PLAYOFF 09: CLEVELAND - ORLANDO
Inviato: 20/05/2009, 17:52
PLAYOFF 09: CLEVELAND – ORLANDO
Arrivati alle finali di Conference si è esattamente alla metà del viaggio verso l’anello. Ma ci sono modi e modi per arrivarci, e solo con Boston si sarebbe potuto arrivare a questa sfida attraverso due viaggi più diametralmente opposti di quelli di Cleveland ed Orlando. LeBron e compagni hanno sweeppato sia nel primo che nel secondo turno, trovando il punto di maggior interesse delle loro partite nell’entrata da superstar WWE con ‘chalk toss’ da parte di LBJ, per far capire il livello di pressione a cui li hanno portati i Pistons e gli Hawks… I Magic, invece, sono usciti da una difficile serie in 6 partite contro i Sixers ed una durissima sfida in 7 contro dei Boston Celtics in versione ‘Highlander’.
La dimostrazione di forza che Cleveland ha messo in scena in questi playoff è stata semplicemente impressionante: otto vittorie, tutte con doppia cifra di scarto, e la sensazione che si stesse giocando più contro i record che contro gli avversari in campo, tale era la distanza tra i valori in campo. Non può esserci anno migliore per portare a casa il titolo che tutti aspettano: tutti i pezzi del puzzle sono al posto giusto, il supporting cast svolge egregiamente il proprio lavoro e LeBron ha letteralmente portato il suo gioco ad un altro livello rispetto a compagni ed avversari, sia di questa che dell’altra parte del Mississippi. La speranza in giro per la Lega è che prima o poi inizino a sentire un po’ di pressione, o meglio ancora riuscissero a trovare un avversario in grado di metterli in difficoltà nella loro metà campo difensiva, altrimenti l’impegno più pressante per il Prescelto da qui a metà giugno sarà scegliere quale sigaro fumarsi per festeggiare il primo titolo della sua carriera. Secondo una mia opinione personalissima, solamente i Celtics con Garnett sarebbero stati in grado di mettere i bastoni fra le ruote a questi Cavs, ma è una situazione che non potrà avere una controprova fino ai playoff dell’anno prossimo (purtroppo). Il mondo del basket comunque ripone le sue speranze nei blu di Orlando per mettere un po’ di pepe in dei playoff che fino ad ora rimangono troppo belli per essere reali: certo è che pronosticare il titolo da qualsiasi altra che non sia Cleveland in questo momento è obiettivamente da pazzi.
Gli Orlando Magic escono da una serie contro Boston che gli ha dato la conferma di essere una grande squadra ed una delle potenze dell’Est per i prossimi anni, ma i punti di domanda che si lascia dietro sono numerosi. Tutte le vittorie che i Celtics hanno portato a casa sono state partite ampiamente alla portata dei Magic, capaci di portare a gara-7 una serie che in linea teorica poteva finire 4 a 0 senza possibilità di replica. Va bene che la ‘mistica’ di Boston è un cliente difficile con cui negoziare, ma una squadra che aspira legittimamente al titolo non può lasciare per strada ben tre partite a degli avversari palesemente inferiori nel momento in cui si sono affrontate le due squadre. Inoltre, sia la solidità mentale che la compattezza del gruppo sono opinabili: nei momenti importanti, solo un grande Turkoglu ha creato per sé e per i compagni, togliendo le castagne dal fuoco per tutti, ed anche durante la serie sono uscite dichiarazioni di Howard contro il proprio tecnico, una cosa che non vorresti mai veder fare dal tuo franchise player, specialmente durante i playoff. Se la serie si giocasse solamente sulla testa, queste due squadre non apparterrebbero nemmeno alla stessa Lega, ma ci sono dei motivi tattici e dei precedenti che fanno sperare in una serie più lunga delle quattro canoniche partite dei Cavs di quest’anno.
Nei tre precedenti incontri in stagione tra le due squadre, i Magic hanno vinto i due incontri giocati alla Amway Arena, dimostrando che i Cavaliers soffrono terribilmente i tiratori dei Magic, non solo per quello che possono produrre in proprio, ma anche per gli spazi in area che provocano con la loro pericolosità da fuori, spazi in cui Howard e Gortat possono sguazzare a piacimento. Difficilmente però Coach Mike Brown non avrà studiato delle contromisure da attuare già in gara-1, ed ancor più difficilmente non verranno trovate delle contromisure nel corso di un’intera serie – magari studiando ciò che i Celtics hanno architettato e riutilizzandoli per una difesa ancora migliore come quella di Cleveland.
La possibilità che Orlando potrebbe avere per girare la serie si concretizzerà, purtroppo per loro, solamente tra un paio di anni: il gioco in post di Howard non è neanche lontanamente adeguato ad una finale di Conference e per i lunghi dei Cavs non rappresenta ancora un pericolo tale da doverlo raddoppiare su ogni singolo possesso, bloccando le rotazioni ed i tiri facili su cui vivono i tiratori dei Magic. Per la squadra di Stan Van Gundy svolgeranno come sempre un ruolo fondamentale le due ali, Lewis e Turkoglu, in particolare il primo, perché con la sua versatilità può portare fuori dalla ‘zona delle operazioni’ il 4 avversario, che sia Varejao o Smith, togliendo un giocatore importante in area per la difesa Cavs. Dei quattro esterni dei Magic (Alston, Redick, Lee e Pietrus), Delonte West prenderà il più pericoloso in base a come si evolverà di volta in volta la partita, ed è in questi casi che sarebbe tornata utilissima una presenza come quella di Jameer Nelson, che avrebbe potuto creare molte più preoccupazioni ai Cavs di quanto ‘Skip To My Lue’ o Redick possano fare.
In fare difensiva, i Magic avranno ovviamente il problema di limitare LeBron: è probabile che si vedranno molti periodi della partita con Pietrus su di lui, con alcuni sprazzi di Turkoglu e Lewis, ma non sono tanto gli uomini da opporre, quanto la strategia da utilizzare quello che interessa a Van Gundy. L’unica remota possibilità è quella di far diventare LeBron solamente un tiratore, togliendogli sia le penetrazioni in area che i passaggi smarcanti verso i compagni (specialmente Mo Williams). È di fondamentale importanza tenere anche lontano dai falli Howard: la sua presenza in area è troppo importante per rischiare di averlo caricato di falli nell’ultimo quarto, quando presumibilmente LeBron attaccherà furiosamente il canestro per vincere la partita. Il resto della squadra dovrà stare attentissima ad aiutare su LeBron e chiudere immediatamente sui tiratori non appena la palla lascerà le mani del Prescelto, andando anche fortissimo a rimbalzo, visto che i Cavs hanno dei lunghi particolarmente propensi al rimbalzo offensivo come Ilgauskas e Varejao.
Williams/ Gibson – Alston/ Johnson/ (+ Lee per Williams)
West/ Pavlovic – Redick/ Lee
James/ Szcerbiak – Turkoglu/ Pietrus
Varejao/ Smith – Lewis/ Battie
Ilgauskas/ Wallace – Howard/ Gortat
Concludendo, delle considerazioni sul possibile sviluppo della serie: i Magic sono un’ottima squadra da trasferta, come hanno dimostrato vincendo in gara-7 al Boston Garden, ma andare a vincerne una alla Quiken Loans Arena quest’anno sembra una missione impossibile per chiunque nella Lega, e anche se ci riuscissero non è così semplice contenere LeBron in casa propria, viste le prestazioni del 23 al Philips Arena di Atlanta, che è ritenuto uno degli stadi più caldi della NBA. Comunque, se i Cavs riescono a tenere basse le percentuali degli avversari, specialmente da tre, è difficile che possano perdere questa serie. Speriamo solamente non in quattro partite.
Arrivati alle finali di Conference si è esattamente alla metà del viaggio verso l’anello. Ma ci sono modi e modi per arrivarci, e solo con Boston si sarebbe potuto arrivare a questa sfida attraverso due viaggi più diametralmente opposti di quelli di Cleveland ed Orlando. LeBron e compagni hanno sweeppato sia nel primo che nel secondo turno, trovando il punto di maggior interesse delle loro partite nell’entrata da superstar WWE con ‘chalk toss’ da parte di LBJ, per far capire il livello di pressione a cui li hanno portati i Pistons e gli Hawks… I Magic, invece, sono usciti da una difficile serie in 6 partite contro i Sixers ed una durissima sfida in 7 contro dei Boston Celtics in versione ‘Highlander’.
La dimostrazione di forza che Cleveland ha messo in scena in questi playoff è stata semplicemente impressionante: otto vittorie, tutte con doppia cifra di scarto, e la sensazione che si stesse giocando più contro i record che contro gli avversari in campo, tale era la distanza tra i valori in campo. Non può esserci anno migliore per portare a casa il titolo che tutti aspettano: tutti i pezzi del puzzle sono al posto giusto, il supporting cast svolge egregiamente il proprio lavoro e LeBron ha letteralmente portato il suo gioco ad un altro livello rispetto a compagni ed avversari, sia di questa che dell’altra parte del Mississippi. La speranza in giro per la Lega è che prima o poi inizino a sentire un po’ di pressione, o meglio ancora riuscissero a trovare un avversario in grado di metterli in difficoltà nella loro metà campo difensiva, altrimenti l’impegno più pressante per il Prescelto da qui a metà giugno sarà scegliere quale sigaro fumarsi per festeggiare il primo titolo della sua carriera. Secondo una mia opinione personalissima, solamente i Celtics con Garnett sarebbero stati in grado di mettere i bastoni fra le ruote a questi Cavs, ma è una situazione che non potrà avere una controprova fino ai playoff dell’anno prossimo (purtroppo). Il mondo del basket comunque ripone le sue speranze nei blu di Orlando per mettere un po’ di pepe in dei playoff che fino ad ora rimangono troppo belli per essere reali: certo è che pronosticare il titolo da qualsiasi altra che non sia Cleveland in questo momento è obiettivamente da pazzi.
Gli Orlando Magic escono da una serie contro Boston che gli ha dato la conferma di essere una grande squadra ed una delle potenze dell’Est per i prossimi anni, ma i punti di domanda che si lascia dietro sono numerosi. Tutte le vittorie che i Celtics hanno portato a casa sono state partite ampiamente alla portata dei Magic, capaci di portare a gara-7 una serie che in linea teorica poteva finire 4 a 0 senza possibilità di replica. Va bene che la ‘mistica’ di Boston è un cliente difficile con cui negoziare, ma una squadra che aspira legittimamente al titolo non può lasciare per strada ben tre partite a degli avversari palesemente inferiori nel momento in cui si sono affrontate le due squadre. Inoltre, sia la solidità mentale che la compattezza del gruppo sono opinabili: nei momenti importanti, solo un grande Turkoglu ha creato per sé e per i compagni, togliendo le castagne dal fuoco per tutti, ed anche durante la serie sono uscite dichiarazioni di Howard contro il proprio tecnico, una cosa che non vorresti mai veder fare dal tuo franchise player, specialmente durante i playoff. Se la serie si giocasse solamente sulla testa, queste due squadre non apparterrebbero nemmeno alla stessa Lega, ma ci sono dei motivi tattici e dei precedenti che fanno sperare in una serie più lunga delle quattro canoniche partite dei Cavs di quest’anno.
Nei tre precedenti incontri in stagione tra le due squadre, i Magic hanno vinto i due incontri giocati alla Amway Arena, dimostrando che i Cavaliers soffrono terribilmente i tiratori dei Magic, non solo per quello che possono produrre in proprio, ma anche per gli spazi in area che provocano con la loro pericolosità da fuori, spazi in cui Howard e Gortat possono sguazzare a piacimento. Difficilmente però Coach Mike Brown non avrà studiato delle contromisure da attuare già in gara-1, ed ancor più difficilmente non verranno trovate delle contromisure nel corso di un’intera serie – magari studiando ciò che i Celtics hanno architettato e riutilizzandoli per una difesa ancora migliore come quella di Cleveland.
La possibilità che Orlando potrebbe avere per girare la serie si concretizzerà, purtroppo per loro, solamente tra un paio di anni: il gioco in post di Howard non è neanche lontanamente adeguato ad una finale di Conference e per i lunghi dei Cavs non rappresenta ancora un pericolo tale da doverlo raddoppiare su ogni singolo possesso, bloccando le rotazioni ed i tiri facili su cui vivono i tiratori dei Magic. Per la squadra di Stan Van Gundy svolgeranno come sempre un ruolo fondamentale le due ali, Lewis e Turkoglu, in particolare il primo, perché con la sua versatilità può portare fuori dalla ‘zona delle operazioni’ il 4 avversario, che sia Varejao o Smith, togliendo un giocatore importante in area per la difesa Cavs. Dei quattro esterni dei Magic (Alston, Redick, Lee e Pietrus), Delonte West prenderà il più pericoloso in base a come si evolverà di volta in volta la partita, ed è in questi casi che sarebbe tornata utilissima una presenza come quella di Jameer Nelson, che avrebbe potuto creare molte più preoccupazioni ai Cavs di quanto ‘Skip To My Lue’ o Redick possano fare.
In fare difensiva, i Magic avranno ovviamente il problema di limitare LeBron: è probabile che si vedranno molti periodi della partita con Pietrus su di lui, con alcuni sprazzi di Turkoglu e Lewis, ma non sono tanto gli uomini da opporre, quanto la strategia da utilizzare quello che interessa a Van Gundy. L’unica remota possibilità è quella di far diventare LeBron solamente un tiratore, togliendogli sia le penetrazioni in area che i passaggi smarcanti verso i compagni (specialmente Mo Williams). È di fondamentale importanza tenere anche lontano dai falli Howard: la sua presenza in area è troppo importante per rischiare di averlo caricato di falli nell’ultimo quarto, quando presumibilmente LeBron attaccherà furiosamente il canestro per vincere la partita. Il resto della squadra dovrà stare attentissima ad aiutare su LeBron e chiudere immediatamente sui tiratori non appena la palla lascerà le mani del Prescelto, andando anche fortissimo a rimbalzo, visto che i Cavs hanno dei lunghi particolarmente propensi al rimbalzo offensivo come Ilgauskas e Varejao.
Williams/ Gibson – Alston/ Johnson/ (+ Lee per Williams)
West/ Pavlovic – Redick/ Lee
James/ Szcerbiak – Turkoglu/ Pietrus
Varejao/ Smith – Lewis/ Battie
Ilgauskas/ Wallace – Howard/ Gortat
Concludendo, delle considerazioni sul possibile sviluppo della serie: i Magic sono un’ottima squadra da trasferta, come hanno dimostrato vincendo in gara-7 al Boston Garden, ma andare a vincerne una alla Quiken Loans Arena quest’anno sembra una missione impossibile per chiunque nella Lega, e anche se ci riuscissero non è così semplice contenere LeBron in casa propria, viste le prestazioni del 23 al Philips Arena di Atlanta, che è ritenuto uno degli stadi più caldi della NBA. Comunque, se i Cavs riescono a tenere basse le percentuali degli avversari, specialmente da tre, è difficile che possano perdere questa serie. Speriamo solamente non in quattro partite.
