Resoconto --> Hellas Verona vs Padova 2-2 (pt 1-0, 1-1, 2-1, st 2-2)
Il Padova esce dalla seconda trasferta più calda del campionato esattamente come era uscito dalla prima, vale a dire strappando un pari che è più figlio della qualità dei singoli che non di un'organizzazione di gioco travolgente come poteva essere quella dell'ultimo Padova dell'anno scorso o quella che si sta iniziando a intravedere tra le mura amiche.
Fortuna, esperienza o bravura (fosse un quiz di Mike Bongiorno stasera opterei per la A), il Padova riesce a limitare i danni nel primo tempo, dove in campo sostanzialmente si è visto solo l'Hellas, indemoniato e oltremodo brillante grazie soprattutto all'ottima lettura della partita da parte di Mandorlini che non ha lasciato ad alcuni giocatori chiave del Padova (leggi Marcolini e Milanetto) il tempo di ambientarsi, aggredendoli con raddoppi costanti e tali da costringere i biancoscudati a ricorrere spesso al lancio, guarda caso proprio nel giorno in cui era assente Ruopolo, unico patavino che per caratteristiche è in grado di far salire la squadra ricevendo palla alta.
Nel secondo tempo, vuoi perchè non si può correre come ha corso il Verona per '90, vuoi perchè comunque il Padova è salito in cattedra (questa volta sì come si confà alle squadre veramente forti che hanno capito di essersela vista brutta ma di poter ancora rimediare) alla fine è arrivato il pari di Cacia. Un lampo, un colpo da gran giocatore così come il gol di Cutolo. Due prodezze, appunto.
Gli ultimi venti minuti oscillano senza annoiare in un trade off tra la volontà del Padova di prendersi una vittoria che, francamente, sarebbe stata in esubero rispetto ai meriti e la paura di Dal Canto di veder interrotta l'ormai clamorosa striscia di risultati utili in regular season (il mister di Castelfranco deve ancora perdere una partita di stagione regolare da quando siede sulla panchina che fu di Rocco).
Finisce con un 2-2 giusto un derby bello e nervoso, derby destinato a passare agli annali soprattutto per la diatriba a distanza tra Cutolo e il pubblico veronese, che ha raggiunto la sua apoteosi al momento del gol dell'attaccante napoletano che, in sequenza, ha prima mimato il gesto delle orecchie verso la curva dell'Hellas, poi fatto segni di esultanza verso la ovest e infine messo a tacere e fatto infuriare Mandorlini, nell'occasione espulso.
Ci si chiede: perchè? Ebbene a Verona non hanno ancora perdonato ad Aniello, subissato di offese e fischi per tutta la gara, un clamoroso errore sottoporta che, di fatto, costò al Verona la sconfitta col lo Spezia ai playout del 2007 e, sempre di fatto, quattro anni di purgatorio in serie C.
C'è da chiedersi se il nostro abbia fatto bene o noa reagire così, ma questa è un'altra storia.
Diciamo che lui

, per ora, è il giocatore transitato per Padova di cui io sia maggiormente calcisticamente innamorato, ovviamente assieme a Sfenanino (Alex non fa testo)..
Ti amo terrone

Mandorlini suca
