"Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank" è probabilmente la cosa migliore scritta da Stephen King
E It?
Misery?
Shining?
Beh, naturalmente è la mia opinione personale, ma Stephen King possiede due difetti come narratore:
1) La maggior parte dei suoi libri sono dei libri-situazione (come il suo maestro Richard Matheson).
2) Scrive un po' troppo (un pelo, eh!).
Comincio dalla 1):
Lui stesso ammette ("On Writing" o "Danse macabre" non ricordo) che molti dei suoi libri sono basati su delle situazioni nelle quali introduce dei personaggi come dei topolini in un labirinto. Non c'è nulla di male in questo, anzi, è una grande dote che molti pagherebbero per avere. La capacità di costruire una storia su un'idea forte (come nel suo caso - da questo punto di vista è un genio) aiuta il narratore a colpire e accendere la fantasia del lettore.
Il problema è che alla fine della storia i topolini vanno fatti uscire dal labirinto, e qui Stephen King viene a mancare come se lui stesso non trovasse l'uscita del labirinto che ha concepito. Il finale è il tallone di achille di molti suoi libri. Prendiamo "Shining". La distruzione dell'Overlook per via dell'esplosione della caldaia non funziona dal punto di vista narrativo e razionale.
Dal punto di vista razionale perché:
1) Sarebbe già dovuta esplodere quando Delbert Grady (uno dei custodi precedenti) aveva ucciso la sua famiglia e si era suicidato.
2) I fantasmi possono aprire o chiudere una porta, ma non possono alzare o abbassare la leva di una caldaia?
Mi si potrebbe rispondere: "Eh, sto scrivendo una storia di fantasia e faccio un po' come cazzo mi pare!". La mia risposta sarebbe: "Ah Stephen te puoi prenne' tutte le licenze che te pare, ma una volta che hai stabilito le regole del gioco le devi rispettare, se un fantasma apre una porta perché non solleva una cazzo di leva?" E non si tratta di sottigliezze: una mancanza di coerenza del genere si riflette sulla tenuta narrativa della storia.
Dal punto di vista narrativo:
1) E' molto più soggettivo (ma ho sentito molte persone che hanno criticato il finale di "Shining") uno sente che qualcosa non va e che la storia deve imboccare una strada piuttosto che un'altra. L'Overlook Hotel (secondo il mio modo di sentire) non andava distrutto e il narratore doveva cercare altre vie di scioglimento che apparissero un po' meno forzate.
Veniamo alla critica trita e ritrita secondo cui King scrive troppo. Sarà trita e ritrita ma è una critica più che fondata: ogni storia reca in sé il numero di pagine con cui va raccontata e sta' alla bravura e alla sensibilità del narratore capire che cosa va messo dentro e che cosa va lasciato fuori.
Scrivi troppo:
1) Il libro risulterà annacquato.
Scrivi troppo poco:
2) Il lettore ne trarrà un senso di incompiutezza
E King scrive davvero troppo: ad esempio "IT" (mille e passa pagine). Fossi stato l'editor di questo libro avrei tagliato quatto o cinquecento pagine. Le prime trecento (i ragazzi ora adulti che si mettono in viaggio per Derry) sono prive di tensione narrativa. Te le sorbisci solo per merito dell'incipit (quello sì meraviglioso). "IT" resta un grande libro, ma con una sforbiciata sarebbe stato un capolavoro.
E qui sorge la domanda: perché King scrive troppo? Per due motivi:
1) In piccola parte per ragioni culturali. Per molti scrittori americani più scrivi e più sei sburone
2) In buona parte per ragioni commerciali. Lo dice lui stesso nella postfazione di "Stagioni diverse":
"Con i miei romanzi ero arrivato ad un punto tale che la gente diceva che King se voleva avrebbe potuto pubblicare perfino la sua lista della biancheria (e ci sono critici che sostengono che è esattamente quello che sto facendo da circa otto anni a questa parte) ma non potevo pubblicare questi racconti perché erano troppo lunghi per essere brevi e troppo brevi per essere davvero lunghi. Se capite quello che voglio dire.""Rita Hayworth..." è il primo racconto di "Stagioni diverse"
E' un racconto privo di tempi morti, credibile, emotivamente impattante, e la storia ha già in sé lo scioglimento finale (l'evasione). Inzomma è un racconto senza difetti al contrario di altri molti altri libri di K. il cui brodo è stato allungato per motivi meramente commerciali.
L'esempio più eclatante è quello di "Misery": nell'idea dell'autore doveva essere un racconto di una quarantina di pagine (doveva finire con la morte dello scrittore e l'ultima scena doveva mostrare il libro di Misery scritto durante il periodo di prigionia rilegato in pelle umana). Quando si è accorto che la storia prendeva un'altra strada e usciva dal territorio del racconto per finire in quella terra di nessuno che tecnicamente viene chiamata "novelletta" a King gli sarà preso un colpo e avrà deciso di allungarla per farne un romanzo. Durante la lettura hai la sensazione di indossare un paio di mutande troppo strette (anche se resta un'idea geniale: un paio di mutande belle ma troppo strette
).
Per questo dico che "Rita Hayworth..." è la cosa migliore scritta da Stephen King