenarsi se poi non gioco?). I calciatori sono ferocemente contrari a questo punto, evidentemente perché consapevoli di non poter più mandare a quel paese lo staff della squadra senza timore di ripercussioni serie.
Le cure mediche. Premesso che le società pagano e pagheranno comunque le spese mediche dei giocatori, queste vogliono avere almeno il diritto di scegliere i medici e le strutture. Attualmente, i calciatori si scelgono il proprio specialista, anche dall’altra parte del mondo, e tutto va sul conto delle società. Che aumentano vertiginosamente le spese, specie quando hanno strutture proprie dove far curare i propri giocatori.
Gli affari loro. Può capitare che un calciatore abbia una “seconda attività” al di fuori di quella del calciatore: non c’è niente di male. C’è chi ha un ristorante, chi ha una palestra, e via dicendo. Le società chiedono, visto quello che pagano, di avere la priorità tra le due cose. Vale a dire che, senza il consenso preventivo e scritto della società, nessun calciatore potrà avviare un’attività professionale o imprenditoriale, propria. Nessuna società vieterà mai ad un calciatore di aprire una pizzeria, e probabilmente il vero motivo di scontro è la seconda parte del provvedimento: il divieto di “partecipare ad attività potenzialmente sconvenienti per un atleta professionista”, ossia scommesse, gioco d’azzardo e serate in discoteca alla vigilia di match importanti (venerdì sera Lavezzi, Campagnaro, Dossena e Sosa hanno fatto le ore piccole in un locale di Posillipo: i primi tre hanno fatto ridere contro l’Udinese 24 ore dopo, mentre il quarto, ufficialmente, è infortunato). Infine, le società chiedono di autorizzare preventivamente ogni eventuale contratte individuale di sponsorizzazione (sempre il Napoli, sono anni che perde giocatori per la questione diritti d’immagine, ma questa è un’altra storia).
Le multe. Se un giocatore sbaglia, è giusto che paghi. L’altro giorno, il Napoli ha multato quattro giocatori (Lavezzi, Campagnaro, Dossena e Sosa) per aver fatto le ore piccole nei locali: ufficialmente, non si parla di sbronze, ma la multa c’è stata: 40mila euro a testa. Spiccioli, per giocatori di quel calibro. Questo perché il limite delle multe è fermo al 30% dello stipendio mensile. Le società chiedono di togliere questo limite, per dare sanzioni maggiori ai giocatori, a seconda della gravità del fatto. Ed i calciatori ovviamente non vogliono.
Il Comportamento. “Il calciatore tesserato deve seguire un preciso codice etico”. Multe se si manda a quel paese l’allenatore o il presidente, ad esempio. Oppure evitare la bestemmia (ormai con le telecamere ovunque a bordo campo, si sentono anche i pensieri dei giocatori). E che dire di chi prende a testate (Eto’o) un avversario (César) oppure di chi simula (Krasic) per rubare un rigore che può falsare una partita? Tutto sommato, con quel che guadagnano, si può evitare che scappi la parolaccia, magari poi ci si può sfogare facendo a pezzi lo spogliatoio, ma senza farsi beccare. Ma anche, e soprattutto, niente politica (la croce celtica di Buffon, o il saluto romano di Di Canio, o il pugno chiuso di Lucarelli), niente comportamenti razzisti, e magari un po’ di accortezza quando ci si veste. Un po’ quello che dicono i genitori agli adolescenti, e niente che non possano fare tranquillamente.
Rapporti coi Media. Anche qui, qualche divieto: quello di fare pubbliche dichiarazioni senza l’autorizzazione delle società, comprei i profili su Facebook o Twitter, e sui propri siti internet. Niente di trascendentale, insomma, anche in questo caso.
Invece no, perchè le modifiche che vuole la Lega valgono solo per la serie A. Quei calciatori di cui si parlava che dovevano essere tutelati perché erano ai minimi sindacali erano più che altro della Primavera o riserve delle squadre più piccole. La serie B e le altre categorie hanno un tipo di tutela diversa, tant’è che in caso di sciopero, non si giocherebbe solo in A, mentre le altre gare si farebbero normalmente.sygno ha scritto:Guarda che Fausto non ha tutti i torti.
Quando vai a discutere di un contratto collettivo la cosa ricade su tutta la categoria, mica solo sulla serie A.
Allora non parlo più...The Huge ha scritto:Invece no, perchè le modifiche che vuole la Lega valgono solo per la serie A. Quei calciatori di cui si parlava che dovevano essere tutelati perché erano ai minimi sindacali erano più che altro della Primavera o riserve delle squadre più piccole. La serie B e le altre categorie hanno un tipo di tutela diversa, tant’è che in caso di sciopero, non si giocherebbe solo in A, mentre le altre gare si farebbero normalmente.
Non l'ho mica presa come un'offesa personaleThe Huge ha scritto:Rob, mica ce l'ho con te!
Sono solo schifato da sti babbei e/o da chi li manovra.
Poi mettere Oddo come rappresentante è come mettere Cicciolina al Ministero della Salute ...
Andando OT (e varrebbe la pena aprire un topic specifico), io ancora non ho una opinione chiara in merito.sygno ha scritto:Ma invece dell'eventuale sciopero in NBA cosa ne pensate, buffoni anche lì?
Non è provocatoria la domanda, solo per capire...
più o meno c'è già... http://www.italianbasket.it/forum/viewt ... f=4&t=1890The Huge ha scritto:Andando OT (e varrebbe la pena aprire un topic specifico), io ancora non ho una opinione. chiara in merito.sygno ha scritto:Ma invece dell'eventuale sciopero in NBA cosa ne pensate, buffoni anche lì?
Non è provocatoria la domanda, solo per capire...