Stagione 2015/2016 di Andrea "Il Mago" Bargnani: cap. X @Nets

Rise and fall di un giocatore che o si ama o si odia. Noi lo abbiamo amato, finchè è durata!
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ElBargo
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Re: Stagione 2015/2016 del Mago cap. 10 - Brooklyn Nets

Messaggioda ElBargo » 17/07/2015, 14:54

Ragazzi mettiamoci d'accordo però... prima si dice che il Mago fa schifo in quanto a comunicazione, che il suo procuratore non lo sa mettere sul mercato, etc. e poi crediamo a queste voci? Io non penso che i Nets facciano la carità a nessuno, tantomeno a uno con la reputazione di Andrea... e visto che c'era anche un'offerta dei Kings questa storia si dissolve come un peto nella brezza primaverile.
Che il Mago voglia rimanere a NY può essere vero e non ci vedo niente di male... ma da qui a dire che è andato a bussare alla porta dei Nets implorando per un contratto la vedo come una cosa assurda.
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Re: Stagione 2015/2016 del Mago cap. 10 - Brooklyn Nets

Messaggioda skip to my lou » 17/07/2015, 15:06

[quote="andredici":1gvaquxx]Che ne dite di questo virgolettato di buffa riportato da vari siti:


[quote="FEDERICO BUFFA":1gvaquxx] "Capisco che il Mago non abbia voluto lasciare New York e abbia deciso di firmare al minimo salariale. Perchè andare via?[/quote:1gvaquxx]

ho paura che si inserisca nel solco di schaumann e soci. E' pur vero che l'avvocato non ha mai amato il mago, ma qui sembra ammiccare pesantemente alle voci di cui sopra[/quote:1gvaquxx]



stava parlando di ny e di quanto lui la ami e di quanto sia meravigliosa e giustamente si cheideva perchè uno dovrebbe andarsene da una meraviglia del genere.
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Re: Stagione 2015/2016 del Mago cap. 10 - Brooklyn Nets

Messaggioda Mikele » 17/07/2015, 15:25

[quote="The Huge":219ijeb7][quote="Ruchi":219ijeb7]Eppero', e poi critichiamo gli utenti di RealGM?[/quote:219ijeb7]


:lol:

I post intelligenti spesso passano inosservati ... :approved:[/quote:219ijeb7]

Lo avevo notato invece
E avevo deciso di NON rispondere
Visto che insisti lo faccio ora
Parallelo coi tifosi di RealGM? Casoma il parallelo lo si può fare tra Schumann e Silverman (a proposito due cognomi ebraici) che scrivon cazzate esattamente come i torontini e i knickambuli di realGM

Perchè se si sta sulla critica va bene, ci sta
Se si passa in pratica all'offesa (e "Meglio uno che non sta in piedi che lui" lo è) o alla distorsione della realtà (vedasi articolo su Vice dove vien fatto passare per uno che spara solo triple ed invece ne ha tirate pochissime) allora la reazione non è immotivata

Facendo la battutaccia "NOn siam noi che siam razzisti, son loro che son negri" (anzi ebrei)

P.s. Silverman poi deve essere un bel fenomeno.
Ho dato un'occhiata a quello che scrive su Vice
A marzo sciriveva sta tirata contro Melo ad es.
https://sports.vice.com/en_us/article/c ... the-mirror
(non siamo ai livelli di anti-Mago ma quasi)
Vengon segnalate file di FA che intasano il ponte di Brooklyn.
Son tutti desiderosi di avere a che fare con pennivendoli del genere

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Re: Stagione 2015/2016 del Mago cap. 10 - Brooklyn Nets

Messaggioda CARTMAN » 17/07/2015, 15:35

Cmq il tizio ci sta perculando...dice di essere contento dei suoi nuovi fan italiani

- Ps Dovremmo fare come i pescaresi con la pagina Facebook Dell Islanda -
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Re: Stagione 2015/2016 del Mago cap. 10 - Brooklyn Nets

Messaggioda mago romano » 17/07/2015, 16:36

Roma, 2001
“Andrea, tu da oggi mi fai cinquecento realizzati al giorno, hai capito?”
Le parole di Roberto Castellano risuonano perentorie all’interno della piccola palestra. Nella Capitale italiana il club della Stella Azzurra non è una squadra di pallacanestro: è un’istituzione. Ha raggiunto il suo massimo splendore quando, in Italia, si stavano affacciando i primi americani veramente forti (tra gli anni Cinquanta e gli anni Ottanta), ha giocato ventidue stagioni di massima serie, e fino a quel momento è famosa per aver lanciato nel gotha della pallacanestro nazionale un signore all’apparenza burbero e dalle idee tecniche innovative: si chiama Valerio Bianchini, e sarà il primo allenatore a regalare uno Scudetto alla principale squadra romana, che all’epoca si chiamava Banco Roma.
La Stella Azzurra milita adesso in Serie B2, un luogo magico nel quale si creano vere e proprie leggende, ed è da qui, da questa piccola palestra nella periferia romana che ha inizio la storia di un ragazzo che, vi piaccia o meno, passerà alla storia della nostra palla a spicchi. L’Andrea al quale facevamo riferimento nella nostra citazione iniziale è Andrea Bargnani, figlio di Luisella Balducci, che era stata giocatrice prima di dedicarsi alla carriera e alla famiglia, e quando entra in quel luogo tanto prestigioso è soltanto un ragazzino nettamente più alto rispetto alla media dei suoi compagni, ma altrettanto timido. La faccia è quella spaesata di chi deve inserirsi in un ambiente a lui completamente estraneo, e quando sei un tipo riservato è doppiamente difficile rompere le barriere iniziali. Andrea ha sedici anni, eppure i dirigenti della squadra decidono di aggregarlo immediatamente alla categoria dei “grandi”. In lui hanno visto qualcosa oltre quel muro di ghiaccio impenetrabile che sono i suoi occhi. Trovo che sia molto difficile leggere le intenzioni e i pensieri di chi ha gli occhi chiari: è una mia opinione personale, ma forse è quello che devono aver pensato anche i tecnici della Stella Azzurra quando osservavano Bargnani dominare nelle categorie giovanili, non solo per la spropositata prestanza fisica rispetto ai pari età, ma anche per le innate doti tecniche e l’intelligenza nel capire il gioco: “Andrea, perché non sorridi? Perché non ti incazzi? Dacci un segno!” E invece no. Tutto regolare, un ventello dopo l’altro, un passo in più verso i vertici della pallacanestro italiana.
Coach Roberto Castellano è uno che ne ha viste tante. E’ stato un giocatore per la Virtus Roma fino ad inizio anni ’90, e poi è diventato un allenatore a livello giovanile. Ha un faccione pieno, i capelli bianchi, assomiglia a un allenatore da film sportivo americano, di quelli che i primi cinque minuti sono i peggiori stronzi sulla faccia della Terra, ma poi capisci che lo fanno per il bene della squadra e per insegnare ai propri ragazzi cosa voglia dire essere uomini prima che giocatori. Di solito la sceneggiatura prevede per loro una o più frasi ad effetto motivazionale, ma visto che questa è la realtà non abbiamo una citazione di questo tipo. La prima cosa che Castellano pensa quando vede Bargnani in palestra è che ci sarà da lavorare tanto per renderlo in grado di scendere in campo a livello senior. Il ragazzo è dotato, è alto e lungo, ma manca di massa muscolare: come farà ad affrontare gli arcigni difensori della B2? Notoriamente i giovani nel basket italiano sono maltrattati, sia fuori sia dentro al campo: non è nonnismo, è quasi un rito di iniziazione al quale ci si deve sottoporre per riuscire ad essere accettati dal microcosmo basket. Questo Bargnani lo sa, ma al suo livello attuale non ha una sola chance di poter competere a livello fisico con gente di 30-35 anni che conosce ogni trucco per spazzarti via e dominarti. Ed è proprio per questo motivo che al coach viene un’idea: “Andrea, tu diventerai un tiratore. L’ex giocatore della Virtus Roma ha questa visione, e un po’ per spirito di adattamento, un po’ per reali convinzioni tecniche decide di lavorare instancabilmente col nuovo arrivato.
[img:1doilbia]http://i0.wp.com/www.my-basket.it/wp-content/uploads/2014/12/bargna-Stella-Azzurra.jpg[/img:1doilbia]
La periferia romana, ormai abbiamo imparato a comprenderlo, non è un posto facile per vivere. Andrea non viene da uno di questi quartieri, è un giovane di buona famiglia, non ha storie travagliate alle spalle e ha vissuto piuttosto tranquillamente la propria infanzia. Questo non significa però che non abbia fatto sacrifici per raggiungere i propri obiettivi, ma soprattutto per giocare ancora un po’ di più allo sport che tanto lo appassiona. Quando i compagni di scuola sono a un compleanno, all’oratorio o iniziano ad uscire, a organizzarsi in compagnie per dare un senso alla nuova stratificazione sociale tra le nuove generazioni, Andrea è ad allenarsi, individualmente o con la squadra, in una qualche palestra, e probabilmente sta pensando al turno di campionato che deve ancora venire. E che sarebbe meglio vincere.
Roberto e Andrea diventano una cosa sola. Tra di loro c’è un feeling particolare, perché il coach ha capito qualcosa che tutti gli altri non sono riusciti ancora a vedere in lui. Lavorano insieme, ma prima di tutto viene messo in chiaro che senza almeno cinquecento tiri da tre realizzati al giorno il sedicenne romano non avrebbe potuto guadagnare la via delle docce. Castellano gli reimposta la meccanica, lo corregge sulla posizione delle braccia, delle gambe e dei gomiti. Tirare a canestro, lo dicono in molti, è come un flusso, una cascata che viaggia tutta insieme all’unisono, al solo e unico scopo di sentire il nylon scuotersi. Non riesco ad immaginare la forza di volontà che ci voglia per sopportare intere sessioni di tiro, interminabili ore passate ad eseguire soltanto un movimento, a ripeterlo fino a quando non è interiorizzato e diventa automatico. Ancor di più faccio fatica ad immaginarlo all’età di sedici anni. Che il coach avesse già pronosticato un basket moderno in cui la specializzazione sarebbe stata più importante della completezza? Sicuramente lavorare su un ragazzo ancora in fase di sviluppo deve aver reso le cose minimamente più facili, perché Andrea si convince in questo momento di avere davanti un avvenire luminoso. Allo stesso tempo però aumenta la pressione su di lui, seppur in ambito locale.
Andrea Bargnani è il primo prodotto del basket romano dai tempi di Davide Ancilotto (che pure romano non era). Essere una grande speranza del basket, così come del calcio, essere romano e giocare in una squadra della propria città, seppure a livelli mediatici e tecnici piuttosto bassi, non è facile. Vero: di basket le infiammate radio capitoline parlano raramente, ma le voci girano, l’ambiente degli appassionati di pallacanestro romani è piuttosto florido. Bargnani è pur sempre un sedicenne che gioca in prima squadra, fatto che può essere giustificato soltanto nel caso di un fenomeno che passa una volta ogni dieci anni, e tutti non aspettano altro che sbagli una partita o anche una semplice giocata per poter dire che i dirigenti e gli osservatori della Stella Azzurra si sbagliavano. La sua carriera è da sempre caratterizzata dal dover necessariamente fare qualcosa in più, un peso non sempre sostenibile.
[b:1doilbia]
[quote:1doilbia]Datome[/b:1doilbia]: "Andrea ha avuto una storia diversa dalla mia in America, ha fatto la sua scelta, è un ragazzo super intelligente e ambizioso a cui voglio un mondo di bene".[/quote:1doilbia]
[b:1doilbia]
[quote:1doilbia]Messina[/b:1doilbia]:"Andrea vuole dimostrare a se stesso che può farcela. Sarei sorpreso se mollasse e dicesse 'torno a casa'...”
Poco più avanti inoltre, coach Messina si espone reputando Bargnani un ottimo elemento della triangle offense: “non è un giocatore da post basso, non è il suo modo di giocare. Io penso che Andrea sia un ottimo giocatore per la triangle. Ha un'ottima mano, non è un cattivo passatore e ha una buona visione di gioco."
[/quote:1doilbia]
[quote:1doilbia][b:1doilbia]Blatt[/b:1doilbia]:Bargnani and Cavaliers coach David Blatt won a championship together in 2006 for Benetton Treviso in Italy. Blatt said he's "not really surprised'' that Bargnani has had his struggles, and that injuries more than his play "derailed'' his career.
"I think therein lies the difficulties,'' Blatt said Sunday. "He's a particular kind of player. He's a very, very unusual 7-foot player. But when used right or when playing in the same system, he's very, very effective. I'd just like to see him healthy because I know he's got a great deal to offer any NBA team.'

Blatt was asked to name the best player he ever coached overseas and responded with five names: Anthony Parker, Andrei Kirilenko, Nikola Vujcic, Sarunas Jasikevicius and Andrea Bargnani.
Blatt said all of those players, plus LeBron James, have a “willingness to take responsibility and a sense of purpose in everything they did on and off the court.'
[/quote:1doilbia]

FORZA MAGO!
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Re: Stagione 2015/2016 del Mago cap. 10 - Brooklyn Nets

Messaggioda Mikele » 17/07/2015, 16:42

Welcome back!! :approved:

ernie
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Re: Stagione 2015/2016 del Mago cap. 10 - Brooklyn Nets

Messaggioda ernie » 17/07/2015, 16:48

[quote="Mikele":2jxegmz2] Casoma il parallelo lo si può fare tra Schumann e Silverman (a proposito due cognomi ebraici)[/quote:2jxegmz2]

Senti, non è mio compito moderare qui, quindi te lo chiedo come gentilezza nei miei confronti: potresti piantarla con queste cretinate, anche un po' offensive per chiunque conservi un minimo di decenza?

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Re: Stagione 2015/2016 del Mago cap. 10 - Brooklyn Nets

Messaggioda Franco » 17/07/2015, 16:51

Che piacere rileggerti mago romano!
MAGOTALEBANO - FORZA ANDREA - IO CI CREDO N.1 - TORNA A CASA MAGO :ita: TORNA IN ITALIA ALLA VIOLA :banana: anzi forse no :shock:

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Re: Stagione 2015/2016 del Mago cap. 10 - Brooklyn Nets

Messaggioda wisconsin » 17/07/2015, 17:08

[quote="Franco":3qfqfjbr]Parto con lìOT lungo (ma vi assicuro che è divertente)e vado con un po' di esempi che lessi su Il Sole-24 ore un bel po' di anni fa

1) un tizio prende una scatoletta di carne, non ha l'apriscatole, che fa? Usa il cacciavite
Ovviamente, senza nemmeno bisogno di gridare al miracolo, si procura delle stimmate come Padre Pio.
Fa causa e.. La vince!! (e quindi quelli che fabbrican cacciaviti cominciano a scrivere "Non usarlo come apriscatole")

2) Saliamo di livello.
Una tizia ha un gatto, quello esce e torna tutto bagnato perchè piove.
Povero micio, adesso ti asciugo. Una persona normale userebbe un asciugamano, al limite un asciugacapelli.
Lei no, è tecnologica.
E ficca il gatto nel microonde. Il gatto in effetti si asciuga ma il suo fisico non la prende benissimo
Causa alla ditta e.. VINCE !! (io l'avrei deportata a Guantanamo)

3) Colmo dei colmi e riguarda una azienda italiana, la Weissenfels.
Sì, quella che produce le catene da neve Clik-Clak ecc
Beh, sta ditta produce anche catene per altri usi, particolarmente resistenti.
Un tizio ne compra una e ci chiude il cancello di casa con un lucchettone esagerato.
A quel punto entra in scena il ladro di turno con tanto di tronchesona.
Che cerca di tagliare la catena ma quella fa partire una scheggia ed il ladro ci perde l'occhio
E fa causa :shock: E la vince!!! :shock: :shock: :shock: E deve pagare la Weissenfels :oops:
Motivazione? Il danno sofferto è smisurato rispetto al reato

Queste 3 sentenze fanno precedente
Ma giudici del genere andrebbero portati dritti al manicomio

P.s. C'è mica qualcuno che abbia voglia di dare un'occhiata al libretto di istruzioni di una Dodge, una Cadillac o una macchina americana?
Mi piacerebbe sapere se c'è scritto "non galleggia, non usare su specchi d'acqua perchè affonda"

@ Mikele: Ho studiato un pò di legislazione USA in università, era un esame complementare. Verisismo loro si basano sui precedenti. Il precedente fa stato ad ogni effetto di legge. Il punto è che da un noi un Giudice rimbabito fa un danno a pochi, da loro a tanti.

Corretta la tua interpretazione sulla differenza tra diffamazione e calunnia
Però attento. Il reato di diffamazione (specialmente a mezzo stampa) non viene più ravvisato (nel senso che l'imputatto viene assolto) qualora i fatti risultino veri
Ad es. se io scrivo che Berlusconi frequentava delle signorine e le pagava e ci andava pure a letto magari non gli fa piacere ma non son condannabile perchè il fatto è vero nonchè accertato (pure giudizialmente)
AAA citofonare Gabanelli (ne ha beccate millanta di denunce per diffamazione, non ne ha persa una)

Hai ragione Mikele, il mio era solo un esempio tra i tanti che avrei potuto fare. Poi per la diffamazione a mezzo stampa è cambiato tutto.
Anche io ho seguito e seguo la Gabbanelli e queste cose le vivo tutti i giorni... anche se nelle aule civili e non penali dei Tribunali

Scusate per l'OT[/quote:3qfqfjbr]

Secondo te perché tutte le tazze di caffè nei fast food/ starbucks hanno scritto "caution hot"? :azz:
Riporto la più bella: un tizio di NY (probabilmente Schuhmann) che denuncia Dio perché tutto gli va storto. Il giudice chiude la pratica perché "il difendente non è in grado di presentarsi in aula per difendersi".
Fine OT
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Re: Stagione 2015/2016 del Mago cap. 10 - Brooklyn Nets

Messaggioda wisconsin » 17/07/2015, 17:14

[quote="mago romano":3fwkk31j]Roma, 2001
“Andrea, tu da oggi mi fai cinquecento realizzati al giorno, hai capito?”
Le parole di Roberto Castellano risuonano perentorie all’interno della piccola palestra. Nella Capitale italiana il club della Stella Azzurra non è una squadra di pallacanestro: è un’istituzione. Ha raggiunto il suo massimo splendore quando, in Italia, si stavano affacciando i primi americani veramente forti (tra gli anni Cinquanta e gli anni Ottanta), ha giocato ventidue stagioni di massima serie, e fino a quel momento è famosa per aver lanciato nel gotha della pallacanestro nazionale un signore all’apparenza burbero e dalle idee tecniche innovative: si chiama Valerio Bianchini, e sarà il primo allenatore a regalare uno Scudetto alla principale squadra romana, che all’epoca si chiamava Banco Roma.
La Stella Azzurra milita adesso in Serie B2, un luogo magico nel quale si creano vere e proprie leggende, ed è da qui, da questa piccola palestra nella periferia romana che ha inizio la storia di un ragazzo che, vi piaccia o meno, passerà alla storia della nostra palla a spicchi. L’Andrea al quale facevamo riferimento nella nostra citazione iniziale è Andrea Bargnani, figlio di Luisella Balducci, che era stata giocatrice prima di dedicarsi alla carriera e alla famiglia, e quando entra in quel luogo tanto prestigioso è soltanto un ragazzino nettamente più alto rispetto alla media dei suoi compagni, ma altrettanto timido. La faccia è quella spaesata di chi deve inserirsi in un ambiente a lui completamente estraneo, e quando sei un tipo riservato è doppiamente difficile rompere le barriere iniziali. Andrea ha sedici anni, eppure i dirigenti della squadra decidono di aggregarlo immediatamente alla categoria dei “grandi”. In lui hanno visto qualcosa oltre quel muro di ghiaccio impenetrabile che sono i suoi occhi. Trovo che sia molto difficile leggere le intenzioni e i pensieri di chi ha gli occhi chiari: è una mia opinione personale, ma forse è quello che devono aver pensato anche i tecnici della Stella Azzurra quando osservavano Bargnani dominare nelle categorie giovanili, non solo per la spropositata prestanza fisica rispetto ai pari età, ma anche per le innate doti tecniche e l’intelligenza nel capire il gioco: “Andrea, perché non sorridi? Perché non ti incazzi? Dacci un segno!” E invece no. Tutto regolare, un ventello dopo l’altro, un passo in più verso i vertici della pallacanestro italiana.
Coach Roberto Castellano è uno che ne ha viste tante. E’ stato un giocatore per la Virtus Roma fino ad inizio anni ’90, e poi è diventato un allenatore a livello giovanile. Ha un faccione pieno, i capelli bianchi, assomiglia a un allenatore da film sportivo americano, di quelli che i primi cinque minuti sono i peggiori stronzi sulla faccia della Terra, ma poi capisci che lo fanno per il bene della squadra e per insegnare ai propri ragazzi cosa voglia dire essere uomini prima che giocatori. Di solito la sceneggiatura prevede per loro una o più frasi ad effetto motivazionale, ma visto che questa è la realtà non abbiamo una citazione di questo tipo. La prima cosa che Castellano pensa quando vede Bargnani in palestra è che ci sarà da lavorare tanto per renderlo in grado di scendere in campo a livello senior. Il ragazzo è dotato, è alto e lungo, ma manca di massa muscolare: come farà ad affrontare gli arcigni difensori della B2? Notoriamente i giovani nel basket italiano sono maltrattati, sia fuori sia dentro al campo: non è nonnismo, è quasi un rito di iniziazione al quale ci si deve sottoporre per riuscire ad essere accettati dal microcosmo basket. Questo Bargnani lo sa, ma al suo livello attuale non ha una sola chance di poter competere a livello fisico con gente di 30-35 anni che conosce ogni trucco per spazzarti via e dominarti. Ed è proprio per questo motivo che al coach viene un’idea: “Andrea, tu diventerai un tiratore. L’ex giocatore della Virtus Roma ha questa visione, e un po’ per spirito di adattamento, un po’ per reali convinzioni tecniche decide di lavorare instancabilmente col nuovo arrivato.
[img:3fwkk31j]http://i0.wp.com/www.my-basket.it/wp-content/uploads/2014/12/bargna-Stella-Azzurra.jpg[/img:3fwkk31j]
La periferia romana, ormai abbiamo imparato a comprenderlo, non è un posto facile per vivere. Andrea non viene da uno di questi quartieri, è un giovane di buona famiglia, non ha storie travagliate alle spalle e ha vissuto piuttosto tranquillamente la propria infanzia. Questo non significa però che non abbia fatto sacrifici per raggiungere i propri obiettivi, ma soprattutto per giocare ancora un po’ di più allo sport che tanto lo appassiona. Quando i compagni di scuola sono a un compleanno, all’oratorio o iniziano ad uscire, a organizzarsi in compagnie per dare un senso alla nuova stratificazione sociale tra le nuove generazioni, Andrea è ad allenarsi, individualmente o con la squadra, in una qualche palestra, e probabilmente sta pensando al turno di campionato che deve ancora venire. E che sarebbe meglio vincere.
Roberto e Andrea diventano una cosa sola. Tra di loro c’è un feeling particolare, perché il coach ha capito qualcosa che tutti gli altri non sono riusciti ancora a vedere in lui. Lavorano insieme, ma prima di tutto viene messo in chiaro che senza almeno cinquecento tiri da tre realizzati al giorno il sedicenne romano non avrebbe potuto guadagnare la via delle docce. Castellano gli reimposta la meccanica, lo corregge sulla posizione delle braccia, delle gambe e dei gomiti. Tirare a canestro, lo dicono in molti, è come un flusso, una cascata che viaggia tutta insieme all’unisono, al solo e unico scopo di sentire il nylon scuotersi. Non riesco ad immaginare la forza di volontà che ci voglia per sopportare intere sessioni di tiro, interminabili ore passate ad eseguire soltanto un movimento, a ripeterlo fino a quando non è interiorizzato e diventa automatico. Ancor di più faccio fatica ad immaginarlo all’età di sedici anni. Che il coach avesse già pronosticato un basket moderno in cui la specializzazione sarebbe stata più importante della completezza? Sicuramente lavorare su un ragazzo ancora in fase di sviluppo deve aver reso le cose minimamente più facili, perché Andrea si convince in questo momento di avere davanti un avvenire luminoso. Allo stesso tempo però aumenta la pressione su di lui, seppur in ambito locale.
Andrea Bargnani è il primo prodotto del basket romano dai tempi di Davide Ancilotto (che pure romano non era). Essere una grande speranza del basket, così come del calcio, essere romano e giocare in una squadra della propria città, seppure a livelli mediatici e tecnici piuttosto bassi, non è facile. Vero: di basket le infiammate radio capitoline parlano raramente, ma le voci girano, l’ambiente degli appassionati di pallacanestro romani è piuttosto florido. Bargnani è pur sempre un sedicenne che gioca in prima squadra, fatto che può essere giustificato soltanto nel caso di un fenomeno che passa una volta ogni dieci anni, e tutti non aspettano altro che sbagli una partita o anche una semplice giocata per poter dire che i dirigenti e gli osservatori della Stella Azzurra si sbagliavano. La sua carriera è da sempre caratterizzata dal dover necessariamente fare qualcosa in più, un peso non sempre sostenibile.
[b:3fwkk31j]
[quote:3fwkk31j]Datome[/b:3fwkk31j]: "Andrea ha avuto una storia diversa dalla mia in America, ha fatto la sua scelta, è un ragazzo super intelligente e ambizioso a cui voglio un mondo di bene".[/quote:3fwkk31j]
[b:3fwkk31j]
[quote:3fwkk31j]Messina[/b:3fwkk31j]:"Andrea vuole dimostrare a se stesso che può farcela. Sarei sorpreso se mollasse e dicesse 'torno a casa'...”
Poco più avanti inoltre, coach Messina si espone reputando Bargnani un ottimo elemento della triangle offense: “non è un giocatore da post basso, non è il suo modo di giocare. Io penso che Andrea sia un ottimo giocatore per la triangle. Ha un'ottima mano, non è un cattivo passatore e ha una buona visione di gioco."
[/quote:3fwkk31j]
[quote:3fwkk31j][b:3fwkk31j]Blatt[/b:3fwkk31j]:Bargnani and Cavaliers coach David Blatt won a championship together in 2006 for Benetton Treviso in Italy. Blatt said he's "not really surprised'' that Bargnani has had his struggles, and that injuries more than his play "derailed'' his career.
"I think therein lies the difficulties,'' Blatt said Sunday. "He's a particular kind of player. He's a very, very unusual 7-foot player. But when used right or when playing in the same system, he's very, very effective. I'd just like to see him healthy because I know he's got a great deal to offer any NBA team.'

Blatt was asked to name the best player he ever coached overseas and responded with five names: Anthony Parker, Andrei Kirilenko, Nikola Vujcic, Sarunas Jasikevicius and Andrea Bargnani.
Blatt said all of those players, plus LeBron James, have a “willingness to take responsibility and a sense of purpose in everything they did on and off the court.'
[/quote:3fwkk31j]

FORZA MAGO![/quote:3fwkk31j]

Come direbbero da queste parti "I rest my case".
Mago romano, ben tornato. Buon segno. Anche solo le citazioni di 2 coach che qualcosa ne capiscono dovrebbero zittire Schuhmann. Qualcuno a voglia di postarle sul suo Twitter e vedere cosa tira fuori?
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Re: Stagione 2015/2016 del Mago cap. 10 - Brooklyn Nets

Messaggioda cippa lippa » 17/07/2015, 17:30

[quote="wisconsin":2z0bxij6] Anche solo le citazioni di 2 coach che qualcosa ne capiscono dovrebbero zittire Schuhmann. Qualcuno a voglia di postarle sul suo Twitter e vedere cosa tira fuori?[/quote:2z0bxij6]


No dai, basta. Gli state dando troppa importanza e lo state rendendo felice (ma quando mai avrà avuto tutta questa attenzione?). [b:2z0bxij6]Non scrivetegli più niente[/b:2z0bxij6], fatelo ritornare nel suo anonimato di fatto, nella sua mediocrità esistenziale.

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Re: Stagione 2015/2016 del Mago cap. 10 - Brooklyn Nets

Messaggioda Mikele » 17/07/2015, 17:57

[quote="ernie":1ip600hv][quote="Mikele":1ip600hv] Casoma il parallelo lo si può fare tra Schumann e Silverman (a proposito due cognomi ebraici)[/quote:1ip600hv]

Senti, non è mio compito moderare qui, quindi te lo chiedo come gentilezza nei miei confronti: potresti piantarla con queste cretinate, anche un po' offensive per chiunque conservi un minimo di decenza?[/quote:1ip600hv]


Calma..
La mia era una semplice constatazione, tutti e due han cognomi ebraici (Silverman sicuramente)

Ti dirò, a me era venuto un altro dubbio qualche giorno fa
"Ma non è che c'è qualcuno a cui ha fatto uno sgarbo che gli muove tutta sta roba intorno? Che ne so, ha rotto con la Primo Pasta che magari è in mano ad un amico degli amici e roba simile
O magari siccome a suo tempo si dichiarò fan di bertinotti i maccartisti gli dan contro.
Ma non credo che sia andato fare un attentato ad una sinagoga (almeno spero)

ernie
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Re: Stagione 2015/2016 del Mago cap. 10 - Brooklyn Nets

Messaggioda ernie » 17/07/2015, 18:34

[quote="Mikele":2osh522q][quote="ernie":2osh522q][quote="Mikele":2osh522q] Casoma il parallelo lo si può fare tra Schumann e Silverman (a proposito due cognomi ebraici)[/quote:2osh522q]

Senti, non è mio compito moderare qui, quindi te lo chiedo come gentilezza nei miei confronti: potresti piantarla con queste cretinate, anche un po' offensive per chiunque conservi un minimo di decenza?[/quote:2osh522q]


Calma..
La mia era una semplice constatazione, tutti e due han cognomi ebraici (Silverman sicuramente)

[/quote:2osh522q]

Certo, una semplice constatazione. Alla luce dei tuoi interventi in cui, per screditarne le opinioni, sproloqui sulla fisiognomica di questo tizio che scrive cose per te sgradevoli su Bargnani, mi permetti di chiederti perché hai sentito l'esigenza di comunicarci questa tua semplice constatazione?

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mago romano
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Re: Stagione 2015/2016 del Mago cap. 10 - Brooklyn Nets

Messaggioda mago romano » 17/07/2015, 18:46

Messina e Blatt sono sicuramente tra i 5 migliori allenatori NON USA degli ultimi 20-30 anni.

I 2 giornalisti in questione sono semplicemente nella lista degli sconosciuti della comunicazione mondiale. Non sanno nemmeno di cosa stanno parlando. La risposta fornita al buon Simone della Gazzetta è, eufemisticamente, da ritiro immediato del patentino da giornalista.

Ragazzi, è peggio che dare ascolto e rispondere a quei repressi razzisti, mai dediti all'attività sportiva di qualsiasi tipo e a qualsiasi livello, dediti, alcontrario e da sempre, all'autoerotismo e che scrivono puttanate cestistiche su realgm.

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Re: Stagione 2015/2016 del Mago cap. 10 - Brooklyn Nets

Messaggioda crazycry10 » 17/07/2015, 20:24

[quote="mago romano":1vn89io8]Messina e Blatt sono sicuramente tra i 5 migliori allenatori NON USA degli ultimi 20-30 anni.

I 2 giornalisti in questione sono semplicemente nella lista degli sconosciuti della comunicazione mondiale. Non sanno nemmeno di cosa stanno parlando. La risposta fornita al buon Simone della Gazzetta è, eufemisticamente, da ritiro immediato del patentino da giornalista.

Ragazzi, è peggio che dare ascolto e rispondere a quei repressi razzisti, mai dediti all'attività sportiva di qualsiasi tipo e a qualsiasi livello, dediti, alcontrario e da sempre, all'autoerotismo e che scrivono puttanate cestistiche su realgm.

In sostanza: W la MONA, W Andrea![/quote:1vn89io8]
MI SEI MANCATO!!!! Grande magoneeeee


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