wisconsin ha scritto:Mi piace il fatto che questi giovani si facciano un po' di ossa negli USA, ma parte di me si preoccupa che alla lunga questa moda possa creare dei problemi per la qualità dei campionati in Italia e per la crescita del movimento. Certo, se i giovani faticano a trovare spazio in Italia perché ci sono troppi stranieri, allora è giusto che vadano.
In Italia mancano gli allenatori con la mentalità giusta per gestire e lanciare i giovani tra i senior, quindi il problema sta lì prima ancora che nella presenza degli stranieri, visto che anche in A2 - campionato da due stranieri per squadra - sono relativamente pochi i giovani con minutaggio importante. In Spagna gli stranieri abbondano eppure da 15 anni producono talenti a nastro. I giocatori della ex-Jugoslavia emigrano in massa continuamente a tutte le età e in tutte le direzioni eppure nei loro campionati i giovani non mancano mai. Il problema più grande di tutti, allora, è ancora più a monte, ossia nel modo in cui giovani vengono formati e nel modo in cui devono affrontare il passaggio dalle giovanili ai campionati senior, passaggio che per loro rappresenta, il più delle volte, un salto nel buio. Francamente, non so quale possa essere la soluzione giusta, ne sento e ne leggo di ogni da anni. Di certo il numero crescente di ragazzi che scelgono NCAA e High School dovrebbe suonare come un campanello d'allarme per chi di dovere, eppure non esiste un dibattito sulla riforma del basket giovanile. O meglio, esiste, ma a parlare sono le solite anime pie inascoltate, non chi potrebbe e dovrebbe smuovere qualcosa.