Questo è sicuramente l'accoppiamento più interessante degli interi playoff, erano anni che non si vedeva uno scontro 1-8 così divertente e d'altronde non può che essere così se la differenza tra le due squadre è di sole sette vittorie... Solo l'Ovest può offrirci queste cose!
Il modo in cui Lakers e Thunder arrivano a questi playoff sono profondamente diversi: Kobe e compagni sono i campioni in carica e devono riuscire ad arrivare come minimo in finale, i Thunder sono giovani, entusiasti ed alla prima esperienza di playoff per quasi tutto il roster. Ma IL duello che interesserà tutti è quello (a distanza) tra Bryant e Durant, probabilmente i due migliori attaccanti nella costa Ovest della NBA ('Melo permettendo).

La regular season è stata affrontata con il solito, regale e snobbistico distacco, centrando l'obiettivo minimo del primo posto ad Ovest ma facendo segnare solo il terzo record complessivo della NBA, dietro Cleveland ed Orlando. Come sempre i Lakers sono la squadra più chiacchierata della lega, un po' perché sono i più forti, un po' perché quando si hanno in squadra Kobe, Phil Jackson e Artest è logico che il mix sia esplosivo.
In particolare il 24 è stato al centro di molte notizie riguardanti le sue condizioni fisiche: è indubbio che sia arrivato a questi playoff con qualche problema di troppo, tra il ginocchio gonfio e l'ormai leggendario indice della mano destra rotto (quella che tira…!!), ma si ha motivo di credere che sarà regolarmente in campo a dispensare killer instinct e canestri impossibili in egual misura.
L'infortunio stagionale di Bynum (al tendine d'Achille) invece è arrivato nel momento meno opportuno e sembra di maggiore entità: la sua presenza per i playoff è tutt'oggi incerta, e sarà di sicuro difficile il suo reinserimento graduale in una serie che si preannuncia ad alti ritmi. Un vero peccato perché quest'anno il Bambinone aveva dato un contributo tangibile ai suoi in RS ed il momento di flessione dei Lakers è coinciso con la sua mancanza.
Con la mancanza di Bynum ci si aspetta che il contributo (pur sempre ottimo) di Gasol e Odom salga di livello: l'anno scorso furono decisivi in molte occasioni durante i playoff, quest'anno lo devono essere ancora di più per far dosare lo sforzo a Bryant. Da questo punto di vista sarà fondamentale la gestione dello spogliatoio da parte di Phil Jackson, che storicamente ha due caratteristiche ai playoff: vince tre titoli di fila e vince sempre quando porta a casa Gara 1. Non male.
Per tutto il resto del gruppo, dai Fisher ai Brown, passando per i Farmar ed anche gli Mbenga, il punto di riferimento è uno ed uno solo: l'anello dell'anno scorso. Tutti si aspettano che i Lakers arrivino in finale per giocarsi il titolo con i Cavs o per il repeat contro i Magic, e questo potrebbe essere un peso psicologico per questa squadra; starà a Coach Zen il compito di rendere questo peso uno stimolo per i suoi, ed in questo è un maestro. Uno che invece di stimoli non ne ha bisogno e non ha nemmeno il riferimento dell'anno scorso è Ron Artest: arrivato ai Lakers per rimpiazzare Ariza (fantastico nella conquista del sedicesimo titolo), è arrivato il momento di dimostrare di essere il miglior difensore della NBA e lo scontro con Durant è il banco di prova giusto per farlo.

Segnali e profumo di dinastia sono quelli che si iniziano a sentire a Oklahoma City: la stagione da 50 vittorie sta facendo sognare i tifosi dei Thunder e le prestazioni di Durant e compagni, sebbene in calo nelle ultime di regular season, non fanno altro che alimentarle.
A proposito di Kevin Durant: arrivato al terzo anno di NBA questo ventunenne è diventato capocannoniere della NBA con 30.1 punti di media, terminerà probabilmente come secondo nelle votazioni per l'MVP dietro a LeBron, ha fatto la sua prima apparizione all'All Star Game ed adesso si appresta a fare il suo debutto nella post-season contro... Kobe Bryant ed i Lakers! Non male per uno che non riusciva nemmeno ad alzare il peso minimo ai workout di tre anni fa...
Ma non di solo Durant vivono i Thunder: questi giovani sembrano dei pezzi di un puzzle perfettamente costruito, con ognuno in grado di dare il suo contributo in base alle proprie caratteristiche ed il merito di tutto ciò è da dare al GM Sam Presti (scuola Spurs, manco a dirlo) ed anche all'allenatore Scott Brooks, che alla seconda stagione da head coach ha fatto 28 W in più rispetto allo scorso anno.
Tra il cosiddetto supporting cast dei Thunder spiccano le individualità di Russell Westbrook, una delle giovani PG più interessanti della NBA ed in costante crescita con le sue statistiche; Jeff Green, che si è definitivamente trasformato in un'ala forte di ottimo rendimento, capace anche di prendersi delle responsabilità quando Durant non riesce a ricevere il pallone; inoltre dalla panchina si alza James Harden, terza scelta dello scorso Draft, che pur con qualche problemino dovuto alla stagione da rookie si è dimostrato un ottimo elemento; ed uno dei miei giocatori preferiti, Thabo Sefolosha, che è uno dei migliori difensori sul perimetro dell'intera NBA senza necessariamente danneggiarti nell'altra metà campo. La rotazione è completata dal centro Nenad Krstic, il lungo super-atletico Serge Ibaka ed il playmaker di riserva Eric Maynor, arrivato dai Jazz durante l'anno e perfetto completamento di Westbrook.
Indipendentemente da come finirà questa stagione, i Thunder sono LA squadra del futuro con IL giocatore copertina per i prossimi dieci anni. Anche nel caso in cui perdano contro i Lakers tutto ciò sarà una buona esperienza per questi ragazzi, che comunque non sono da dare per vinti visto che sono tosti ed hanno voglia di stupire. In particolare Durant dovrà fare tesoro di queste partite contro Bryant per capire cosa sono i playoff NBA ed in ogni caso non dimenticatevi che anche Kobe è passato attraverso gli air ball di Salt Lake City agli albori della sua carriera...
Lakers-Thunder offre tanti piccole situazioni sparse per il campo di enorme interesse: i due scontri principali, su cui si giocherà molto della sfida, saranno Bryant contro Sefolosha e Durant contro Artest. Obiettivo numero uno per le difese: fargli forzare il maggior numero di tiri possibili e non farli andare né in avvicinamento né in lunetta, perché se riescono a trovare anche i punti dai tiri liberi è quasi impossibile tenerli sotto i 30. Detta così sembra semplice ed in realtà è difficilissimo, ma se ci sono due che possono riuscirci quelli sono i defensive stopper delle due squadre.
A livello di ritmi di pallacanestro, i Thunder adorano correre (specialmente in casa) ed hanno i mezzi per farlo: in particolar modo Westbrook sguazza in queste situazioni ed ha un clamoroso mismatch contro il venerabile maestro Fisher, che non ha una minima possibilità di fermarne il primo passo (come l'ultima gara tra le due squadre ha dimostrato). Probabile che Jackson dia molti minuti alla coppia Farmar-Brown sul play avversario, oppure che a Kobe venga chiesto di occuparsene per i finali di partita (a proposito, aspettatevi roaming selvaggio del 24 che lascerà metri di spazio a Sefolosha). Tra i lunghi Odom-Green è un accoppiamento utile ad entrambe le squadre e dovrebbero annullarsi a vicenda, mentre Gasol-Krstic vede forse il vero vantaggio per i Lakers: lo spagnolo è uno scienziato del post basso e Krstic non è un difensore di livello tale per fermarlo con continuità.
Westbrook (Maynor) → Fisher (Farmar – Brown)
Sefolosha (Harden) → Bryant (Brown)
Durant → Artest
Green (Collison) → Gasol (Odom)
Krstic (Ibaka) → Bynum
Come già ampiamente detto, questa è una sfida da seguire per vedere i due giocatori di maggiore talento della costa Ovest contro dei signori difensori, con tanto altro di contorno come Westbrook e Gasol. Proprio lo spagnolo penso che sarà l'elemento decisivo per far pendere la bilancia dalla parte dei Lakers, oltre all'esperienza che inevitabilmente avrà il suo peso in certe sfide tra uomini e bambini. Ma non preoccupatevi, queste due squadre si rincontreranno anche in futuro.