PLAYOFF 09, THE FINALS: LOS ANGELES - ORLANDO

Le franchigie in cui non militano i nostri giocatori.
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canigggia
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PLAYOFF 09, THE FINALS: LOS ANGELES - ORLANDO

Messaggioda canigggia » 01/06/2009, 18:58

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«No dai, non scherziamo. Ok, i Magic sono un’ottima squadra già dall’anno scorso, ed i Lakers è normale che siano lì, ma questo doveva essere l’anno di Kobe contro LeBron per sette partite, avevamo già concordato tutto con la Nike ed i pupazzetti… Male che andasse riproponevamo Lakers contro Boston, che fa sempre bene rispolverare i ricordi e rinverdire la rivalità… Però adesso cosa facciamo? Vabbè, speriamo che Howard porti un po’ di gente a vedere ‘ste finali…»

Non è difficile immaginare che queste parole siano passate per la testa di David Stern, mentre vedeva gli Orlando Magic massacrare i Cleveland Cavaliers in gara-6. Ma è la realtà: la squadra di Disneyworld è arrivata alle Finals e lo ha fatto proponendo il miglior gioco d’attacco dei playoff, per distacco. I Los Angeles Lakers, dal canto loro, sono arrivati di nuovo alle Finals per il secondo anno consecutivo ed è possibile che quest’anno Kobe non lascerà che nessuno gli porti via un titolo a cui sta lavorando da quando le chiavi della franchigia sono state affidate a lui.

Le due sfide della stagione regolare hanno visto i Magic vincere entrambe le partite, ma il dato non è che una nota a margine: nelle due sfide, infatti, il top scorer dei Magic è stato Jameer Nelson, con 27 e 28 punti, ma l’All Star non sarà della sfida e sarebbe potuto essere, forse ancora più che nelle altre serie, un punto di svolta tattico importante.

Los Angeles Lakers:

Per i Los Angeles Lakers è stato un cammino più difficile rispetto a quello dello scorso anno: nell’opener hanno vinto in cinque gare contro gli Utah Jazz, in una serie assolutamente dominata; dopodiché il momento più difficile di questa post-season, la sfida in sette intensissime partite contro gli Houston Rockets senza Yao, McGrady e Mutombom, che ha lasciato molti dubbi sulla squadra; ed infine le sei partite contro i Nuggets, che hanno però restituito grande fiducia al gruppo, specialmente dopo le convincenti gara-5 e soprattutto 6, dove Lamar Odom e Gasol hanno dato (finalmente) un grande contributo alla causa gialloviola.
I Lakers sono a quattro partite ad un discreto numero di risultati: il loro bilancio, arrivati alla trentesima finale della loro storia, è di 14-15 e sarebbe una buona cosa portarlo in parità, anche per non perdere troppo terreno dai Celtics a 17; per Phil Jackson sarebbe il tanto agognato decimo anello, con cui supererebbe Red Auerbach nella classifica All-Time per gli allenatori; per Tex Winter, il perfezionatore dell’attacco ‘triangolo’, questo anello sarebbe una bella soddisfazione, perché la dedica ad un personaggio così importante per l’ambiente Lakers è quasi scontata dopo i gravi problemi al cuore che ha avuto all’inizio dei playoff; questo potrebbe essere una delle prime volte in cui un grande team offensivo vince nonostante una difesa non eccezionale.
Poi c’è il capitolo giocatori, ed in questo caso non possiamo che partire con Kobe Bryant: questo per lui è l’appuntamento con il destino, dopo l’umiliante -37 con cui ha concluso la cavalcata dello scorso anno, ed il ricordo di quella sconfitta verrà rievocato parecchie volte, sia dai media che nello stesso spogliatoio gialloviola da Coach Zen. Kobe, inoltre, non può permettersi di vedere ancora Shaq ‘rappare’ su Youtube il fatto che «You can’t do without me», e deve portare nuovi argomenti a chi, nelle conversazioni dal barbiere, lo propone a più grande di sempre a diretto confronto con sua maestà area MJ.
Ma per arrivare all’anello non basta un solo super giocatore (vero, Danny Ferry?), c’è bisogno di altri uomini pronti a dare tutto per la causa: e l’uomo in più di questi playoff è stato Pau Gasol. Fino all’anno scorso il catalano era considerato troppo poco cattivo per essere determinante nell’area pitturata a questi livelli: un anno più tardi, ci troviamo Gasol a dominare in gara 6 in trasferta contro i Denver Nuggets e portare i suoi alle Finals. Cosa è cambiato? C’è che Pau è cresciuto nel suo gioco, nella comprensione del triangolo e soprattutto nella sua testa, e prestazioni di altissimo livello in post basso diventano quasi automatiche quando questi elementi si incontrano. Ora deve assolutamente completare l’opera e ripetersi anche contro Dwight Howard sul palcoscenico più importante, per essere degnamente considerato per il talento che ha.
Due altri fattori fondamentali di questa stagione sono stati, con risultati alterni, Lamar Odom e Trevor Ariza: il primo è da sempre il giocatore barometro della squadra, quello con il quale si vince o si perde, ed arrivato alla soglia dei trent’anni sarebbe ora che coronasse con un anello un talento veramente infinito; il secondo si è dimostrato un più che degno fattore di una squadra importante come i Lakers, sia per il suo apporto difensivo che per le triple dal perimetro, importanti per ‘aprire la scatola’ e lasciare spazio di manovra per le altre stelle. Nota di curiosità: Ariza è anche l’ex della sfida, avendo giocato per un anno e mezzo ai Magic.
Un capitolo a parte lo merita la stagione di Andrew Bynum: l’anno scorso si diceva che i Lakers avessero perso perché non avevano chili da mettere in mezzo all’area, quelli che proprio il Bambinone poteva portare alla causa. L’inserimento quest’anno è stato difficile, perché Bynum soffre uno come Gasol che gioca le sue porzioni di campo, e proprio quando si sembrava essere arrivati alla quadratura del cerchio il ginocchio ha fatto di nuovo crack. I postumi di quell’infortunio si sentono ancora, più nella testa che nel fisico del giovane centro, ma arrivati a questo punto e contro un avversario come Howard c’è bisogno che questa bella speranza diventi una certezza su cui poter far affidamento.
Dagli altri membri dei Lakers (Fisher, Farmar, Vujacic, Walton, Brown, Powell) ci si aspetta il solito apporto da ‘panchinari’: grandi prestazioni in casa, dove possono infiammarsi ed infiammare il pubblico con facilità, ed il solito anonimato in trasferta, dove Kobe prende il proscenio e gli altri che non parlano la sua lingua cestistica giocano gli spazi (è divertentissimo Bryant quando dice «Siamo un’ottima squadra da trasferta»: in realtà è LUI che si sente autorizzato a prendersi più tiri e quindi pensa automaticamente che la squadra migliori… Spesso a ragione!).

Orlando Magic:

Gli Orlando Magic sono sostanzialmente a quattro partite dallo shockare il mondo: nessuno li avrebbe pronosticati qui all’inizio dell’anno, men che meno senza Jameer Nelson nel suo anno da All-Star. I motivi erano molteplici: il gioco in post di Howard non ancora eccellente a livello tecnico; la tradizione negativa dei jump-shooting team nei playoff; la poca abitudine a partite di altissimo livello nei giocatori chiave come Superman, Lewis e Turkoglu; un coach fin troppo perfezionista… E la squadra ha affrontato anche un percorso travagliato con le sei (non preventivate) partite contro Philadelphia, la durissima serie su sette partite contro i Celtics, battuti poi pur essendo sotto 3 a 2, da cui è scattato quel qualcosa che li ha portati a sconfiggere i favoritissimi Cleveland Cavaliers nelle finali di Conference.
Questa squadra, nel corso delle sei partite contro LeBron, è letteralmente esplosa: non esiste un dilemma tattico più irrisolvibile dei Magic quando giocano la loro pallacanestro inside-outside, perché oltre ad Howard ed i tiri da tre punti, sono bravissimi anche a mettere palla per terra e giocano una pallacanestro in-between ampiamente sottovalutata, specialmente con Rashard Lewis e Courtney Lee (che con la maschera è la reincarnazione di Rip Hamilton). Come se non fosse abbastanza, non sentono neanche la pressione della partita, dato che si sono resi protagonisti di rimonte silenziose alla Quiken Loans Arena che sono state veramente inquietanti nel loro sviluppo e giocate con una tranquillità disarmante.
Su Dwight Howard, sul suo atteggiamento e sul suo gioco in post esistevano molti dubbi prima delle sei gare contro Cleveland. Da lì in poi, sinceramente, ha dimostrato di essere veramente degno del primo quintetto NBA ed uno dei 5 giocatori che ‘spostano’ all’interno di questa Lega, non solo in difesa, ma anche in attacco. Lui, Turkoglu e Lewis rappresentano i nuovi big three capaci di non far dormire Kobe dopo quelli dello scorso anno, anche perché quelli che sulla carta sarebbero la seconda e la terza opzione offensiva sono dei giocatori di una pericolosità incredibile. Il turco è, con ogni probabilità, l’ala piccola sopra i due metri più intelligente e migliore per giocare il pick’n’roll dell’intera NBA, e state pur certi che con il prossimo contratto porterà via decisamente più dei quasi 7 milioncini che guadagna quest’anno. Rashard Lewis si è confermato un tiratore mortifero che non sente la pressione e sa colpire in ogni modo, sia da fuori che, soprattutto, avvicinandosi a canestro dopo aver eluso il recupero del difensore.
Oltre a questo trio di stelle, i Magic possono contare su dei comprimari di assoluto spessore: Pietrus e Lee sono due mastini che non ti danneggiano minimamente in attacco, e dalle loro parti passerà Kobe per tutta la serie. Come coppia difensiva forse non raggiungono i livelli d’eccellenza di Battier e Artest, ma sono quelli che più gli si avvicinano ed i Rockets sono stati gli unici a dare del filo da torcere a questi Lakers. Rafer Alston e Anthony Johnson sono due playmaker diversi che hanno avuto un rendimento eccellente in questi playoff, e se ‘Skip To My Lue’ è capace sia della partita da 20-25 punti in casa che della partita da 0-5 da tre, 5 palle perse ed un tecnico in un momento chiave, Johnson è invece più inquadrato nel sistema ed utile alla causa, anche difensivamente. Nota di menzione anche per il fantastico Gortat di questi playoff, per la verità poco utilizzato contro Cleveland, e per J.J.Redick, che dopo le buone prove contro Ray Allen è definitivamente sparito dalle rotazioni di Van Gundy.

Tattica e matchup:

Le due squadre hanno una filosofia chiara: preferiscono segnare un punto in più degli avversari rispetto che farne segnare uno in meno. Ciò non toglie che siano anche due squadre difensivamente adatte a questi livelli (altrimenti non ci sarebbero arrivate, no?) ed hanno nel roster dei difensori degni di questo nome, come Howard, Odom, Pietrus ed Ariza. Tutto, come spesso accade in una serie con gli Orlando Magic, si risolve a come ci si accoppia all’interno dei due sistemi di gioco. Andiamo ad esaminare i matchup uno per uno:

Centro: Howard contro Bynum e Gasol

Ovviamente sotto i tabelloni si giocherà molto della serie: Howard è una presenza dominante che solo i chili di Bynum possono affrontare, ma è probabile che, al terzo pick’n’roll in fila che coinvolge Turkoglu e Howard e che si conclude con 2/3 punti per i Magic, Coach Jackson decida di far uscire l’amichetto di Rihanna e dare spazio ad Odom. Quindi su Superman scala Gasol, che ha centimetri ma non stazza e potenza fisica e dovrà fare un lavoro enorme a rimbalzo per controllare la superstar di Orlando. Accoppiamento difficile per i Lakers, che dovrebbero però coinvolgere di più il catalano e far pagare ad Howard la poca esperienza a questi livelli e contro giocatori di post del livello di Pau. Se riescono a fargli commettere un po’ di falli gratuiti, si fa tutto molto più semplice per LA. Probabile poco spazio per Gortat, a meno di stravolgimenti dovuti a problemi di falli.

Ala grande: Lewis contro Odom

Questo, a mio modesto avviso, è il duello chiave della serie: non solo perché sono due giocatori importantissimi, ma perché una loro grande o pessima prestazione condiziona tutto l’attacco e la difesa delle due squadre. Chi dei due riuscirà a prevalere sull’altro darà una grossissima spinta ai propri compagni, e l’avere Lewis molto lontano da canestro non permetterà ad Odom di aiutare troppo su Howard o sui penetratori dei Magic, togliendo un punto di riferimento importante alla difesa losangelena. Per i Lakers è importante coinvolgere Odom sotto canestro in attacco, per sfruttare i suoi chili e la sua propensione al rimbalzo, particolare in cui Lewis è carente sia per questioni di atteggiamento che di forza fisica.

Ala piccola: Turkoglu contro Ariza e Walton


Questa è una bellissima sfida: Turkoglu è il playmaker neanche troppo nascosto dei Magic ed avrà in mano tutti i palloni che scotteranno all’interno dei quarti conclusivi, quindi Ariza (ed eventualmente Walton) dovranno fare un grandissimo lavoro sui pick’n’roll, in cui il turco diventa mortifero per le capacità di lettura ampiamente al di fuori della norma. Brother Hedo, comunque, soffre maggiormente un atleta dalle capacità fisiche di Ariza, come testimoniato nella non eccezionale serie contro Philadelphia, ma se si confermerà sui livelli delle finali di Conference è un grattacapo da perderci delle notti di sonno per lo staff di Los Angeles. Nell’altra metà campo Ariza può mettere in difficoltà il turco con l’atletismo e con l’abilità di giocare negli spazi che inevitabilmente si verranno a creare nella difesa dei Magic, mentre Walton potrebbe essere cavalcato perché ha delle doti di passatore fantastiche ed avere un trattatore della palla in più in campo potrebbe essere un arma tattica importante nell’economia della serie.

Guardia: Lee e Pietrus contro Bryant e Vujacic

Sfida difficile per i due di Orlando, che si troveranno di fronte un Bryant con la prospettiva di essere a quattro vittorie da un titolo quasi ossessionante per lui. Le possibilità di contenerlo almeno un minimo, comunque, ci sono tutte, anche visto il rendimento altissimo di Mickael Pietrus in marcatura su LeBron James (a proposito, chissà com’è felice di passare da uno all’altro degli emuli dei pupazzi della Nike nel giro di qualche giorno…). Nell’altra metà campo, Kobe sarà come al solito in roaming per il campo, ovvero in giro a marcare d’istinto come più gli aggrada, lasciando ampio spazio al proprio uomo (tattica che, comunque, io continuo a non capire… Mah). È probabile che Kobe venga dirottato nei primi quarti su Alston, specialmente allo Staples, poiché in trasferta il newyorkese è il tiratore meno affidabile dei quattro solitamente in campo per Van Gundy, e Fisher venga mandato su Lee o Pietrus. Aspettatevi storie tesissime da Vujacic con, alternativamente o tutti insieme, i vari Alston e Lee, che di sicuro la lingua sanno come utilizzarla e non vanno sotto sulle giocate ‘sporche’ di The Machine.

Playmaker: Alston e Johnson contro Fisher e Brown/Farmar

Forse la sfida meno interessante della serie finale si gioca in cabina di regia, con dei giocatori che sono lì principalmente per tirare e giocare gli spazi, ma che potrebbero fornire importanti punti fuori dallo script della partita. Per Orlando la rotazione è chiara e definita, con Johnson a giocare solo a cavallo dei quarti per dare un pizzico di esperienza in più, mentre per i Lakers non si è ancora ben capito cosa voglia fare Jackson con i suoi: è probabile che metta in campo chi gli da più garanzie in quel momento o quello più utile, ma può anche darsi che metta chi più gli aggrada in quel preciso momento, visto il personaggio di cui parliamo.

Allenatori: Van Gundy contro Jackson

Sfida: trovare due allenatori più agli antipodi dei due che si sfidano per questo anello. Van Gundy è un tattico, uno che studia nei minimi particolari la squadra avversaria, prepara trappole in giro per il campo e perde un sacco di ore di sonno per il suo lavoro, rischiando i limiti dell’isteria sia nel tono di voce che nel comportamento. Jackson, invece, è soprannominato non a caso Coach Zen e rischia di diventare l’allenatore più vincente di sempre, ma non sembra che gli interessi poi così tanto questo gioco. Un po’ trascendente, per dirla così. La sfida dovrebbe vedere favorito il veterano dei nove anelli rispetto al debuttante, ma è un discorso che era stato già fatto l’anno scorso con Rivers e tutti ci ricordiamo com’è andata a finire.

Partendo dal presupposto che, per gli interpreti che hanno, i Magic sono un incubo per tutte le squadre, i Lakers si accoppiano mediamente meglio di tante altre contro Orlando, se non altro per quello che la coppia Odom-Ariza può garantire difensivamente. Se Bynum fosse anche un difensore decente si potrebbe quasi azzardare che si accoppiano bene, ma con il Bambinone che si è visto finora appare troppo fantasioso vederlo in campo per più di 20-25 minuti.

Considerazioni finali:

I Lakers, anche se sembrano aver compiuto un passo in avanti con le ultime partite di playoff, erano e restano una squadra umorale ed enigmatica, quindi non sai mai che versione venga giù alla partita, se quelli concentrati (e quindi imbattibili) in difesa ed in attacco, o quelli distratti ed aristocratici che ti danno venti punti e poi trovano un modo per farti rientrare in partita.

I Magic, invece, sono meno umorali, ma decisamente più impronosticabili, perché sinceramente è tutta la stagione e tutti i playoff che si sente dire «Bene, bravi, però dai, adesso la palla peserà di più e andranno fuori»… ed invece nella gara decisiva contro LeBron mettono dentro 18 triple!

Il pronostico, un po’ per tradizione - i Magic sono alla seconda finale della loro storia, la prima per tutti i membri del team, i Lakers alla trentesima e la seconda in due anni con lo stesso gruppo – ed un po’ per il Mumba con solo il Larry O’Brien Trophy negli occhi e a portata di morso, deve andare dalla parte dei Lakers.

Ma, obiettivamente, qualcuno si fida ancora di questi Magic?

Buone Finals a tutti!
Ultima modifica di canigggia il 01/06/2009, 20:26, modificato 1 volta in totale.
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Re: PLAYOFF 09, THE FINALS: LOS ANGELES - ORLANDO

Messaggioda lol » 01/06/2009, 19:14

Tiferò spudoratamente Orlando.

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AxlMcClaudio
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Re: PLAYOFF 09, THE FINALS: LOS ANGELES - ORLANDO

Messaggioda AxlMcClaudio » 01/06/2009, 19:25

sarà difficile impedire a kobe di vincere questo anello!!!
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Re: PLAYOFF 09, THE FINALS: LOS ANGELES - ORLANDO

Messaggioda Gabbo » 01/06/2009, 19:31

Ad est Orlando era la mia squadra preferita (anche se non li davo vincenti contro LBJ)
Avendo però Kobe un briciolo di italianità, tiferò per lui


E poi è giusto che Shaq se lo pigli un po' nelle chiappone...ha smerdato Kobe perchè lui è riuscito a vincere senza il 24 (ma con Wade...Kobe ad Ovest chi aveva come centro?)
Ha continuamente dato del perdente a van Gundy, e questo ha già battuto gli strafavoriti Cavs.
Se vince Kobe, shaq se le piglia due volte, e la cosa non mi dispiace :D
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Re: PLAYOFF 09, THE FINALS: LOS ANGELES - ORLANDO

Messaggioda raf » 01/06/2009, 19:40

:inchino:
"gli uomini passano, le idee restano, restano le loro tensioni morali, e continueranno
a camminare sulle gambe di altri uomini" g.f.

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Re: PLAYOFF 09, THE FINALS: LOS ANGELES - ORLANDO

Messaggioda NickName » 01/06/2009, 21:46

Se Bryant non vince l'anello quest'anno fa letteralmente una strage...
...Duncan è arrivato per la consueta stoppata minimalista-chic... (F. Buffa)

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Re: PLAYOFF 09, THE FINALS: LOS ANGELES - ORLANDO

Messaggioda luca10 » 01/06/2009, 22:08

Go Lakers...
Il non fare nulla è la cosa più difficile del mondo.

Il potere logora chi ce l'ha!!!!

Resistenza MAGO!!!

Ha messo l'anello al dito all'Italia, Grazie BELI!!!!

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Re: PLAYOFF 09, THE FINALS: LOS ANGELES - ORLANDO

Messaggioda Dark Knight » 01/06/2009, 22:49


Informazioni sul CUS Padova Basket in Carrozzina:
http://www.cuspadova.it/a_basket.php

Dankun
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Re: PLAYOFF 09, THE FINALS: LOS ANGELES - ORLANDO

Messaggioda Dankun » 01/06/2009, 23:32

Solo i lakers possono perdere questa finale, anche se tifero' Orlando...

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Re: PLAYOFF 09, THE FINALS: LOS ANGELES - ORLANDO

Messaggioda comy6 » 01/06/2009, 23:45

lakers in sei
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Re: PLAYOFF 09, THE FINALS: LOS ANGELES - ORLANDO

Messaggioda Patavino » 01/06/2009, 23:56

Gran post, come sempre!!

Go LA!!!

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Re: PLAYOFF 09, THE FINALS: LOS ANGELES - ORLANDO

Messaggioda sensomc » 02/06/2009, 1:28

tiferò Orlando....Kobe senza Shaq non vincerai !!!! :lol2:

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Re: PLAYOFF 09, THE FINALS: LOS ANGELES - ORLANDO

Messaggioda mighty » 02/06/2009, 9:25

"In da hood non ne esci vivo" (cit.)

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Re: PLAYOFF 09, THE FINALS: LOS ANGELES - ORLANDO

Messaggioda J.D. Rules » 02/06/2009, 9:38

Dico L.A. perchè li vedo più adatti a questa situazione e perchè il kobe non può farsi scappare il titolo per la seconda volta di fila, sarebbe una brutta etichettatura. ma i magic hanno mostrato il miglio gioco di squadra di questi playoff quindi nulla è assolutamente per scontato
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Re: PLAYOFF 09, THE FINALS: LOS ANGELES - ORLANDO

Messaggioda mighty » 02/06/2009, 10:29

io dico Lakers in 6.
"In da hood non ne esci vivo" (cit.)


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