Ho trovato una bella intervista ad Andrea di un pò di tempo fa:
Bargnani, Toronto era una squadra da playoff, poi cosa è successo
«Abbiamo iniziato male, quindi ci sono stati due grossi cambiamenti in corsa: due mosse forse poco felici. E' servito del tempo per far ambientare Shawn Marion. Quando c'è riuscito, si sono visti gli effetti: abbiamo vinto anche sei partite consecutive. Troppo tardi. E' stato un campionato deludente, ma abbiamo un bel gruppo. Dobbiamo crederci e lavorare per la prossima stagione».
E il bilancio di Bargnani dopo tre anni di Nba com'è?
«Il primo lo giudico molto positivo: sono arrivato secondo fra tutte le matricole, nonostante alla fine sia stato fuori un mese e mezzo per un'operazione ».
Era arrivato come prima scelta assoluta: una pressione tremenda.
«Sinceramente non l'ho avvertita, quella se mai ce l'avevo a Treviso: a ogni partita c'erano gli scout venuti da mezza America per verificare ciò che sapevo fare. Mi sentivo sempre sotto esame. Arrivando a Toronto, quelle tensioni sono finalmente scomparse».
L'anno scorso ci si aspettava una sua crescita e invece ci fu una flessione di rendimento.«La stagione passata è stata transitoria. Sicuramente deludente per una prima scelta assoluta. Però stavo in panchina e avevo qualche problema fisico. Non credo sia stata solo colpa mia».
Ed eccoci al presente: un inizio lento, poi...
«A novembre giocavo poco: producevo per quanto stavo in campo. Il concetto è semplice: se fai 20' non puoi segnare 30 punti. Poi, però, i minuti non aumentavano e io in queste situazioni esco di testa, mi scoraggio e mi passa anche la voglia».
Meno male che è arrivato il cambio di panchina: fuori Mitchell dentro Triano
«Con Triano è andata meglio. Mi ha dato continuità: mi teneva dentro a prescindere da come giocavo, mi trattava da titolare vero. Magari inizi da fare schifo nei primi 10', poi nei successivi 10' fai 15 punti e così stai in campo 40'-45'. Ho acquisito fiducia e serenità».
Le più belle partite di quest'anno?
«Contro i Bulls in casa qualche settimana fa: nostra vittoria al supplementare. Bella gara, eccitante. Io ho fatto 28 punti, ma non vuol dire, a volte ho giocato anche meglio. Però mi sono divertito, davvero».
Le giocate che le sono rimaste in mente?
«Una in particolare: la schiacciata contro Philadelphia a inizio campionato. Sono partito veloce, il difensore ha abboccato alla finta, è caduto e io ho sbattuto la palla nel canestro all'indietro. E' stata anche in classifica fra le 'slam dunk' più glamour».
L'avversario che in questi tre anni l'ha messa più in difficoltà?
«Dal punto di vista del talento, Tim Duncan e Dirk Nowitzki. Se la mettiamo sul piano fisico, faccio due nomi di gente meno famosa: Reggie Evans di Philadelphia e Jeff Foster di Indiana. Ossi duri, quelli con cui sotto canestro bisogna fare a botte».
Una delle cose più simpatiche successe quest'anno?
«Dopo un bel canestro contro gli Spurs, Tim Duncan mi ha detto: 'Bravo Andrea, davvero bello'. Duncan è proprio un grande».
Provi a paragonare il Bargnani di Treviso a quello di oggi.
«Sono cambiato, so fare molte più cose. Ora gioco anche vicino a canestro e mi piace: prendi più falli, vai spesso in lunetta, persino più facile. Sono un giocatore più fisico».
Contrattualmente è legato a Toronto anche per la prossima stagione, poi che cosa succederà?
«Di solito si rinnova sempre un anno prima della scadenza. Quindi quest'anno. A me Toronto piace molto. Per ora non dico altro».
E adesso che farà?
«Tornerò in Italia ai primi di maggio. L'idea è di giocare con la Nazionale».