PLAYOFF 07: FINAL EAST: PISTONS - CAVALIERS
- canigggia
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Ladies and Gentleman, please welcome for the first time at the conference finals... on the red corner... the Cleveland Cavaliers...and for the 5th consecutive time... on the blue corner... the Detroit Pistons! Have a nice series!!!
Sì, le 3 di notte fanno brutti scherzi... Iniziamo!
LeBron James ce l'ha fatta: per la prima volta in carriera ha raggiunto le finali di conference, dopo che l'anno scorso proprio i Pistons gli avevano precluso questa possibilità in gara-7... e ha voglia di vendetta. E' da 4 anni che lo diciamo, i Cavs vanno dove li porta James, e su questo non ci sono dubbi. Il problema vero che i Cavs sembrano non aver ancora risolto è la ricerca di un secondo violino costante. Larry Hughes si è trasformato in point guard, in modo da inserire in quintetto Sasha Pavlovic, ma nessuno dei due sembra corrispondere all'identikit in mano a coach Brown. Ilgauskas, Gooden e Varejao formano una front line di tutto rispetto, ma solo il giocatore col 90 ha risposto presente quando c'è stato bisogno di mettere qualche punto a tabellone con LeBron fuori. Gibson, Marshall, Jones e Snow sono buoni rincalzi, ma niente più. E allora, sui chi può contare davvero LeBron per affrontare i Pistons? La risposta è solo una: ogni partita ci sarà bisogno di un nuovo secondo violino, a meno che uno di quelli scritti sopra innalzi il proprio gioco in modo vertiginoso e costante.
La serie coi Nets si è risolta in 6 partite di non eccelso contenuto tecnico ma buon contenuto fisico e nervoso: partite tirate, difese più che attacchi e i Cavs sono riusciti a spuntarla laddove (ahinoi) non sono riusciti i Toronto Raptors. James ha fatto il James. E su questa certezza i Cavaliers fondano tutte le loro speranze di passaggio in Finale... "Tutto sul 23 rosso".
I Detroit Pistons... chi li capisce è molto bravo. Vanno sopra 3-0 conto i Bulls, che avevano appena strapazzato i campioni in carica dei Miami Heat, e lo fanno con un senso di onnipotenza da lasciar perplessi o entusiasti (sotto di 19 in gara3, recuperato in meno di un quarto lo svantaggio e vittoria...). Billups gioca da MVP, Sheed tira col 50% da 3, Prince è il solito chirurgo, Hamilton punisce dai blocchi, McDyess e Webber assicurano punti e solidità sotto, oltre al solito ineffabile Lindsey Hunter che difende fino allo sfinimento su Gordon. Tutto facile, tutto finito col cappotto? Seh, magari. Due partite lasciate agli avversari, dopo che il loro record nelle closeout game era di 12-1, e solo in gara 6 si ricordano di poter asfaltare i Bulls senza neanche troppo sforzo. Ma allora, questi Pistons ci sono o ci fanno?? E' questo l'interrogativo che tutto il mondo del basket si chiede: fino a che punto vogliono vincere questi Pistons? Se giocassero tutte le partite su un livello medio decente, non si inizierebbe nemmeno a giocare questa serie, e qualunque altra ad Est. L'unico modo che hanno di perdere è o trovare un LeBron James extraterrestre ogni santa sera, o rispecchiarsi nella vanità del proprio specchio, smettendo di giocare. Per carità, i Cavs sono un ottima squadra costruita attorno ad un probabile MVP del futuro molto prossimo, ma la differenza tra le due è abissale. Solo i Pistons possono sconfiggere i Pistons.
Sul piano tattico la marcatura più importante è quella di Tayshawn Prince su King James: i Pistons sono comunque pronti a rispolverare le "LeBron rules" dello scorso anno, e sottoporre "il prescelto" allo stesso tipo di pressione, costringendolo praticamente a giocare 1 contro 5. Se ci riusciranno, Pistons in scioltezza, se LeBron gioca da LeBron, serie ancora parzialmente aperta. I Cavs tenteranno di arginare il super quintetto dei detroitiani, e possono tenere difensivamente su Sheed con Gooden o Varejao (beh, se Sheed vuole farsi marcare...), possono tentare di arginare lo strapotere fisico di Billups con Hughes o Snow (più probabile il secondo) e probabilmente manderanno Pavlovic sulle tracce di Hamilton, buttandola tutto sull'atletismo, che i Pistons hanno dimostrato di subire, specialmente sotto canestro(Tyrus Thomas era una spina nel fianco, IMHO).
Bene, alle 3:28 direi che è abbastanza finita... sopratutto è finita la mia freschezza psico-fisica...
A voi.
Canigggia
Sì, le 3 di notte fanno brutti scherzi... Iniziamo!
LeBron James ce l'ha fatta: per la prima volta in carriera ha raggiunto le finali di conference, dopo che l'anno scorso proprio i Pistons gli avevano precluso questa possibilità in gara-7... e ha voglia di vendetta. E' da 4 anni che lo diciamo, i Cavs vanno dove li porta James, e su questo non ci sono dubbi. Il problema vero che i Cavs sembrano non aver ancora risolto è la ricerca di un secondo violino costante. Larry Hughes si è trasformato in point guard, in modo da inserire in quintetto Sasha Pavlovic, ma nessuno dei due sembra corrispondere all'identikit in mano a coach Brown. Ilgauskas, Gooden e Varejao formano una front line di tutto rispetto, ma solo il giocatore col 90 ha risposto presente quando c'è stato bisogno di mettere qualche punto a tabellone con LeBron fuori. Gibson, Marshall, Jones e Snow sono buoni rincalzi, ma niente più. E allora, sui chi può contare davvero LeBron per affrontare i Pistons? La risposta è solo una: ogni partita ci sarà bisogno di un nuovo secondo violino, a meno che uno di quelli scritti sopra innalzi il proprio gioco in modo vertiginoso e costante.
La serie coi Nets si è risolta in 6 partite di non eccelso contenuto tecnico ma buon contenuto fisico e nervoso: partite tirate, difese più che attacchi e i Cavs sono riusciti a spuntarla laddove (ahinoi) non sono riusciti i Toronto Raptors. James ha fatto il James. E su questa certezza i Cavaliers fondano tutte le loro speranze di passaggio in Finale... "Tutto sul 23 rosso".
I Detroit Pistons... chi li capisce è molto bravo. Vanno sopra 3-0 conto i Bulls, che avevano appena strapazzato i campioni in carica dei Miami Heat, e lo fanno con un senso di onnipotenza da lasciar perplessi o entusiasti (sotto di 19 in gara3, recuperato in meno di un quarto lo svantaggio e vittoria...). Billups gioca da MVP, Sheed tira col 50% da 3, Prince è il solito chirurgo, Hamilton punisce dai blocchi, McDyess e Webber assicurano punti e solidità sotto, oltre al solito ineffabile Lindsey Hunter che difende fino allo sfinimento su Gordon. Tutto facile, tutto finito col cappotto? Seh, magari. Due partite lasciate agli avversari, dopo che il loro record nelle closeout game era di 12-1, e solo in gara 6 si ricordano di poter asfaltare i Bulls senza neanche troppo sforzo. Ma allora, questi Pistons ci sono o ci fanno?? E' questo l'interrogativo che tutto il mondo del basket si chiede: fino a che punto vogliono vincere questi Pistons? Se giocassero tutte le partite su un livello medio decente, non si inizierebbe nemmeno a giocare questa serie, e qualunque altra ad Est. L'unico modo che hanno di perdere è o trovare un LeBron James extraterrestre ogni santa sera, o rispecchiarsi nella vanità del proprio specchio, smettendo di giocare. Per carità, i Cavs sono un ottima squadra costruita attorno ad un probabile MVP del futuro molto prossimo, ma la differenza tra le due è abissale. Solo i Pistons possono sconfiggere i Pistons.
Sul piano tattico la marcatura più importante è quella di Tayshawn Prince su King James: i Pistons sono comunque pronti a rispolverare le "LeBron rules" dello scorso anno, e sottoporre "il prescelto" allo stesso tipo di pressione, costringendolo praticamente a giocare 1 contro 5. Se ci riusciranno, Pistons in scioltezza, se LeBron gioca da LeBron, serie ancora parzialmente aperta. I Cavs tenteranno di arginare il super quintetto dei detroitiani, e possono tenere difensivamente su Sheed con Gooden o Varejao (beh, se Sheed vuole farsi marcare...), possono tentare di arginare lo strapotere fisico di Billups con Hughes o Snow (più probabile il secondo) e probabilmente manderanno Pavlovic sulle tracce di Hamilton, buttandola tutto sull'atletismo, che i Pistons hanno dimostrato di subire, specialmente sotto canestro(Tyrus Thomas era una spina nel fianco, IMHO).
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Canigggia
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