PLAYOFF '10: ATLANTA - MILWAUKEE
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PLAYOFF '10: ATLANTA - MILWAUKEE
(3)ATLANTA HAWKS (53-29) – (6) MILWAUKEE BUCKS (46-36)
Se i playoff fossero il gioco della pagliuzza, gli Atlanta Hawks hanno decisamente preso quella più corta e fortunata: i Milwaukee Bucks, infatti, si sono dimostrati una delle più belle sorprese della stagione, passando dal sottobosco NBA al seed n.6, ma il brutto infortunio di Andrew Bogut li priva del loro miglior giocatore ed unico terminale offensivo nel pitturato. Un vero peccato, perchè l'australiano stava viaggiando a 16 e 10 di media con 2.5 stoppate, in quella che è stata sicuramente la sua miglior stagione finora.
Gli Atlanta Hawks si sono dimostrati una squadra in costante crescita: dalla stagione 2004-05 a questa parte il record è sempre andato in migliorando (le W recitano 13, 26, 30, 37, 47 fino ad arrivare alle 53 di quest'anno) e le due ultime uscite dai playoff hanno aggiunto esperienza al solido gruppo agli ordini di Mike 'Mr. Potato' Woodson.
Il salto di qualità, che ci si creda o no, è stato dato dall'arrivo di Jamal Crawford, più che legittimo candidato al premio di Sesto Uomo dell'Anno e pedina fondamentale del record di questi Hawks: dopo dieci anni di NBA anche per lui è arrivato il momento di giocarsi i playoff, chiudendo un cerchio di stranezze di quest'anno che ha visto anche Zach Randolph andare (giustamente) all'All Star Game... Roba da pazzi!
Ma la superstar della squadra è un'altra e risponde al nome di Joe Johnson: per lui un'altra grande stagione a 21 ppg con il 45% dal campo, in previsione dell'estate che probabilmente gli cambierà la vita, visto che è il 'piano B' di chiunque non riesca ad arrivare ai vari LeBron, Wade e Bosh. Questi Playoff comunque gli serviranno per strappare qualche altro milioncino sul prossimo contratto, specialmente se ripeterà le prime serie degli anni passati contro Boston e Miami.
Nell'organizzazione dell'attacco di Atlanta la palla passa principalmente dalle mani dei due appena descritti, con il resto del gruppo a giocare gli spazi ed impegnarsi in difesa: il play titolare, Mike Bibby, assicura la necessaria dose di esperienza per i playoff ma ha visto il suo ruolo passare da quello di leader carismatico a quello di tiratore sugli scarichi, lasciando le redini della squadra al magico duo; il front-court formato da Williams, Josh Smith e Horford è uno dei più atletici e versatili dell'intera NBA, con la peculiare caratteristica di permettere cambi sistematici su ogni pick'n'roll: un arma da non sottovalutare nel game plan difensivo degli Hawks, a cui si aggiunge il fatto che si conoscono già da anni e sono degli ottimi rimbalzisti d'attacco (non fare tagliafuori contro Smith equivale al suicidio, vero Houston e Orlando?). La rotazione di Woodson è comunque formata da soli nove elementi e vede uscire dalla panchina, oltre a Crawford, anche la guardia 'zozzona' Mo Evans ed i due lunghi, il veterano Joe Smith (giù il cappello) e lo sporchissimo Zaza Pachulia.
Piccolo flashback: notte del Draft, «with the tenth pick of the 2009 NBA Draft, the Milwaukee Bucks select... Brendon Jennings. Which is not here...». Stupore tra i presenti, probabili risate in Italia, dove già pensavamo di aver capito tutto di questo ragazzino reduce da una non esaltante stagione a Roma. Bene: alla terza settimana di NBA quello stesso ragazzino che si era presentato in ritardo da Stern piazza il doppio nickel e rimette Milwaukee sulla mappa NBA dopo anni di anonimato. Insieme a Andrew Bogut costruisce uno degli assi play-pivot più interessanti per la lega del futuro e porta i Bucks ai playoff con un record sopra le 42 W dopo quasi dieci anni.
Ovviamente Jennings non ha compiuto tutto questo da solo, anzi, molto del merito va dato allo straordinario lavoro di Scott Skiles, uno che ha fatto della solidità e della difesa due motivi di vita più che di pallacanestro. In soli due stagioni è riuscito a portare i disastrati Bucks degli anni passati ai playoff con la sesta posizione: a vedere la stagione che ha fatto Del Negro sulla panchina dei Bulls viene da chiedersi dove sarebbe arrivato questo allenatore con Derrick Rose...
A proposito di Chicago Bulls: vi ricordate come avevamo lasciato John Salmons? Moscio, demotivato, irriconoscibile e tradato per due che non sono nemmeno in rotazione? Ecco, adesso Salmons è il miglior realizzatore di questi Bucks con quasi 20 punti di media con il 46% dal campo... Un'inversione di tendenza incredibile per un giocatore che evidentemente dà il meglio di sé quando cambia aria, visto che anche l'anno scorso ebbe un effetto simile arrivando da Sacramento a Chicago e risultando eccezionale nella storica serie persa alla settima contro Boston.
In una serie che sarà probabilmente decisa da ciò che accade sul perimetro, i Bucks schierano un front-court formato da giocatori più difensivi che offensivi come Carlos Delfino (bentornato nella NBA!), Mbah a Moute (difensore straordinario) ed il veteranissimo Kurt Thomas, ma è ovvio che con Bogut in campo i rapporti di forza sarebbero stati diversi e probabilmente avremmo avuto una serie più equilibrata.
Dalla panchina si alza un altro profondo conoscitore dei campi NBA come Jerry Stackhouse (che curiosamente ha iniziato il training camp con Atlanta), un rookie come Ersan Ilyasova, il play di riserva Ridnour, la guardia Charlie Bell e necessariamente anche Dan Gadzuric per far rifiatare Thomas: viene da chiedersi come sarebbero stati questi Bucks con quello che sarebbe in teoria il giocatore franchigia. No, non Bogut, ma Micheal Redd...
Nella distribuzione del talento delle due squadre troviamo una chiara preponderanza nei backcourt: negli incroci tra Jennings, Salmons e Delfino contro Bibby, Crawford e Joe Johnson si deciderà molto della serie, specialmente tra l'ex Bulls ed il prossimo free agent. É probabile che Delfino, il miglior difensore sul perimetro dei Bucks, venga mandato sulle piste di Johnson molto presto nella serie, spostando Salmons contro il più malleabile Williams.
Particolare attenzione va data anche ai lunghi delle due squadre, che spesso si ritroveranno davanti i piccoli in situazioni di cambio sistematico: chi riuscirà a commettere meno falli potrebbe prendersi un vantaggio decisivo per i finali di partita. Di particolare interesse anche il confronto tra due grandi atleti come Mbah a Moute e Josh Smith: a rimbalzo ci sarà sicuramente grande battaglia e se vi piacciono le sfide più fisiche che tecniche questo è il matchup per fa per voi.
Nei finali di partita gli Hawks sono soliti spostare Johnson in ala piccola per far spazio a Crawford e raddoppiare così i terminali offensivi da cui far passare (e spesso fermare) il pallone: i Bucks invece non dovrebbero cambiare la propria impostazione iniziale, magari con Stackhouse in campo in caso di serata particolarmente felice al tiro.
Non è da escludersi che si vedano volare colpi proibiti su entrambi i lati del campo: gli Hawks sono una squadra che sguazza in queste situazioni, come testimona la serie contro Miami dell'anno scorso, ma anche i Bucks hanno il carattere del proprio tecnico e non arretreranno di un centimetro, specie quando si ha in squadra uno come Kurt Thomas...
Bibby (Crawford) → Jennings (Ridnour)
Johnson (Evans) → Salmons (Bell)
Williams (Johnson) → Delfino (Stackhouse)
Josh Smith (Joe Smith) → Mbah a Moute (Ilyasova)
Horford (Pachulia) → Thomas (Gadzuric)
Tra le sfide dell'Est questa sembra essere la meno spettacolare, perché queste sono due squadre toste e che pensano più alla sostanza rispetto ai fronzoli: in ogni caso, un occhio sulla sfida tra Salmons e Joe Johnson vale sempre la pena darlo, se non altro perché nei finali punto a punto sono due che si esaltano ed hanno qualcosa da dimostrare alla ricerca di un contratto migliore per l'anno prossimo.
Se i playoff fossero il gioco della pagliuzza, gli Atlanta Hawks hanno decisamente preso quella più corta e fortunata: i Milwaukee Bucks, infatti, si sono dimostrati una delle più belle sorprese della stagione, passando dal sottobosco NBA al seed n.6, ma il brutto infortunio di Andrew Bogut li priva del loro miglior giocatore ed unico terminale offensivo nel pitturato. Un vero peccato, perchè l'australiano stava viaggiando a 16 e 10 di media con 2.5 stoppate, in quella che è stata sicuramente la sua miglior stagione finora.
Gli Atlanta Hawks si sono dimostrati una squadra in costante crescita: dalla stagione 2004-05 a questa parte il record è sempre andato in migliorando (le W recitano 13, 26, 30, 37, 47 fino ad arrivare alle 53 di quest'anno) e le due ultime uscite dai playoff hanno aggiunto esperienza al solido gruppo agli ordini di Mike 'Mr. Potato' Woodson.
Il salto di qualità, che ci si creda o no, è stato dato dall'arrivo di Jamal Crawford, più che legittimo candidato al premio di Sesto Uomo dell'Anno e pedina fondamentale del record di questi Hawks: dopo dieci anni di NBA anche per lui è arrivato il momento di giocarsi i playoff, chiudendo un cerchio di stranezze di quest'anno che ha visto anche Zach Randolph andare (giustamente) all'All Star Game... Roba da pazzi!
Ma la superstar della squadra è un'altra e risponde al nome di Joe Johnson: per lui un'altra grande stagione a 21 ppg con il 45% dal campo, in previsione dell'estate che probabilmente gli cambierà la vita, visto che è il 'piano B' di chiunque non riesca ad arrivare ai vari LeBron, Wade e Bosh. Questi Playoff comunque gli serviranno per strappare qualche altro milioncino sul prossimo contratto, specialmente se ripeterà le prime serie degli anni passati contro Boston e Miami.
Nell'organizzazione dell'attacco di Atlanta la palla passa principalmente dalle mani dei due appena descritti, con il resto del gruppo a giocare gli spazi ed impegnarsi in difesa: il play titolare, Mike Bibby, assicura la necessaria dose di esperienza per i playoff ma ha visto il suo ruolo passare da quello di leader carismatico a quello di tiratore sugli scarichi, lasciando le redini della squadra al magico duo; il front-court formato da Williams, Josh Smith e Horford è uno dei più atletici e versatili dell'intera NBA, con la peculiare caratteristica di permettere cambi sistematici su ogni pick'n'roll: un arma da non sottovalutare nel game plan difensivo degli Hawks, a cui si aggiunge il fatto che si conoscono già da anni e sono degli ottimi rimbalzisti d'attacco (non fare tagliafuori contro Smith equivale al suicidio, vero Houston e Orlando?). La rotazione di Woodson è comunque formata da soli nove elementi e vede uscire dalla panchina, oltre a Crawford, anche la guardia 'zozzona' Mo Evans ed i due lunghi, il veterano Joe Smith (giù il cappello) e lo sporchissimo Zaza Pachulia.
Piccolo flashback: notte del Draft, «with the tenth pick of the 2009 NBA Draft, the Milwaukee Bucks select... Brendon Jennings. Which is not here...». Stupore tra i presenti, probabili risate in Italia, dove già pensavamo di aver capito tutto di questo ragazzino reduce da una non esaltante stagione a Roma. Bene: alla terza settimana di NBA quello stesso ragazzino che si era presentato in ritardo da Stern piazza il doppio nickel e rimette Milwaukee sulla mappa NBA dopo anni di anonimato. Insieme a Andrew Bogut costruisce uno degli assi play-pivot più interessanti per la lega del futuro e porta i Bucks ai playoff con un record sopra le 42 W dopo quasi dieci anni.
Ovviamente Jennings non ha compiuto tutto questo da solo, anzi, molto del merito va dato allo straordinario lavoro di Scott Skiles, uno che ha fatto della solidità e della difesa due motivi di vita più che di pallacanestro. In soli due stagioni è riuscito a portare i disastrati Bucks degli anni passati ai playoff con la sesta posizione: a vedere la stagione che ha fatto Del Negro sulla panchina dei Bulls viene da chiedersi dove sarebbe arrivato questo allenatore con Derrick Rose...
A proposito di Chicago Bulls: vi ricordate come avevamo lasciato John Salmons? Moscio, demotivato, irriconoscibile e tradato per due che non sono nemmeno in rotazione? Ecco, adesso Salmons è il miglior realizzatore di questi Bucks con quasi 20 punti di media con il 46% dal campo... Un'inversione di tendenza incredibile per un giocatore che evidentemente dà il meglio di sé quando cambia aria, visto che anche l'anno scorso ebbe un effetto simile arrivando da Sacramento a Chicago e risultando eccezionale nella storica serie persa alla settima contro Boston.
In una serie che sarà probabilmente decisa da ciò che accade sul perimetro, i Bucks schierano un front-court formato da giocatori più difensivi che offensivi come Carlos Delfino (bentornato nella NBA!), Mbah a Moute (difensore straordinario) ed il veteranissimo Kurt Thomas, ma è ovvio che con Bogut in campo i rapporti di forza sarebbero stati diversi e probabilmente avremmo avuto una serie più equilibrata.
Dalla panchina si alza un altro profondo conoscitore dei campi NBA come Jerry Stackhouse (che curiosamente ha iniziato il training camp con Atlanta), un rookie come Ersan Ilyasova, il play di riserva Ridnour, la guardia Charlie Bell e necessariamente anche Dan Gadzuric per far rifiatare Thomas: viene da chiedersi come sarebbero stati questi Bucks con quello che sarebbe in teoria il giocatore franchigia. No, non Bogut, ma Micheal Redd...
Nella distribuzione del talento delle due squadre troviamo una chiara preponderanza nei backcourt: negli incroci tra Jennings, Salmons e Delfino contro Bibby, Crawford e Joe Johnson si deciderà molto della serie, specialmente tra l'ex Bulls ed il prossimo free agent. É probabile che Delfino, il miglior difensore sul perimetro dei Bucks, venga mandato sulle piste di Johnson molto presto nella serie, spostando Salmons contro il più malleabile Williams.
Particolare attenzione va data anche ai lunghi delle due squadre, che spesso si ritroveranno davanti i piccoli in situazioni di cambio sistematico: chi riuscirà a commettere meno falli potrebbe prendersi un vantaggio decisivo per i finali di partita. Di particolare interesse anche il confronto tra due grandi atleti come Mbah a Moute e Josh Smith: a rimbalzo ci sarà sicuramente grande battaglia e se vi piacciono le sfide più fisiche che tecniche questo è il matchup per fa per voi.
Nei finali di partita gli Hawks sono soliti spostare Johnson in ala piccola per far spazio a Crawford e raddoppiare così i terminali offensivi da cui far passare (e spesso fermare) il pallone: i Bucks invece non dovrebbero cambiare la propria impostazione iniziale, magari con Stackhouse in campo in caso di serata particolarmente felice al tiro.
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Re: PLAYOFF '10: ATLANTA - MILWAUKEE
Pronti via e Atlanta vola a +15. Secondo me gli Hawks sono troppo fisici e alla lunga questo aspetto non sarà sostenibile dai Bucks.
EDIT: un appunto canigggia, Ilyasova non è un rookie, in quanto aveva già fatto una stagione in NBA prima di tornare in Europa nel Barcellona.
EDIT: un appunto canigggia, Ilyasova non è un rookie, in quanto aveva già fatto una stagione in NBA prima di tornare in Europa nel Barcellona.
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Re: PLAYOFF '10: ATLANTA - MILWAUKEE
lol ha scritto:Bj
Tenderei a quotare ..Purtroppo predica nel deserto. Fa sorridere anche mentre lo si dice pensando a qualche anno fa, ma senza Bogut i Bucks non hanno una singola possibilità di passare..Forse neanche di vincerne una..
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Re: PLAYOFF '10: ATLANTA - MILWAUKEE
Ho visto solo l'ultimo quarto tornato a casa dalla serata, ho visto un Joe Johnson che è sempre più spettacolare quando ci si gioca la partita e dei Bucks che ci hanno provato senza mai riuscire a tornare sotto gli 8 punti di scarto...
Interessante la mossa di Skiles di giocare con Ilyasova (Huge hai ragione, non è rookie! ) come centro, per allargare il campo in attacco con le triple (che ci sono state e non pienamente sfruttate). Ovviamente nell'altra metà campo gli Hawks hanno cavalcato il mismatch dando palla dentro ad Horford, ma non mi sembra che abbia un talento tale per segnare con continuità con gli isolamenti in post. Date un occhio a quello scontro che almeno una partita a Milwaukee può girare su quella situazione.
Interessante la mossa di Skiles di giocare con Ilyasova (Huge hai ragione, non è rookie! ) come centro, per allargare il campo in attacco con le triple (che ci sono state e non pienamente sfruttate). Ovviamente nell'altra metà campo gli Hawks hanno cavalcato il mismatch dando palla dentro ad Horford, ma non mi sembra che abbia un talento tale per segnare con continuità con gli isolamenti in post. Date un occhio a quello scontro che almeno una partita a Milwaukee può girare su quella situazione.
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Re: PLAYOFF '10: ATLANTA - MILWAUKEE
Bè la mossa di Ilyasova da 5 si poteva prevedere in quanto Skiles l'aveva già usata nel finale di RS, poi andare solo con Thomas e Gadzuric ( ) sarebbe stato scandaloso.
Mbah a Moutè l'anno scorso è stato davvero un gran pick!! Poche volte ho visto giocatori "normali " adattarsi così alle varie situazioni di gioco.
Mbah a Moutè l'anno scorso è stato davvero un gran pick!! Poche volte ho visto giocatori "normali " adattarsi così alle varie situazioni di gioco.
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Re: PLAYOFF '10: ATLANTA - MILWAUKEE
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Re: PLAYOFF '10: ATLANTA - MILWAUKEE
gara 3-
i cervi soffrono un pochettino meno la fisicità ma ci sono sempre un problemi sotto canestro..straordinaria opera di Brandon(3° quarto?cosa non ha fatto!!rubata,passist no look dietro alla schiena e schiacciata di stackhouse! wow!)
comunque vediamo Atlanta alla prossima...io ho pronosticato Atlanta 4 Milwaukee 2..
i cervi soffrono un pochettino meno la fisicità ma ci sono sempre un problemi sotto canestro..straordinaria opera di Brandon(3° quarto?cosa non ha fatto!!rubata,passist no look dietro alla schiena e schiacciata di stackhouse! wow!)
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"Non esistono uomini perfetti a questo mondo, solo intenzioni perfette"
"una semplice equazione prima di chiudere il topic.
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Re: PLAYOFF '10: ATLANTA - MILWAUKEE
BJ?!
Un impatto simile al Bargnani da rookie
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Re: PLAYOFF '10: ATLANTA - MILWAUKEE
Ronco88 ha scritto:BJ?!
Un impatto simile al Bargnani da rookie
Riserva di Giachetti.
"In da hood non ne esci vivo" (cit.)
- Fausto
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Re: PLAYOFF '10: ATLANTA - MILWAUKEE
cesark90 ha scritto:gara 3-
straordinaria opera di Brandon(3° quarto?cosa non ha fatto!!rubata,passist no look dietro alla schiena e schiacciata di stackhouse! wow!)
Ronco88 ha scritto:BJ?!
Un impatto simile al Bargnani da rookie
http://www.youtube.com/watch?v=d_bQb1QbbKs
Non è un rinoceronte, un bufalo o una tigre – e ce ne sono in circolazione a branchi, nell’Nba. E’ un delfino: razza rara. Le sue movenze sono vellutate ma veloci, in un continoum affascinante.
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Re: PLAYOFF '10: ATLANTA - MILWAUKEE
Fausto ha scritto:cesark90 ha scritto:gara 3-
straordinaria opera di Brandon(3° quarto?cosa non ha fatto!!rubata,passist no look dietro alla schiena e schiacciata di stackhouse! wow!)Ronco88 ha scritto:BJ?!
Un impatto simile al Bargnani da rookie
http://www.youtube.com/watch?v=d_bQb1QbbKs
Ridi ridi
Che io i 34 punti all'esordio nel video non li trovo ( )
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Re: PLAYOFF '10: ATLANTA - MILWAUKEE
Non era per metterli sullo stesso piano, Roncone...
Era solo per ricordare a qualcuno che il buon Mago ai PO nell'anno da rookie non era passato per nulla inosservato.
Appendice di merda!
Era solo per ricordare a qualcuno che il buon Mago ai PO nell'anno da rookie non era passato per nulla inosservato.
Appendice di merda!
Non è un rinoceronte, un bufalo o una tigre – e ce ne sono in circolazione a branchi, nell’Nba. E’ un delfino: razza rara. Le sue movenze sono vellutate ma veloci, in un continoum affascinante.
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Re: PLAYOFF '10: ATLANTA - MILWAUKEE
Fausto ha scritto:Non era per metterli sullo stesso piano, Roncone...
Era solo per ricordare a qualcuno che il buon Mago ai PO nell'anno da rookie non era passato per nulla inosservato.
Appendice di merda!
No no per carità i suoi primi playoff il Mago li disputò bene, me lo ricordo anche io, niente da dire anzi forse è il miglior ricordo che ho della sua breve carriera (anche perchè almeno erano partite con intensità vera, merce rara all'ACC negli ultimi anni ).
Solo che BJ è un'altra cosa, almeno nel raffronto delle due rispettive stagioni da rookie.
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Re: PLAYOFF '10: ATLANTA - MILWAUKEE
Impatto di Bargnani nell'anno da rookie.
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