Buoni playoff a tutti!

E dopo le prime due settimane di playoff, eccoci arrivati finalmente al secondo turno di questa strana post-season 2007/2008. Strana soprattutto ad est, dove le serie a “pronostico chiuso” si sono protratte più del preventivato (leggi: Detroit e Boston), mentre le due serie sulla carta più equilibrate si sono chiuse in 5 e 6 partite (Orlando e Cleveland).
Iniziamo da Detroit contro Orlando, l’ennesima serie che si ripete dopo la scorsa post-season (finì con un nettissimo 4-0 in favore dei Pistons) ma che dovrebbe proporre spunti molto più interessanti rispetto a quella passata. Se non altro, per la crescita di Superman e, di riflesso, di tutti gli Orlando Magic.
Detroit ha deciso di iniziare questi playoff con lo specchio in mano: crogiolandosi nella propria bellezza e psicologicamente non infastidita dai giovani e arrembanti Sixers, si è fatta subito sorprendere in gara-1 e successivamente in gara-3. Dopodiché qualche parola all’interno dello spogliatoio da parte dei due giocatori-cardine della squadra (Billups e Wallace) deve essere volata e Narciso ha deciso di scendere finalmente in campo con la sciabola tra i denti: tre vittorie consecutive e approdo in semifinale per il sesto anno consecutivo. L’evoluzione di Billups nella seconda parte della serie ne è il segno più evidente: percentuali scandalose nelle prime quattro partite, poi 21+12 in gara-5 e 20+7 in gara-6 con un mostruoso +37 di plus/minus. E se Big Shot ritrova i propri standard primaverili, per i Pistons il viaggio verso il quarto anello della propria storia potrebbe farsi un po’ più agevole.
La squadra, tuttavia, non ha ancora risolto i proprio problemi da lettino psichiatrico: è ondivaga, narcisa, psicologicamente instabile, fin troppo conscia della propria forza e troppo esperta per ritenere i Magic una minaccia credibile al proprio regno. Proprio per questo, Flip Saunders non può dormire sonni tranquilli e avrà bisogno di tutte le proprie scorte di pazienza e diplomazia per tenere sulla corda un gruppo lunatico (per ‘Sheed solo 30 minuti di media nelle ultime tre gare: sicuri che la sta prendendo bene?). Ma questi sono i Pistons, prendere o lasciare: con loro, la serie può finire 4-0 come andare a gara-7.
Gli Orlando Magic si sono comportati molto bene nel primo turno, sbarazzandosi piuttosto agevolmente dei Raptors e mettendo in mostra un Dwight Howard che avrebbe fatto impallidire il Superman vero: altro che kryptonite, i 22.6+18.2 e 3.2 stoppate di media del primo turno testimoniano un dominio sotto le plance inarrestabile. Inoltre, i tiratori hanno svolto a pieno il proprio dovere, guidati sul perimetro dal fresco vincitore del “Most Improved Player” Hedo Turkoglu, finalmente cestisticamente maturo per fare la differenza in una serie di playoff NBA, e da Rashard Lewis, che ha spesso e volentieri ricacciato indietro i canadesi a suon di canestri pesanti (la tripla di gara-4 ha praticamente chiuso ogni discorso). Ma se il primo turno è stata una passeggiata, gara-1 contro i Pistons lascia delle eredità pesanti sul morale della truppa, visto che i 12 punti di Howard (oltre che ad un mezzo infortunio) sono il career-low nei playoff per il giovane centro e il 40% con cui ha tirato Orlando non lascia per niente tranquilli, specie se all’interno di quella percentuale è contemplato anche un 2-15 dall’arco. C’è bisogno di una rapida inversione di rotta, per mettere qualche tarlo nella testa dei Pistons e costringerli a snaturare il proprio gioco, servendo di più Howard e facendo girare molto meglio la palla per trovare buoni tiri sul perimetro. E se davanti le cose non vanno bene, in difesa vanno anche peggio: il duo Billups-Hamilton ha combinato per 36 punti e non sembrano marcabili per un reparto piccoli che non ha le contromisure adatte soprattutto per correre dietro ad un maratoneta del parquet come Rip Hamilton.
Il series-plan dei Pistons è chiaro: togliere le ricezioni vicino a canestro ad Howard, costringerlo a pensare molto prima di muoversi e mandarlo in lunetta quando la situazione si fa disperata (è importante per questo avere molti lunghi che possono spendere falli, come McDyess, Ratliff, Maxiell e Johnson). Fermato Howard, Prince ha le capacità difensive per tenere sia contro Lewis che contro Turkoglu (ricordo che il principe di Comton è stato il migliore nella serie dell’anno scorso), e se proprio bisogna concedere qualcosa, di può lasciare libero Jameer Nelson dal perimetro, lui che è comunque il tiratore meno affidabile della rotazione di coach Van Gundy.
Per i Magic, oltre al difficile contenimento del duo Billups-Hamilton, bisogna solo sperare che ‘Sheed non prenda in mano il centro dell’area contro Lewis-Turkoglu o che non costringa ad uscire Howard dal pitturato: se si sveglia anche lui, è notte fonda, anche per le doti di passatore che possono innescare la forza fisica di Maxiell vicino al ferro o il morbido jumper dai 5 metri di McDyess.
Gli accoppiamenti vedranno Billups o Stuckey per Nelson e Dooling , Hamilton affidato alle cure di Evans e Bogans, Lewis per Prince, Turkoglu con Wallace o Maxiell, e un mega-staffettone a 4 con Maxiell, Wallace, McDyess e Ratliff (storie tese per lui con Lewis in gara-1) per Superman Howard. Attenzione ai vari possessi a zona che possono mischiare le carte difensive sul tavolo della serie, per Orlando in special modo viste le difficoltà di gara-1.
E’ una serie imprevedibile per la presenza di un team, Detroit, che è indecifrabile di natura, e per la presenza di una squadra che vive di percentuali sull’arco e di appoggi in post basso. Personalmente vedo i Pistons vincenti a gara-6, visto che già l’anno scorso non sembravano sentire la pressione della Amway Arena di Orlando. Ma i Pistons sono come le donne: chi ci capisce qualcosa è bravo.










