Fausto, più democristiano di Patatino

Ti piace o no, il Mago in gialloviola?

Fammi sentire, voglio capire.
Il paragone calcio-NBA, al solito, non regge.
Come è noto, i Lakers hanno più delle altre solo il nome da offrire, non soldi per acquistare giocatori o offire contrattoni a proprio piacimento. E non è con il nome e basta, che i gialloviola - mio personale pronostico - riusciranno ad evitare di vivere un periodo buio, simile a quello di 3-4 anni ad inizio anni '90.
L'anno prossimo le chance per il titolo sono prossime allo zero e l'era post Bryant è dietro l'angolo. Ora che c'è anche Nash, il Mago avrebbe garanzie tecniche prossime allo zero, in termini di minuti e tiri.
Dopo tanta fatica per costruirsi un ruolo, un nome, una prospettiva in Canada, dove l'anno prossimo, e negli anni avvenire, ha una situazione ed un ambiente ottimali, sarebbe gettare tutto alle ortiche e ricominciare.
Ed in nome di che cosa?
Della casacca? Della storia? Del curriculum?
Di lodi estatiche rivolte a italiani che vestivano "maglie prestigiose" poi finiti a tirare dall'angolo ed infine spediti tra le montagne rocciose, ne ho sentite fin troppe. Ricordo ben poco di glorioso di quell'epica esperienza.
Mille volte meglio Casey, il Canada, la leadership.
L'impresa cui è chiamato con i Raps è affascinante più di qualsiasi altra opportunità gli si possa presentare. Nulla di più reale di questo si può pensare, se si mantiene il contatto con la realtà e non si fanno voli pindarici con la fantasia.