Abbiamo parlato di serie interessanti e noiose, scontate e piene d'insidie, ma nessuna è piena di storia come New York contro Boston: queste due franchigie c'erano già, quando alla fine degli anni '40 la NBA muoveva i primi passi, e si ritrovano ora, per una serie che promette di regalarci almeno un paio di partite memorabili, anche se il pronostico pare già scritto.
(3) BOSTON CELTICS (56-26)
Nelle stagioni di Boston e New York la differenza la fanno le trade: per i Celtics quella decisiva è stata quella che ha portato ad Oklahoma City un pezzo fondamentale (ed amatissimo) della loro squadra come Kendrick Perkins ed una pedina importante degli scorsi playoff come Nate Robinson, in cambio di un “vecchio” pallino come Jeff Green (scelto dai C's nel 2007 prima di scambiarlo per Ray Allen) e Nenad Krstic. I Celtics prima di questa trade erano 41-14, dopo hanno finito 15-12: questo non solo per lo shock emotivo di perdere uno come Perkins, ma anche perchè le energie sono andate in calando nel finale di stagione, specialmente nei giocatori chiave. Quello che però forse non ci si ricorda è che anche l'anno scorso di questi tempi davamo i Celtics quasi per morti, addirittura a rischio upset contro gli Heat del solo Wade, ed alla fine abbiamo visto tutti dove sono arrivati... Quindi ci penserei diecimila volte prima di scommettere contro questo gruppo che in questi anni ha scritto pagine di playoff memorabili ed ha rinnovato in grande stile il mito dei Boston Celtics, e non sarà l'ultimo mese di RS in cui hanno perso sia il primo che il secondo posto ad Est a cancellare quelle pagine. Il gruppo dei Big Three è stato ormai allargato a quattro, visto che Rajon Rondo è importante tanto quanto gli altri tre, se non qualcosa di più; in panchina siede sempre Doc Rivers ma non Tom Thibodeau, passato a rendere speciale la difesa di Chicago dopo aver firmato quella dei Celtics; Allen è ancora lì a segnar triple, e nel corso della stagione è diventato il giocatore NBA ad averne segnate di più nella storia. Tutti fatti importanti, ma ciò che conta per questa squadra, come sempre, è il cuore: fino a quando ci saranno ancora la faccia arrabbiata di Kevin Garnett ed il cuore immenso di 'The Captain and The Truth' Paul Pierce, i Boston Celtics saranno ancora la squadra da battere ad Est per andare a Mount Bryant.
(6) NEW YORK KNICKS (42-40)
La trade che ha cambiato la storia dei New York Knicks è quella che conosciamo tutti fin troppo bene per aver visto coinvolto il nostro Danilo Gallinari. Senza dilungarci sul fatto se sia stata giusta o sbagliata, perchè solo i risultati a lungo termine e l'eventuale arrivo di una terza stella possono dirci come andrà a finire, possiamo però dire con discreta certezza che questa trade ha distrutto l'idea dei Knicks che era stata (faticosamente) creata nel corso degli ultimi due anni. Abbiamo ammirato le alterne fortune della New York targata Mike D'Antoni, quella del run&gun purissimo che, pur tra i mille limiti che indiscutibilmente ha, nel momento in cui ha avuto giocatori di basket (e non saltimbanchi) ha prodotto un solido sesto posto ad Est, e già si stava aspettando di vedere fino a che punto sarebbe migliorato il quintetto con Felton, Fields, Gallinari, Chandler e Stoudamire. Poi l'arrivo di un ball-stopper come Carmelo Anthony ha cambiato completamente lo scenario: intendiamoci, l'ex Syracuse è un giocatore eccezionale, ma per essere produttivo ha bisogno di avere la palla tra le mani ad ogni azione e giocarsela in isolamento, uccidendo di fatto l'attacco che D'Antoni ha sviluppato per la sua squadra. Non è un caso che i Knicks hanno viaggiato sul 50% netto dopo la trade, lasciando quasi sempre una brutta impressione quando li ho visti giocare. Pare inevitabile che alla fine di questi playoff, specialmente se finiranno male, D'Antoni e Donnie Walsh lasceranno la Grande Mela, dove l'operato del proprietario Dolan è parso andare in direzione opposta a quanto fatto negli ultimi anni dai due di cui sopra. Ora dopo molto tempo si torna a respirare l'aria dei playoff al Madison Square Garden, e ci si aspetta che almeno in una partita i nuovi Big Three Billups-Anthony-Stoudamire riescano a portare a casa anche la vittoria per i Knicks, che nelle prossime estati andranno a caccia di free agent di alto livello con cui tornare competitivi (dite che a Chris Paul fischiano le orecchie?). Per ora la nota più positiva della stagione è il rendimento del rookie Landry Fields, assoluto steal del Draft 2010 dopo che è stato preso al secondo giro. Per tutti gli altri, la camera di consiglio non si scioglierà prima della prossima stagione.
Tattica: dei Boston Celtics ormai conosciamo le situazioni che giocano in attacco, dove possono contare sul contropiede spinto da Rondo, i tiri off-screen di Ray Allen, gli isolamenti di Pierce ed il post basso di Garnett, e Rivers è solito scegliere uno di questi protagonisti come punto cardine su cui far girare tutta la serie. Con gli alti ritmi che New York è solita tenere, Rondo potrebbe trovarsi a proprio agio e dominare la serie con le sue classiche serate in cui flirta con la tripla doppia, ma anche sfruttare le scarse doti difensive di Stoudamire attaccandolo con Garnett è una soluzione molto probabile.
Per New York tutto dipende da quanta fluidità riusciranno a mantenere nel loro attacco: se riescono a non impantanarsi negli uno-contro-uno di Anthony e Stoudamire, situazioni in cui la difesa di Boston li asfissierebbe, allora hanno una chance, altrimenti la serie non incomincia neppure. Sulle spalle di quei due, e sulle giocate di classe e leadership di Billups, i Knicks puntano tutte le fiches del loro attacco, sperando che bastino per tenere in vita la serie almeno fino alla sesta partita.
Rotazioni e matchup: difficile che Billups venga lasciato su Rondo, visto che farebbe fatica a seguirne il passo, più probabile che in quella marcatura venga impegnato Douglas o Fields, per quanto la loro inesperienza possa essere sfruttata dal diabolico play di Boston. Billups verrebbe allora dirottato su Allen in un duello tutto esperienza, che però pende ancora dalla parte dei Celtics. Anthony contro Pierce è la sfida tra le due ali piccole di uno contro uno più talentuose della Lega (non me ne vogliano Durant e James) e promettono scintille sui due lati del campo, anche perchè giocano zone di campo abbastanza simili. Possibile l'utilizzo anche di Jeff Green, che sarebbe stato preso anche per marcare ali di quel tipo. Sotto canestro Stoudamire dovrà vedersela principalmente con Garnett, anche se la frontline dei Celtics è potenzialmente sterminata (Davis, Shaq e Jermaine O'Neal, Krstic, Murphy), ma bisognerà vedere quali di questi sarà in condizioni tali da poter fare la differenza nella serie. Contando però che dalla parte di New York l'unico lungo di peso è il sottodimensionato Turiaf (oltre al sempre sia lodato Jeffries, che però è tutto tranne che un lungo d'area), a rimbalzo i Knicks faranno una fatica incredibile a controllare i lunghi in biancoverde.
Fields (Douglas, Walker) – Rondo (West)
Billups (Carter) - Allen (Wafer)
Anthony (Williams) – Pierce (Green)
Stoudamire (Williams) – Garnett (Davis)
Turiaf (Jeffries) – O'Neal (O'Neal, Murphy)
Chiave della serie: il controllo del ritmo. Se i Celtics corrono difficilmente vengono battuti ai playoff, specie se Rondo come sa. Se anche i Knicks corrono ci si può divertire ed hanno una chance, se si fanno costringere a metà campo Melo e Stat non possono portargli più di una vittoria nella serie.
).
