


Armani Jeans Milano: 17 vinte – 13 perse (10v. -5p. in casa; 7v. – 8p. in trasferta)
Angelico Biella: 15 vinte – 15 perse (10v. -5p. in casa; 5v. – 10p. in trasferta)
Una semifinale inattesa e tuttavia assai ricca di spunti di riflessione, sia tecnici che tattici. Questa sarà Milano-Biella, uno scontro al vertice che mai si era verificato prima d'ora nella post season. Se l'Olimpia ha quantomeno confermato parte delle attese stagionali, entrando nel novero delle semifinaliste (invertendo comunque il fattore campo che la vedeva sfavorita nei confronti di Teramo), per l'Angelico si tratta di una prima volta che, comunque dovesse andare, significa solo grande gioia e soddisfazione, sia per il magnifico pubblico del nuovo palasport inaugurato pochi mesi fa che per il management piemontese, a cominciare da Marco Atripaldi. L'Armani Jeans cercherà quella finale che le darebbe un posto in Eurolega per la prossima stagione, condizione necessaria per impostare un mercato estivo in ottica ambiziosa; i rossoblu invece hanno superato ogni più rosea aspettativa, rigenerando nel frattempo anche alcuni giocatori bocciati senza appello in altre sedi.
EX: Pietro Aradori doveva rappresentare uno dei cardini del progetto-Olimpia della passata annata, vale a dire un giovane su cui costruire il futuro agonistico del glorioso club meneghino. Le referenze parlavano per lui (scuola UCC, la stessa di Gallinari, che aveva caldeggiato il suo acquisto), ma non bastarono a garantirgli spazio nella rotazione, specie dopo l'arrivo di Attilio Caja in panchina. Da lì, il prestito a Roma, la risoluzione anticipata e la firma di un nuovo pluriennale con l'Angelico. Reece Gaines invece nelle intenzioni di Gino Natali era la prima punta designata della squadra dell'anno scorso. Mai ambientatosi, l'esperienza in biancorosso dell'ex Rockets è durata poco più di due mesi (precampionato incluso), prima di trasferirsi a Treviso, dove però neppure la presenza di Atripaldi dietro la scrivania pareva sortire effetti positivi sul lunatico esterno. Biella è anche per lui una grossa chance di riscatto.
STELLE CONTRO: ruoli diversi, ma le costanti dell'atletismo e della spettacolarità del gioco accomunano David Hawkins e James Gist. L'ex romano è un esterno puro che ama attaccare il canestro in avvicinamento, grazie ad un fisico massiccio che regge benissimo i contatti ed a garretti esplosivi, quasi irreali per la statura, che resta modesta in rapporto al ruolo. Il tiro da fuori è incostante, in difesa invece il prodotto di Temple si fa notare per l'incontestabile fiuto per i recuperi. Gist è un'ala grande dinamica, veloce, che può correre in campo aperto ed all'occorrenza colpire anche da fuori. Già scelto dagli Spurs, la sua carriera è segnata in chiave NBA.
I QUINTETTI: Hollis Price è il play titolare di Milano, anche se può evoluire anche in guardia sfruttando il tiro: veloce, abile nelle letture, passatore spesso sottovalutato; Luca Vitali ultimamente è utilizzato soprattutto da guardia, ruolo in cui può far valere i tanti centimetri nei confronti con i dirimpettai solitamente più bassi: ha un tiro brutto da vedere e non sempre efficace, può portare palla ma soffre di frequenti amnesie sia in attacco che in difesa; Hawkins è ovviamente l'ala piccola, così come a Mike Hall è data fiducia come n. 4: dopo i primi mesi di ambientamento, questa ala poliedrica è esplosa a suon di prestazioni balistiche di tutto rilievo, compensando una difesa non sempre impeccabile e qualche atteggiamento guascone di troppo. Con Sow fuori dai giochi e Mason Rocca ancora alle prese con il recupero dall'infortunio, Mo Taylor dovrebbe essere il prescelto come centro, pur essendo per natura una power forward dalla mano morbida: veterano NBA, si sta togliendo di dosso la ruggine dovuta a due anni di inattività ed a sprazzi mostra il suo antico talento. Immutabile lo starting five biellese. Joe Troy Smith, guardia poliedrica che è tornata in Piemonte per ritrovare la gioia di giocare a basket, parte da playmaker; n. 2 il già citato Gaines, giocatore discontinuo nel rendimento che ultimamente ha sacrificato la propria vena offensiva a favore di maggiore attenzione in marcatura, non disdegnando però furiose penetrazioni e qualche tiro da lontano; il prospetto svedese Jonas Jerebko l'unica ala piccola del roster rossoblu, è il più alto nel suo ruolo nel campionato italiano (205 cm) ma a dispetto di ciò può contare su un'ottima velocità di piedi, sia lateralmente che longitudinalmente, oltre ad un buon tiro, tutte caratteristiche che lo proietteranno al Draft NBA; insieme a Gist, nel pitturato farà coppia Luca Garri, astigiano svezzato tra Montecatini e Livorno, centro atipico che può allargarsi sul perimetro aspirando i lunghi avversari ed agevolando gli ingressi in area dei penetratori.
LE PANCHINE: ricchissima quella meneghina, nonostante i tanti infortuni, un po' meno fornita quella biellese, che è comunque ben assortita. L'Olimpia può disporre del tiro proibito di Jobey Thomas, recuperato alla causa dall'infortunio di Sow quasi senza contraccolpi psicologici, nonostante una stagione in perenne equilibrio precario con le continue voci di taglio a causa di un rendimento al di sotto delle attese; Marco Mordente gioca tre ruoli, può dare una mano in regia, difendere duro su tutti gli esterni e colpire dal perimetro; il francesino Sangarè ha poco spazio nelle rotazioni, è play fisico ed atletico; Denis Marconato è stato richiamato dalla Spagna per coprire le falle aperte dagli stop di Sow e Beard, è un centro di grosso tonellaggio la cui mobilità si è ridotta con il passare degli anni, ma la mano resta educata e l'esperienza è notevole: Richard Mason Rocca dovrebbe essere a disposizione dopo i problemi fisici patiti, portando la sua proverbiale grinta ed il gancio ormai suo marchio di fabbrica; il lituano Katelynas, eroe di gara4 con Teramo, completa la scelta dei lunghi, fornendo minuti preziosi da cambio di Hall, rispetto al quale ha meno tiro (comunque da non sottovalutare) ma più centimetri ed elevazione. In casa Angelico, Valerio Spinelli - altro giocatore rigenerato - è il play di scorta, con compiti di cambio di ritmo potendo anche giocare assieme a Smith; Aradori copre le spalle a guardia ed ala piccola, grazie al fisico compatto ed al tiro sempre più preciso; lo sloveno Jurak è un mezzo lungo ruvido e sempre pronto alla lotta, che non si ritira di fronte alla prospettiva della battaglia sotto canestro; autentica sorpresa positiva il Greg Brunner pescato da Baiesi per sostituire Plaisted: centro bianco piccolo e poco atletico, ma grosso ed insospettabilmente intelligente, ha deciso con un jumper gara5 a Roma e può rivelarsi cliente ostico.
GLI ALLENATORI: Piero Bucchi, già allievo di Ettore Messina, è coach di sistema e fautore del gioco in alternanza tra perimetro ed area colorata. Nei momenti difficili si affida ai giocatori più esperti (Hawkins, Mordente, Price) lasciando loro mano libera. Luca Bechi ha svolto la gavetta all'ombra di Ramagli, rilevandone l'eredità tre anni orsono e migliorando di anno in anno le proprie credenziali di pari passo con i progressi di squadra: creatività massima e gioco in velocità sono il suo credo.
da realbasket.it