PLAYOFF 09: SAN ANTONIO - DALLAS
Inviato: 17/04/2009, 1:18
PLAYOFF 09 : SAN ANTONIO – DALLAS
“Ancora tu… ma non dovevamo vederci più?”
Saranno probabilmente queste le parole che si scambieranno i giocatori più rappresentativi delle due squadre, che sono rivali da molto tempo e frequentatrici abituali dei salotti buoni della Western Conference. La serie più bella che hanno giocato è sicuramente quella del 2006, decisa in gara-7 all’overtime con i Mavericks vincenti grazie ad un grande Stackhouse ed un fallo fuori da ogni logica di Manu Ginobili con gli Spurs a +2. El Narizon non ci sarà quest’anno, così come Dr. Jerryl, ma la rivalità tra questi team piuttosto anzianotti è viva e vegeta, anche se nessuna delle due può ambire al titolo con decisione. Una di quelle serie, secondo me, che vengono gustate solamente se ci sono Tranquillo e Buffa al commento.
San Antonio ha giocato la solita discreta stagione che li ha condotti ai playoff con un buonissimo terzo posto (pari merito con Denver e Portland a .659) ma con un Ginobili in meno, che risulterà molto probabilmente decisivo per le ambizioni degli Spurs. In ogni caso, il front office guidato da R.C. Buford quest’anno ha tirato fuori dal cilindro un coniglio chiamato Roger Mason, importantissimo per quel lavoro oscuro negli angoli fondamentale per il gioco offensivo degli speroni: avere un tiratore così affidabile e decisivo aiuta e non poco il lavoro di Parker e Duncan, che a maggior ragione senza il nativo di Bahia Blanca dovranno darsi ancora più da fare in attacco rispetto agli ultimi anni. Il discorso sugli Spurs comincia però a diventare ripetitivo: sono vecchi, logori, ogni anno sempre più in difficoltà e sempre evitati nei pronostici di inizio anno. Poi arriva la lunga trasferta per il Rodeo, trovano una certa chimica ed una rotazione congeniale a Popovich, guadagnano il vantaggio del campo al primo turno, diventano ostici per tutti, specialmente per i giovincelli tipo gli Hornets dello scorso anno, e nessuno riesce mai a sbatterli fuori. Inoltre, questo è un anno dispari, dove loro dal 2003 portano a casa l’argenteria pregiata, e Dallas e l’eventuale Denver/NOH non sembrano essere ostacoli insuperabili a prescindere come potrebbero essere i Lakers… Stiamo attenti ragazzi, anche senza Manu questi rischiano di arrivare in Finale di Conference anche quest’anno che sembravano morti…
I Dallas Mavericks hanno lottato per la maggior parte della stagione prima contro i propri limiti interni, poi contro i Phoenix Suns per l’ottavo posto, ed infine hanno trovato una discreta continuità che li ha issati al sesto posto finale. Tutto sommato rimangono una buona squadra, ma sicuramente non ritroveranno in fretta i fasti del 2006 con questo gruppo capitanato da Nowitzki, per quanto quest’anno il tedesco abbia fatto registrare un ottimo 25.6 + 8.40 in punti e rimbalzi. Questa idea penso che stia balenando in testa anche a Mark Cuban, che quest’anno si libera dei 20 e passa che il contratto di Kidd chiama e che, se dovesse uscire male da questi playoff, potrebbe anche decidere di far partire il biondone ed Howard (per quest’ultimo, in realtà, ci ha provato per mesi…) e ricominciare tutto da capo con un altro gruppo. Uno che non sembra potersene andare, anche se avrebbe molto mercato, è Jason Terry, probabile sesto uomo dell’anno grazie ai suoi 19.6 punti di media, ed elemento chiave per la risalita dei Mavs fino al sesto posto. I limiti della squadra, forse mentali ancor prima che tecnici, sono di un Kidd che ormai è un buco difensivamente e non rende in attacco quanto ci si aspettava al momento dello scambio con Devin Harris; un Howard che rimane un giocatore splendido fino a metà del terzo quarto, per poi costantemente sparire; ed un Nowitzki che, mi duole dirlo visto che sono un suo grande ammiratore, non ha e non ha avuto le palle per portare questa squadra al titolo. Il futuro appare incerto, vediamo cosa riescono a tirare fuori da questa stagione.
Tatticamente, le due squadre presentano dei giocatori che sono di difficile contenimento l’una per l’altra: Nowitzki e Duncan, ad esempio, possono regolarmente abusare dei rispettivi marcatori senza molte storie, e non è detto che non lo facciano anche vicendevolmente, visto che se il tedesco porta fuori dall’area il caraibico, sono dei discreti danni, mentre se Duncan prende posizione in post contro WunderDirk, sono danni simili se non peggiori. La serie, comunque, pende decisamente per San Antonio in un settore chiave, che è quello del playmaking: Kidd per fermare Parker può ricorrere solamente alla carabina, visto quanto soffre i giocatori veloci ed abili a buttarsi nel traffico verso il canestro. E se Parker batte la prima linea avversaria con facilità, sono dolori per tutti, visto che può concludere per conto suo, innescare i tiratori sul perimetro o dare palla in banca a TD. Solo uno spostamento di Terry potrebbe arginare un minimo il francese, ma non è detto che basti, visto che neanche The Jet è un difensore degno di questo nome.
Gli accoppiamenti nella serie vedranno opporsi:
Parker/Hill contro Kidd/Terry/Barea
Mason contro Wright/Terry
Finley/Bowen/Udoka contro Howard
Duncan/Gooden/Bowen contro Nowitzki/Bass
Thomas/Bonner contro Dampier/Singleton
La serie, come sempre accade tra queste due squadre, può comunque risultare godibile, ma il contenuto spettacolare in senso americano è da ricercare decisamente da altre parti. Qui c’è tecnica, c’è tattica, c’è difesa, ma le schiacciate lasciamole a Orlando-Philadelphia, che è meglio!
“Ancora tu… ma non dovevamo vederci più?”
Saranno probabilmente queste le parole che si scambieranno i giocatori più rappresentativi delle due squadre, che sono rivali da molto tempo e frequentatrici abituali dei salotti buoni della Western Conference. La serie più bella che hanno giocato è sicuramente quella del 2006, decisa in gara-7 all’overtime con i Mavericks vincenti grazie ad un grande Stackhouse ed un fallo fuori da ogni logica di Manu Ginobili con gli Spurs a +2. El Narizon non ci sarà quest’anno, così come Dr. Jerryl, ma la rivalità tra questi team piuttosto anzianotti è viva e vegeta, anche se nessuna delle due può ambire al titolo con decisione. Una di quelle serie, secondo me, che vengono gustate solamente se ci sono Tranquillo e Buffa al commento.
San Antonio ha giocato la solita discreta stagione che li ha condotti ai playoff con un buonissimo terzo posto (pari merito con Denver e Portland a .659) ma con un Ginobili in meno, che risulterà molto probabilmente decisivo per le ambizioni degli Spurs. In ogni caso, il front office guidato da R.C. Buford quest’anno ha tirato fuori dal cilindro un coniglio chiamato Roger Mason, importantissimo per quel lavoro oscuro negli angoli fondamentale per il gioco offensivo degli speroni: avere un tiratore così affidabile e decisivo aiuta e non poco il lavoro di Parker e Duncan, che a maggior ragione senza il nativo di Bahia Blanca dovranno darsi ancora più da fare in attacco rispetto agli ultimi anni. Il discorso sugli Spurs comincia però a diventare ripetitivo: sono vecchi, logori, ogni anno sempre più in difficoltà e sempre evitati nei pronostici di inizio anno. Poi arriva la lunga trasferta per il Rodeo, trovano una certa chimica ed una rotazione congeniale a Popovich, guadagnano il vantaggio del campo al primo turno, diventano ostici per tutti, specialmente per i giovincelli tipo gli Hornets dello scorso anno, e nessuno riesce mai a sbatterli fuori. Inoltre, questo è un anno dispari, dove loro dal 2003 portano a casa l’argenteria pregiata, e Dallas e l’eventuale Denver/NOH non sembrano essere ostacoli insuperabili a prescindere come potrebbero essere i Lakers… Stiamo attenti ragazzi, anche senza Manu questi rischiano di arrivare in Finale di Conference anche quest’anno che sembravano morti…
I Dallas Mavericks hanno lottato per la maggior parte della stagione prima contro i propri limiti interni, poi contro i Phoenix Suns per l’ottavo posto, ed infine hanno trovato una discreta continuità che li ha issati al sesto posto finale. Tutto sommato rimangono una buona squadra, ma sicuramente non ritroveranno in fretta i fasti del 2006 con questo gruppo capitanato da Nowitzki, per quanto quest’anno il tedesco abbia fatto registrare un ottimo 25.6 + 8.40 in punti e rimbalzi. Questa idea penso che stia balenando in testa anche a Mark Cuban, che quest’anno si libera dei 20 e passa che il contratto di Kidd chiama e che, se dovesse uscire male da questi playoff, potrebbe anche decidere di far partire il biondone ed Howard (per quest’ultimo, in realtà, ci ha provato per mesi…) e ricominciare tutto da capo con un altro gruppo. Uno che non sembra potersene andare, anche se avrebbe molto mercato, è Jason Terry, probabile sesto uomo dell’anno grazie ai suoi 19.6 punti di media, ed elemento chiave per la risalita dei Mavs fino al sesto posto. I limiti della squadra, forse mentali ancor prima che tecnici, sono di un Kidd che ormai è un buco difensivamente e non rende in attacco quanto ci si aspettava al momento dello scambio con Devin Harris; un Howard che rimane un giocatore splendido fino a metà del terzo quarto, per poi costantemente sparire; ed un Nowitzki che, mi duole dirlo visto che sono un suo grande ammiratore, non ha e non ha avuto le palle per portare questa squadra al titolo. Il futuro appare incerto, vediamo cosa riescono a tirare fuori da questa stagione.
Tatticamente, le due squadre presentano dei giocatori che sono di difficile contenimento l’una per l’altra: Nowitzki e Duncan, ad esempio, possono regolarmente abusare dei rispettivi marcatori senza molte storie, e non è detto che non lo facciano anche vicendevolmente, visto che se il tedesco porta fuori dall’area il caraibico, sono dei discreti danni, mentre se Duncan prende posizione in post contro WunderDirk, sono danni simili se non peggiori. La serie, comunque, pende decisamente per San Antonio in un settore chiave, che è quello del playmaking: Kidd per fermare Parker può ricorrere solamente alla carabina, visto quanto soffre i giocatori veloci ed abili a buttarsi nel traffico verso il canestro. E se Parker batte la prima linea avversaria con facilità, sono dolori per tutti, visto che può concludere per conto suo, innescare i tiratori sul perimetro o dare palla in banca a TD. Solo uno spostamento di Terry potrebbe arginare un minimo il francese, ma non è detto che basti, visto che neanche The Jet è un difensore degno di questo nome.
Gli accoppiamenti nella serie vedranno opporsi:
Parker/Hill contro Kidd/Terry/Barea
Mason contro Wright/Terry
Finley/Bowen/Udoka contro Howard
Duncan/Gooden/Bowen contro Nowitzki/Bass
Thomas/Bonner contro Dampier/Singleton
La serie, come sempre accade tra queste due squadre, può comunque risultare godibile, ma il contenuto spettacolare in senso americano è da ricercare decisamente da altre parti. Qui c’è tecnica, c’è tattica, c’è difesa, ma le schiacciate lasciamole a Orlando-Philadelphia, che è meglio!