
Non il vostro normale primo turno tra numero 3 e numero 6: Dallas e Portland si affacciano alla loro serie sostanzialmente alla pari, sia perchè i Blazers hanno dei buoni accoppiamenti difensivi da opporre a Nowitzki, sia per quella sorta di maledizione che sembra accompagnare i Mavericks quando arriva la primavera. Ma andiamo più nello specifico.
(3) DALLAS MAVERICKS (57-25)
Nonostante il terzo posto ad Ovest, alla pari dei Lakers ed il quarto miglior record della NBA, nessuno si aspetta che questi Mavericks vadano oltre al secondo turno, anzi, forse ci si aspetta proprio qui il primo upset dei playoff. La verità è che i Mavs sono ormai caduti in quello strano limbo delle squadre che non possono 'né scendere e né salire': troppo forti per non fare una Regular Season di testa, se non altro per le pittoriche mani del tedesco; troppo deboli per poter competere per l'anello, dopo aver gettato quello del 2006 e probabilmente anche quello del 2007. Dopo tanti anni di tentativi andati male, però, finalmente Mark Cuban è riuscito a piazzare un bel colpo di mercato: Tyson Chandler è stato uno dei giocatori più migliorati della stagione NBA, andando vicino a registrare una doppia doppia di media (10.1 e 9.4) con un ottimo 65% dal campo, e dando un altro impatto alla difesa di Dallas dopo gli anni del roccioso ma pur sempre vecchio Erick Dampier. Certo, giocare vicino ad un genio – per quanto calante - della pallacanestro come Jason Kidd aiuta sempre, però la presenza di Chandler ha dato indubbiamente una grande dimensione interna di intimidazione, coprendo le spalle a Nowitzki, libero di sciorinare basket in post e dal gomito come solo i più grandi poeti del basket potrebbero fare. Il resto della squadra è il solito grande accorpamento di talento e profondità di roster, senza però avere grande capo né coda: chiudono il quintetto Beaubois in guardia (anche se nell'ultima di RS con gli Hornets è stato provato Stevenson) e Marion in ala piccola, con Terry solito sesto uomo di lusso ed una panchina sostanzialmente infinita con Stojakovic, Stevenson, Brewer, Barea, Cardinal, Haywood, Mahinmi e probabilmente tornerà anche Caron Butler, che però in stagione ha giocato solo 29 partite.
(6) PORTLAND TRAIL BLAZERS (48-34)
Sono riusciti i Blazers a tenersi lontani dagli infortuni in questa stagione? Ovviamente no, visto che pedine importantissime come Brandon Roy, Marcus Camby ed il sempiterno infortunato Greg Oden hanno saltato molte partite anche in questa stagione (rispettivamente 35, 22 e 82). Facendo di necessità virtù, specie per l'assenza di Camby, coach McMillan ha costruito in questa stagione una nuova strutturazione per il suo attacco, con rotazioni ridotte all'osso: quintetto small, con Gerald Wallace da 4 e LaMarcus Aldridge da 5, molti pick'n'roll con Andre Miller, missmatch continui e tiri comodi spot-up per tiratori come Matthews, Batum, Fernandez, Mills e Roy. In particolare, la stagione dei due 'lunghi' è la notizia più lieta per i Blazers: Aldridge è andato sopra i venti punti di media (21.
Avendo già più o meno parlato delle rotazioni, passiamo a parlare della tattica e dei matchup: ora, Dallas è una squadra che in casa solitamente dà il meglio di se, riuscendo a correre con più facilità seguendo le giocate geniali di Jason Kidd e trovando con maggiore efficacia i propri tiratori dall'arco, specie Terry. In trasferta questa tendenza va necessariamente diminuendo, ed anche al fortino del Rose Garden (probabilmente l'arena più calda della NBA) questo accadrà, aumentando ancora di più le responsabilità offensive di Nowitzki nella serie. Ma se i Mavs fanno leggermente più fatica in trasferta che in casa, questa tendenza si nota ancora di più scorrendo le statistiche dei Blazers: 18-23 di record lontano dall'Oregon a fronte dell'ottimo 30-11 casalingo, con un calo in tutte le voci statistiche, specialmente nei punti segnati (94.1 contro il 98.5 interno). Davanti a cifre come queste, viene quasi naturale dire che chi vincerà la prima partita fuori casa avrà fatto il passo decisivo verso il passaggio del turno.
Negli accoppiamenti sparsi per il campo, quello tra Nowitzki e Gerald Wallace è sicuramente quello più interessante: solitamente il biondo tedesco patisce la marcatura di ali intorno ai due metri, atletici, che non arretrano quando vengono portati in post e che riescono a mettere le mani sul pallone quando lo porta dal basso verso l'alto per tirare in fadeaway, che è probabilmente l'unico modo per evitare che Nowitzki ti segni sulla testa. Tu guarda, questa descrizione corrisponde perfettamente non solo a Wallace, ma anche a Nicolas Batum, che ha meno fisicità, ma ha piedi rapidi per stare dietro al primo passo di Wunderdirk, ed è per questo che i Blazers hanno più di una possibilità per giocarsela.
L'altro matchup interessante è Kidd contro Miller: il play dei Blazers è un attaccante di sicuro affidamento più che un costruttore di gioco, quasi tutto il contrario di quello dei Mavs, che con il passare del tempo si è sostanzialmente accontentato del suo (per la verità ondivago) tiro da tre, vedendo di anno in anno scendere il proprio apporto di punti alla squadra (7.9 quest'anno, career low). È probabile che McMillan punti molto su Miller per sfruttare le scarsi doti difensive del vecchio Kidd, e che Chandler dovrà spesso avere a che fare con l'ex Sixer in area pitturata, sempre che non sia troppo lontano dai pressi del canestro sulle tracce del mortifero tiretto dai sei metri di Aldridge, altro missmatch a favore dei Blazers.
Ovviamente molti discorsi cambierebbero nel caso in cui tornasse ad un buon livello di forma Caron Butler, che per i Mavs è fondamentale per segnare punti sul perimetro e bilanciare così l'attacco, ed inoltre gli permetterebbe una strutturazione con Marion da 4 su Wallace e Nowitzki da 5 contro Aldridge: ed allora sì che ci divertiremmo...
Miller (Mills) – Kidd (Barea)
Matthews (Roy) – Beaubois (Terry, Butler)
Batum (Fernandez) – Marion (Brewer, Stojakovic)
Aldridge (Wallace) – Nowitzki (Cardinal, Mahinmi)
Camby (Aldridge) – Chandler (Haywood)
Chiave della serie: come detto in precedenza, la serie appare molto in equilibrio ed il rischio di upset, a mio modo di vedere, è alto. Chi vince la prima fuori casa vince la serie, perchè sarebbe difficile andare a riprendersi il fattore campo una volta che lo si è perso. Quindi parte avvantaggiata Dallas che ha la settima in casa, sempre che non perda una delle prime due.








