PLAYOFF 09: ORLANDO - PHILADELPHIA
Inviato: 17/04/2009, 19:50
PLAYOFF 09: ORLANDO – PHILADELPHIA
Serie strana questa, e potenzialmente anche con risultato a sorpresa: Orlando approccia questo primo turno in condizioni di forma generale non ottimali e con due pedine chiave alle prese con problemi fisici, ovvero Hedo Turkoglu e la sua caviglia e Rashard Lewis con il suo ginocchio. Dall’altro lato, neanche i Sixers sono in formissima, dopo aver preso 6 delle ultime 7 gare ed aver ritrovato Thaddeus Young solo per l’ultima scampagnata alla corte di LeBron.
Gli Orlando Magic, in un certo periodo dell’anno, sembravano una più che concreta contender per il titolo: fuori casa sono una squadra fortissima, capace anche di tirare meglio di quanto faccia in casa (dato stranissimo tra l’altro), mentre in casa hanno un po’ faticato ed è questo il motivo per cui non sono riusciti a strappare il secondo posto ai Celtics. La stagione, in ogni caso, è da considerarsi ottima, non fosse altro per i miglioramenti nel gioco in post di Superman Howard: ora possiede dei movimenti base che, per quanto a volte scolastici e prevedibili, uniti a quelle doti atletiche risultano comunque efficaci. Ci vorranno probabilmente ancora tre anni prima di vedere un Howard in grado di spostare definitivamente con il suo gioco in post e di portare i suoi a giocarsi un titolo, sia per una questione di tecnica individuale, sia (se non soprattutto) per una questione di testa, visto che anche il suo coach lo critica per l’atteggiamento un po’ farfallone che tiene durante allenamenti e partita. Al di là della minaccia Howard in mezzo, comunque, l’arma principale dei Magic rimane il tiro da tre, specialità in cui sono ai primi posti della NBA e di cui fanno un uso direi scientifico. La combinazione inside-out dei Magic rimane, se beccano una serata normale al tiro, indifendibile per tutti, perché la pioggia di triple che riescono ad innescare non può essere fermata, tantomeno se c’è Superman là sotto a chiamare raddoppi e prendere 13 rimbalzi a partita (di cui 4.3 offensivi…).
La forza della squadra risiede, viene da dire purtroppo per loro, nei due acciaccati di questa sfida: Turkoglu e Lewis, secondo me, rendono potenzialmente implacabili la truppa di Van Gundy, visto che saranno anche due doppioni, ma proprio per questo fatto creano ogni volta un matchup favorevole contro l’avversario diretto, che sia un 3 troppo piccolo o un 4 troppo lento, senza subire troppo nella metà campo difensiva. Se riuscissero a ritrovare la forma dei mesi di Febbraio e Marzo, con i Celtics senza Garnett, potrebbero già quest’anno andare a scontrarsi con LeBron per vincere la Eastern Conference (con un discreto volo di fantasia, certo!).
I Philadelphia 76ers, nonostante l’anno passato, sono ritornati con il gruppo che riuscì a strappare due partite delle prime tre ai Pistons di Billups e Wallace. Elton Brand, l’acquisizione dal mercato dei free agent di quest’estate, non è andato benissimo e vedrà i propri compagni in borghese a causa di un infortunio alla spalla: per questo i Sixers si ripropongono con il gruppo giovane ed atletico capace di correre e difendere forte. La vera rivelazione della stagione, in contumacia Brand, si chiama Thaddeus Young, ala interessantissima da Georgia Tech, che quest’anno ha viaggiato a 15.3 punti di media, ma con abbondanti scollinate sopra i venti negli ultimi mesi, ed ha mostrato un gioco fronte e spalle a canestro davvero su cui poter lavorare, oltre ad un fisico ed un atletismo debordante. Se Young sembra un All-Star scritto nelle stelle, la vera star della squadra, Andrè Iguodala, anche quest’anno non è riuscita ad unirsi alle altre stelle per il ritrovo annuale dell’All-Star Weekend, facendo nascere un po’ di perplessità: 18.8 punti a partita ed il 37^ posto nella classifica marcatori non è quello che ti aspetteresti dalla tua prima punta offensiva, e la leadership sembra passare di mano ad Andrè Miller rispetto che a lui. Probabilmente il ruolo da prima punta non è quello che più gli si addice, mentre da terza punta atletica e più difensiva potrebbe anche starci in una squadra che punta al titolo. Ma si fa di necessità virtù, e quindi il nostro buon Igu deve sapersi adattare anche a questa condizione.
Tattica: la serie sembra non avere storie: i Magic hanno molte più armi per portare a casa almeno 4 partite anche in tempi stretti, pur con i due infortunati di cui sopra. I Sixers, dal canto loro, devono assolutamente correre più che possono ad ogni singolo possesso. Purtroppo per loro, però, sembra che siano capaci di fare solo questo: non appena i ritmi si abbassano e si deve ragionare a metà campo, non sembrano avere le doti necessarie per battere l’avversario, specialmente se questo avversario ha in area una presenza ingombrante come quella di Howard. Con il pitturato accuratamente da aggirare ed anche molto al largo, i Sixers dovrebbero affidarsi dai tiri dalla distanza, in cui però decisamente non eccellono (ultimi nella Lega per percentuale da tre con 31.8%) e rimangono con le sole armi del tiro dalla media ed il matchup in post di Miller contro Alston. Un po’ poco per sperare di sconfiggere Superman & Friends.
Matchup: Chiavi della serie da giocare vicino a canestro: Lewis potrà soffrire contro Young, specie se il miglior tiratore della lega per triple segnate non sarà in condizioni ottimali, mentre Dalembert e Ratliff avranno le mani pienissime per contenere Howard, specialmente a rimbalzo. Interessante il duello in guardia tra giocatori giovani ed atletici come i vari Courtney Lee (splendida pescata di Otis Smith) e Pietrus contro Iguodala, Green e Williams.
Alston / Johnson – Miller
Lee / Pietrus /Redick – Green / Williams
Turkoglu – Iguodala
Lewis / Battie – Young / Evans / Speights
Howard / Gortat – Dalembert / Ratliff
Serie parzialmente aperta solo per le condizioni delle due ali dei Magic, che comunque non dovrebbero faticare troppo per vincere le quattro partite che servono per andare contro i Celtics.
Serie strana questa, e potenzialmente anche con risultato a sorpresa: Orlando approccia questo primo turno in condizioni di forma generale non ottimali e con due pedine chiave alle prese con problemi fisici, ovvero Hedo Turkoglu e la sua caviglia e Rashard Lewis con il suo ginocchio. Dall’altro lato, neanche i Sixers sono in formissima, dopo aver preso 6 delle ultime 7 gare ed aver ritrovato Thaddeus Young solo per l’ultima scampagnata alla corte di LeBron.
Gli Orlando Magic, in un certo periodo dell’anno, sembravano una più che concreta contender per il titolo: fuori casa sono una squadra fortissima, capace anche di tirare meglio di quanto faccia in casa (dato stranissimo tra l’altro), mentre in casa hanno un po’ faticato ed è questo il motivo per cui non sono riusciti a strappare il secondo posto ai Celtics. La stagione, in ogni caso, è da considerarsi ottima, non fosse altro per i miglioramenti nel gioco in post di Superman Howard: ora possiede dei movimenti base che, per quanto a volte scolastici e prevedibili, uniti a quelle doti atletiche risultano comunque efficaci. Ci vorranno probabilmente ancora tre anni prima di vedere un Howard in grado di spostare definitivamente con il suo gioco in post e di portare i suoi a giocarsi un titolo, sia per una questione di tecnica individuale, sia (se non soprattutto) per una questione di testa, visto che anche il suo coach lo critica per l’atteggiamento un po’ farfallone che tiene durante allenamenti e partita. Al di là della minaccia Howard in mezzo, comunque, l’arma principale dei Magic rimane il tiro da tre, specialità in cui sono ai primi posti della NBA e di cui fanno un uso direi scientifico. La combinazione inside-out dei Magic rimane, se beccano una serata normale al tiro, indifendibile per tutti, perché la pioggia di triple che riescono ad innescare non può essere fermata, tantomeno se c’è Superman là sotto a chiamare raddoppi e prendere 13 rimbalzi a partita (di cui 4.3 offensivi…).
La forza della squadra risiede, viene da dire purtroppo per loro, nei due acciaccati di questa sfida: Turkoglu e Lewis, secondo me, rendono potenzialmente implacabili la truppa di Van Gundy, visto che saranno anche due doppioni, ma proprio per questo fatto creano ogni volta un matchup favorevole contro l’avversario diretto, che sia un 3 troppo piccolo o un 4 troppo lento, senza subire troppo nella metà campo difensiva. Se riuscissero a ritrovare la forma dei mesi di Febbraio e Marzo, con i Celtics senza Garnett, potrebbero già quest’anno andare a scontrarsi con LeBron per vincere la Eastern Conference (con un discreto volo di fantasia, certo!).
I Philadelphia 76ers, nonostante l’anno passato, sono ritornati con il gruppo che riuscì a strappare due partite delle prime tre ai Pistons di Billups e Wallace. Elton Brand, l’acquisizione dal mercato dei free agent di quest’estate, non è andato benissimo e vedrà i propri compagni in borghese a causa di un infortunio alla spalla: per questo i Sixers si ripropongono con il gruppo giovane ed atletico capace di correre e difendere forte. La vera rivelazione della stagione, in contumacia Brand, si chiama Thaddeus Young, ala interessantissima da Georgia Tech, che quest’anno ha viaggiato a 15.3 punti di media, ma con abbondanti scollinate sopra i venti negli ultimi mesi, ed ha mostrato un gioco fronte e spalle a canestro davvero su cui poter lavorare, oltre ad un fisico ed un atletismo debordante. Se Young sembra un All-Star scritto nelle stelle, la vera star della squadra, Andrè Iguodala, anche quest’anno non è riuscita ad unirsi alle altre stelle per il ritrovo annuale dell’All-Star Weekend, facendo nascere un po’ di perplessità: 18.8 punti a partita ed il 37^ posto nella classifica marcatori non è quello che ti aspetteresti dalla tua prima punta offensiva, e la leadership sembra passare di mano ad Andrè Miller rispetto che a lui. Probabilmente il ruolo da prima punta non è quello che più gli si addice, mentre da terza punta atletica e più difensiva potrebbe anche starci in una squadra che punta al titolo. Ma si fa di necessità virtù, e quindi il nostro buon Igu deve sapersi adattare anche a questa condizione.
Tattica: la serie sembra non avere storie: i Magic hanno molte più armi per portare a casa almeno 4 partite anche in tempi stretti, pur con i due infortunati di cui sopra. I Sixers, dal canto loro, devono assolutamente correre più che possono ad ogni singolo possesso. Purtroppo per loro, però, sembra che siano capaci di fare solo questo: non appena i ritmi si abbassano e si deve ragionare a metà campo, non sembrano avere le doti necessarie per battere l’avversario, specialmente se questo avversario ha in area una presenza ingombrante come quella di Howard. Con il pitturato accuratamente da aggirare ed anche molto al largo, i Sixers dovrebbero affidarsi dai tiri dalla distanza, in cui però decisamente non eccellono (ultimi nella Lega per percentuale da tre con 31.8%) e rimangono con le sole armi del tiro dalla media ed il matchup in post di Miller contro Alston. Un po’ poco per sperare di sconfiggere Superman & Friends.
Matchup: Chiavi della serie da giocare vicino a canestro: Lewis potrà soffrire contro Young, specie se il miglior tiratore della lega per triple segnate non sarà in condizioni ottimali, mentre Dalembert e Ratliff avranno le mani pienissime per contenere Howard, specialmente a rimbalzo. Interessante il duello in guardia tra giocatori giovani ed atletici come i vari Courtney Lee (splendida pescata di Otis Smith) e Pietrus contro Iguodala, Green e Williams.
Alston / Johnson – Miller
Lee / Pietrus /Redick – Green / Williams
Turkoglu – Iguodala
Lewis / Battie – Young / Evans / Speights
Howard / Gortat – Dalembert / Ratliff
Serie parzialmente aperta solo per le condizioni delle due ali dei Magic, che comunque non dovrebbero faticare troppo per vincere le quattro partite che servono per andare contro i Celtics.
