fagiu ha scritto:Quando si discuteva della crisi attuale e delle sue cause, tu ricordavi quasi esclusivamente gli interventi indebiti del governo federale U.S.A., presidente Clinton, che da una parte deregolavano il mercato (appunto, aggiungo io...) e dall'altra incoraggiavano i prestiti bancari anche a persone dal reddito medio-basso.
Coerentemente, nel macello del '29, parli solo del protezionismo del presidente Coolidge, sebbene misure del genere venissero riproposte periodicamente negli U.S.A. da decenni, da prima della Guerra di Secessione, senza causare crolli economici.
Solo con grande riluttanza arrivi appena a menzionare le speculazioni e le megatruffe dei privati, che per due volte hanno fottuto il Mondo intero.
Posso anche concordare sul principio astratto che in una crisi economica un governo vada considerato più responsabile di un privato, ma nel concreto, in entrambi i casi, banche e finanzieri hanno operato in piena autonomia e quindi con piena responsabilità: Coolidge e Clinton non hanno costretto nessuno a rovinare se stesso e milioni di altri innocenti.
Non voglio buttarla sul personale, non tiro ad indovinare e mi attengo al contenuto dei tuoi messaggi, dove non fai mistero delle tue idee: "mercato libero e bello, se non ci mette mano il pubblico". Lo sostengono ancora economisti stimati (per quanto si possa stimare la categoria, s'intende ), quindi forse lo scemo sono io.
E' vero, io penso che la crisi del 2008 e quella del '29 siano state causate da errori gravi negli interventi dei governi. Diversi, perchè il momento storico è diverso e perchè Clinton e Bush non hanno niente in comune con Coolidge, dal punto di vista politico e filosofico.
Però non è vero che io voglia un'anarchia mercatista. Ho già detto altre volte che le regole servono. In entrambi i casi, le cosiddette "speculazioni" si sono prodotte anche per un'assenza di capacità regolatoria dei governi stessi. Non ho alcun problema nel vedere che le cosiddette "speculazioni" sono state operate principalmente da privati, ma non credo alla favola del ricco cattivone, antropologicamente corrotto e irrecuperabile all'onestà civica. Non dico che ci creda tu, non lo so, ma so che in parecchi ci cascano.
Se ricordi bene, io sostenevo e sostengo che la crisi del 2008 sia stata causata da un insieme di errori, non necessariamente volontari. Brevemente: dalla parte governativa, l'abolizione della Glass-Steagall, la politica monetaria di Greenspan e gli interventi di Bush, soprattutto sul mercato immobiliare; dalla parte privata, principalmente l'inadeguatezza dei sistemi di valutazione del rischio e vari interventi spericolati delle banche d'affari; in più, gli accordi di Basilea, che hanno ulteriormente complicato le cose.
Insomma, sono convinto che i problemi veri fossero (e siano) quelli sistemici e non i singoli casi di avidità e opportunismo dei vari falchi dei mercati.
Qui mi verrebbe da infilarmi in un discorso lunghissimo e tortuoso sulla coincidenza di interessi fra governi ipertrofici e operatori finanziari spregiudicati, ma evito.
Quindi, hai ragione, io credo che il mercato funzioni meglio (per gli individui, i consumatori, la gente normale, non per il mercato stesso) quanto più è libero da interventi distorsivi dei governi, ma non senza regole. Dico che i governi servono a definire le regole e a farle rispettare, ma poi devono rispettarle essi stessi e non intervenire ad libitum, distruggendo il valore informativo dei prezzi e quindi efficienza nell'allocazione delle risorse.
Senza contare le ragioni più sociologiche per le quali un governo più padrone dell'economia è un governo più facilmente corruttibile.
Sull'antipatia degli economisti, siamo perfettamente d'accordo.