Tour con Toronto in Italia
L'azzurro, smaltita la delusione degli Europei, è atteso a Treviso per l'inizio del camp dei Raptors dal 30 settembre al 4 ottobre. E il 6 ottobre sfida ai Celtics a Roma. "Sarà un'emozione davvero unica"
NEW YORK, 26 settembre 2007 - Andrea Bargnani, smaltita la delusione per un Europeo avaro di soddisfazioni, ha ricaricato le pile e adesso è pronto per il suo secondo anno a Toronto. Una stagione importante che deve regalare ai Raptors un giocatore su cui fare affidamento per gli anni a venire. Ma non si può analizzare il prossimo campionato della franchigia canadese senza parlare del gustosissimo aperitivo. L’Nba Europe Live, infatti, offre ad Andrea Bargnani un’opportunità unica, quella di giocare davanti al suo pubblico con la sua squadra Nba.
LE SUE CITTA' - "Sono davvero emozionato – confessa l’azzurro – sarà un’esperienza davvero unica. Giocare nella mia città davanti ad amici e parenti con la mia squadra Nba è qualcosa di veramente particolare. Credo che al PalaLottomatica sarò nervoso”. Il tour italiano dei Raptors tocca le due città più care a Bargnani, Treviso, per l’inizio del camp (dal 30 settembre al 4 ottobre) e a seguire proprio la Città Eterna dove Toronto sfiderà i Celtics il 6 ottobre per vedersela poi il giorno seguente con la Lottomatica. Adrenalina da tenere a freno per le amichevoli romane ma anche un Europeo da dimenticare in fretta.
DELUSIONE AZZURRA - "C’è poco da dire – continua il giocatore dei Raptors – abbiamo giocato molto male. Abbiamo dimostrato di non essere una squadra né in campo né fuori. Era un gruppo nuovo per cui alcuni problemi erano da mettere in preventivo ma alla fine abbiamo deluso e io ne sono molto dispiaciuto. Il mio futuro in Nazionale? Alla maglia azzurra ci tengo ma se ne riparlerà tra un anno, adesso ci sono 100 partite da disputare con i Raptors, mi devo concentrare su quelle". Toronto si presenta ai nastri di partenza come la favorita, soprattutto dopo il sorprendente campionato scorso, di un’Atlantic Division che però sulla carta è migliorata parecchio.
TORONTO SOGNA - I Raptors si sono rinforzati acquistando l’ex bolognese Carlos Delfino, Maceo Baston, così così l’anno scorso con i Pacers ma eccellente in Europa con il Maccabi, e soprattutto il free agent Jason Kapono. “Siamo consapevoli di essere una buona squadra – non si nasconde Andrea Barngani – però è presto per fare pronostici. Il nostro obbiettivo è naturalmente quello di fare meglio della passata stagione ma non sarà facile perché il talento della Eastern Conference è cresciuto. Per quanto mi riguarda so di dover migliorare soprattutto al rimbalzo e in post, ma ho lavorato duramente sulle mie lacune sia l’anno scorso che durante l’estate”. Si comincia dall’Italia e non ci poteva essere un inizio migliore per Andrea Bargnani.
Bargnani torna a casa (da Gazzetta.it)
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Someday we'll look back on this and it will all seem funny...


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http://www.nba.com/raptors/news/bargnani092607.html
Una conference call riguardo al training camp sul sito nba.com il link è qua sopra cmq basta andare nel sito dei raptors, le tematiche discusse sono più o meno le stesse dell'articolo della gazzetta lette in chiave leggermente diversa, in particolare alla fine l'attenzione si focalizza sul rapporto con i compagni di squadra che sarà cementato da qualche cena "all'italiana", con poco tempo a disposizione per gli svaghi però in quanto come dice andrea stesso per visitare tutta Roma ci vogliono due mesi e non due mezze giornate
Una conference call riguardo al training camp sul sito nba.com il link è qua sopra cmq basta andare nel sito dei raptors, le tematiche discusse sono più o meno le stesse dell'articolo della gazzetta lette in chiave leggermente diversa, in particolare alla fine l'attenzione si focalizza sul rapporto con i compagni di squadra che sarà cementato da qualche cena "all'italiana", con poco tempo a disposizione per gli svaghi però in quanto come dice andrea stesso per visitare tutta Roma ci vogliono due mesi e non due mezze giornate

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http://www.nba.com/europelive2007/confe ... 70927.html
Da nba.com Q&A di Andrea al conference call ufficiale......enjoy
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c'è anche quella con i raps a pranzo...non vedo l'ora che arrivi sabato....se tutto va bene sarò a Roma...
altre foto dal sito di yahoo sport...

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Dal Corriere dello sport:
Bargnani: Come vivere un sogno
«Giocare con una squadra della Nba nella mia città: è un’esperienza unica e forse irripetibile»
di Mario Arceri
ROMA - A trentacinque giorni di distanza da quell’infausto Italia-Grecia che pure portò al PalaLottomatica undicimila tifosi della maglia azzurra, Andrea Bargnani torna a Roma. Insieme a Brian Colangelo e Maurizio Gherardini, insieme a Nesterovic, Garbajosa, Calderon e ai nuovi acquisti: Baston, Jason Kapono, californiano dalla mano calda, 26 anni, alla quinta stagione nella Nba, e Carlos Delfino, il gaucho della Viola e della Fortitudo, tanto per accentuare la vocazione globale della franchigia canadese e legare in qualche modo ancor più i Raptors al nostro campionato. Unica squadra non statunitense della superlega americana, ecco allora che ieri, appena sbarcati da Venezia dopo i quattro gironi di allenamento a Treviso, i Raptors accettano l’invito di Alex Himelfarb, ambasciatore a Roma del Canada, nella sua splendida residenza a Porta Latina.
Appuntamento al tramonto, l’ambasciatore racconta aneddoti della sua giovinezza, legati alla pallacanestro, invitando tutti a Vancouver nel 2010 per i Giochi invernali, auspicando per i Raptors una stagione ricca di soddisfazioni e stimolando Bargnani a fare sempre meglio. Tra le stelle della Nba, i campioni di basket in carrozzina del Santa Lucia: « Essere qui, tra tanti campioni, ci onora, ci dà una grande carica
- dice Carlo Di Giusto, il coach - e ci ricorda quello che siamo: dei giocatori di basket, in carrozzina, è vero, ma sempre degli atleti » .
IL MAGO - Al centro dell’attenzione, comunque, è lui, il “ Mago”. In trentacinque giorni Andrea è sceso nell’inferno degli Europei per risalire nel paradiso della Nba. Da Roma, dove è partito il poco fortunato viaggio della Nazionale, a Roma per il primo impegno ufficiale ( anche se di preseason) con Toronto: « Un brutto ricordo. E poi in Spagna purtroppo è andata male. Abbiamo deluso le aspettative, non siamo riusciti a giocare di squadra contro avversarie di livello elevatissimo » .
Un fallimento senza attenuanti?
«Avremmo potuto fare di più, ma è pur vero che quell’Italia era una squadra nuova, nella quale c’è molto da migliorare. Possiamo solo crescere, anche se c’è parecchio lavoro da fare » .
Tiene dunque a un posto in questa Nazionale.
« E’ presto per parlarne, e poi basta con la domanda se tornerò a giocare in Nazionale. Sono italiano, voglio la maglia azzurra, mi sento parte di questo gruppo e voglio contribuire alla sua crescita».
Europeo alle spalle, è tornato a tuffarsi nella Nba.
«Con molto entusiasmo e con molte speranze perchè la squadra è rimasta praticamente inalterata, con tre innesti molto importanti. Questo è un vantaggio perchè ci risparmia il lavoro di costruzione: ormai ci conosciamo e sappiamo cosa ognuno di noi può fare e cosa non può fare. A Treviso ci siamo allenati bene, con molta intensità».
Pronti per affrontare domani sera Boston che da fanalino di coda della Nba è diventata squadra da play off.
«S’è trasformata con l’arrivo di Kevin Garnett e di Ray Allen. E così il confronto di domani diventa difficile e importante per noi. Abbiamo preso molro sul serio questo appuntamento con l’Nba Europe Live Tour. Ci teniamo a vincere, e comunque i Celtics costituiranno il primo serio banco di prova delle nostre possibilità ».
Come si presenta al suo secondo anno di
Nba?
« Con una sicurezza maggiore. So quanto è lunga e faticosa la nostra stagione. So che, dopo averli raggiunti lo scorso anno uscendone subito, vogliamo andare avanti nei play off. So infine che debbo ancora migliorare in tutto, ma particolarmente ai rimbalzi e in difesa».
Torna al PalaLottomatica per la seconda volta in poco più di un mese.
«La terza quest’anno. C’ero già stato a giugno da spettatore di una semifinale tra Roma e Siena. Ogni volta con una grande emozione. Enorme quando sono entrato in campo con la maglia azzurra, indescrivibile ora che giocherò con una squadra Nba nella mia città: un’esperienza unica e forse irripetibile. Mi sembra ancora un sogno».
La sua vita ormai è a Toronto.
«Ci sto bene. Lavoro molto. E nel tempo libero leggo oppure sto al computer. Ho nuovi amici, anche se mi mancano la famiglia e gli amici di Roma, ma la nostalgia di casa non si fa sentire. Perfino nello spogliatoio, tra Gherardini, Nesterovic, Garbajosa, ed ora Carlos Delfino, ormai sono in molti a parlare perfettamente l’italiano».
«Provo una sensazione indescrivibile. E’ la terza volta che torno a Roma in pochi mesi e sempre con emozioni diverse» «Teniamo a fare bella figura. Contro Boston partita vera e difficile» «Tengo alla Nazionale cresceremo insieme» «Mi mancano famiglia e amici, ma nessuna nostalgia: ora che c’è Delfino, lo spogliatoio ormai parla... italiano»
Stai a computer !! e allora un saluto che ti costa !!??
Bargnani: Come vivere un sogno
«Giocare con una squadra della Nba nella mia città: è un’esperienza unica e forse irripetibile»
di Mario Arceri
ROMA - A trentacinque giorni di distanza da quell’infausto Italia-Grecia che pure portò al PalaLottomatica undicimila tifosi della maglia azzurra, Andrea Bargnani torna a Roma. Insieme a Brian Colangelo e Maurizio Gherardini, insieme a Nesterovic, Garbajosa, Calderon e ai nuovi acquisti: Baston, Jason Kapono, californiano dalla mano calda, 26 anni, alla quinta stagione nella Nba, e Carlos Delfino, il gaucho della Viola e della Fortitudo, tanto per accentuare la vocazione globale della franchigia canadese e legare in qualche modo ancor più i Raptors al nostro campionato. Unica squadra non statunitense della superlega americana, ecco allora che ieri, appena sbarcati da Venezia dopo i quattro gironi di allenamento a Treviso, i Raptors accettano l’invito di Alex Himelfarb, ambasciatore a Roma del Canada, nella sua splendida residenza a Porta Latina.
Appuntamento al tramonto, l’ambasciatore racconta aneddoti della sua giovinezza, legati alla pallacanestro, invitando tutti a Vancouver nel 2010 per i Giochi invernali, auspicando per i Raptors una stagione ricca di soddisfazioni e stimolando Bargnani a fare sempre meglio. Tra le stelle della Nba, i campioni di basket in carrozzina del Santa Lucia: « Essere qui, tra tanti campioni, ci onora, ci dà una grande carica
- dice Carlo Di Giusto, il coach - e ci ricorda quello che siamo: dei giocatori di basket, in carrozzina, è vero, ma sempre degli atleti » .
IL MAGO - Al centro dell’attenzione, comunque, è lui, il “ Mago”. In trentacinque giorni Andrea è sceso nell’inferno degli Europei per risalire nel paradiso della Nba. Da Roma, dove è partito il poco fortunato viaggio della Nazionale, a Roma per il primo impegno ufficiale ( anche se di preseason) con Toronto: « Un brutto ricordo. E poi in Spagna purtroppo è andata male. Abbiamo deluso le aspettative, non siamo riusciti a giocare di squadra contro avversarie di livello elevatissimo » .
Un fallimento senza attenuanti?
«Avremmo potuto fare di più, ma è pur vero che quell’Italia era una squadra nuova, nella quale c’è molto da migliorare. Possiamo solo crescere, anche se c’è parecchio lavoro da fare » .
Tiene dunque a un posto in questa Nazionale.
« E’ presto per parlarne, e poi basta con la domanda se tornerò a giocare in Nazionale. Sono italiano, voglio la maglia azzurra, mi sento parte di questo gruppo e voglio contribuire alla sua crescita».
Europeo alle spalle, è tornato a tuffarsi nella Nba.
«Con molto entusiasmo e con molte speranze perchè la squadra è rimasta praticamente inalterata, con tre innesti molto importanti. Questo è un vantaggio perchè ci risparmia il lavoro di costruzione: ormai ci conosciamo e sappiamo cosa ognuno di noi può fare e cosa non può fare. A Treviso ci siamo allenati bene, con molta intensità».
Pronti per affrontare domani sera Boston che da fanalino di coda della Nba è diventata squadra da play off.
«S’è trasformata con l’arrivo di Kevin Garnett e di Ray Allen. E così il confronto di domani diventa difficile e importante per noi. Abbiamo preso molro sul serio questo appuntamento con l’Nba Europe Live Tour. Ci teniamo a vincere, e comunque i Celtics costituiranno il primo serio banco di prova delle nostre possibilità ».
Come si presenta al suo secondo anno di
Nba?
« Con una sicurezza maggiore. So quanto è lunga e faticosa la nostra stagione. So che, dopo averli raggiunti lo scorso anno uscendone subito, vogliamo andare avanti nei play off. So infine che debbo ancora migliorare in tutto, ma particolarmente ai rimbalzi e in difesa».
Torna al PalaLottomatica per la seconda volta in poco più di un mese.
«La terza quest’anno. C’ero già stato a giugno da spettatore di una semifinale tra Roma e Siena. Ogni volta con una grande emozione. Enorme quando sono entrato in campo con la maglia azzurra, indescrivibile ora che giocherò con una squadra Nba nella mia città: un’esperienza unica e forse irripetibile. Mi sembra ancora un sogno».
La sua vita ormai è a Toronto.
«Ci sto bene. Lavoro molto. E nel tempo libero leggo oppure sto al computer. Ho nuovi amici, anche se mi mancano la famiglia e gli amici di Roma, ma la nostalgia di casa non si fa sentire. Perfino nello spogliatoio, tra Gherardini, Nesterovic, Garbajosa, ed ora Carlos Delfino, ormai sono in molti a parlare perfettamente l’italiano».
«Provo una sensazione indescrivibile. E’ la terza volta che torno a Roma in pochi mesi e sempre con emozioni diverse» «Teniamo a fare bella figura. Contro Boston partita vera e difficile» «Tengo alla Nazionale cresceremo insieme» «Mi mancano famiglia e amici, ma nessuna nostalgia: ora che c’è Delfino, lo spogliatoio ormai parla... italiano»
Stai a computer !! e allora un saluto che ti costa !!??
"gli uomini passano, le idee restano, restano le loro tensioni morali, e continueranno
a camminare sulle gambe di altri uomini" g.f.
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Quanto mi dà fastidio questo tipo di mentalità: vai in America e invece di sbatterti tu a imparare un inglese decente sei felice di avere gente (ispanica o slava, manco connazionale) che parla la tua lingua. E gli americani non se li caga? Perchè Bargnani non impara lo sloveno per parlare con Rasho invece di avere la pappa pronta? 

"Bargnani = exogino sfigato (tipo teiera o testa piatta)"
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GhostRider ha scritto:Quanto mi dà fastidio questo tipo di mentalità: vai in America e invece di sbatterti tu a imparare un inglese decente sei felice di avere gente (ispanica o slava, manco connazionale) che parla la tua lingua. E gli americani non se li caga? Perchè Bargnani non impara lo sloveno per parlare con Rasho invece di avere la pappa pronta?

Probablmente perke Rasho parla gia un discreto italiano, non so, cosi' a naso eh...
I'm tryin' get what I'm worth. And not a penny less
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Ronco88 ha scritto:GhostRider ha scritto:Quanto mi dà fastidio questo tipo di mentalità: vai in America e invece di sbatterti tu a imparare un inglese decente sei felice di avere gente (ispanica o slava, manco connazionale) che parla la tua lingua. E gli americani non se li caga? Perchè Bargnani non impara lo sloveno per parlare con Rasho invece di avere la pappa pronta?
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Probablmente perke Rasho parla gia un discreto italiano, non so, cosi' a naso eh...
Era un esempio. Ovvio che Rasho sappia più italiano di quanto Andrea sappia lo sloveno.......
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GhostRider ha scritto:Ronco88 ha scritto:GhostRider ha scritto:Quanto mi dà fastidio questo tipo di mentalità: vai in America e invece di sbatterti tu a imparare un inglese decente sei felice di avere gente (ispanica o slava, manco connazionale) che parla la tua lingua. E gli americani non se li caga? Perchè Bargnani non impara lo sloveno per parlare con Rasho invece di avere la pappa pronta?
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Era un esempio. Ovvio che Rasho sappia più italiano di quanto Andrea sappia lo sloveno.......
E allora k cazzata è?
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Ronco88 ha scritto:GhostRider ha scritto:Ronco88 ha scritto:GhostRider ha scritto:Quanto mi dà fastidio questo tipo di mentalità: vai in America e invece di sbatterti tu a imparare un inglese decente sei felice di avere gente (ispanica o slava, manco connazionale) che parla la tua lingua. E gli americani non se li caga? Perchè Bargnani non impara lo sloveno per parlare con Rasho invece di avere la pappa pronta?
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Probablmente perke Rasho parla gia un discreto italiano, non so, cosi' a naso eh...
Era un esempio. Ovvio che Rasho sappia più italiano di quanto Andrea sappia lo sloveno.......
E allora k cazzata è?
Ma sai leggere TUTTO?
Quanto mi dà fastidio questo tipo di mentalità: vai in America e invece di sbatterti tu a imparare un inglese decente sei felice di avere gente (ispanica o slava, manco connazionale) che parla la tua lingua.
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..di conseguenza il fatto di avere in squadra persone che parlano la sua lingua, dovrebbe causare in Andrea diniego e disappunto?
Immagino che quando ti rechi in viaggio all'estero e senti qualcuno vicino a te parlare italiano ti girino i coglioni in modo indescrivibile
Immagino che quando ti rechi in viaggio all'estero e senti qualcuno vicino a te parlare italiano ti girino i coglioni in modo indescrivibile

"Avvertivo gli occhi prendere contatto con le parole stampate sulle pagine, senza che tuttavia da esse si levasse più nessun significato. Quei segni neri apparivano del tutto fuorvianti, un'arbitraria congerie di linee e curve che non trasmetteva null'altro se non il proprio mutismo."
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