Toronto Raptors: Stagione 2013/2014
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Re: Toronto Raptors: Stagione 2010/2011
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Re: Toronto Raptors: Stagione 2010/2011
Gabbo ha scritto:Come si fa a non amarlo?^^
Amando il gioco del basket, ad esempio

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Re: Toronto Raptors: Stagione 2010/2011
Bhè io mi riferivo alla persona ovviamente 

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Re: Toronto Raptors: Stagione 2010/2011
Gabbo ha scritto:"I felt like I played like a little girl against Chicago. This game I wanted to bounce back against Dwight."
- Reggie Evans, on his 17-rebound performance
Come si fa a non amarlo?^^
ma ha preso 17 rimbalzi? evidentemente non aveva concorrenza....
17/06/2014
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Re: Toronto Raptors: Stagione 2010/2011
Ronco88 ha scritto:Gabbo ha scritto:Come si fa a non amarlo?^^
Amando il gioco del basket, ad esempio



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Re: Toronto Raptors: Stagione 2010/2011
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Re: Toronto Raptors: Stagione 2010/2011
Ronco88 ha scritto:Gabbo ha scritto:Come si fa a non amarlo?^^
Amando il gioco del basket, ad esempio
Post del mese!

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Re: Toronto Raptors: Stagione 2010/2011
Owned by Ronco
, torno a postare facendo notare l'ottima prestazione di Valanciunas contro la Serbia.
Più il lockout avanza, più la scelta dei Raps pare adeguata...vedremo alla prova del 9 in America

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Re: Toronto Raptors: Stagione 2010/2011
4 quarto.. 80-95.. mai stati in partita.
0-7 senza Bargnani; ottimo così.
Che squadra di soffiatrici di minestrina...
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Re: Toronto Raptors: Stagione 2010/2011
Per certi versi perdere è sempre stato il destino dell’unica squadra non statunitense della Lega, proveniente da una città, Toronto, e da un Paese, il Canada, che non ha mai avuto (e non ha tuttora) un grande feeling col mondo della palla a spicchi, e che preferisce alle luci dello “spettacolo NBA” tipicamente americane una partita a hockey piuttosto che a lacrosse.
I Raptors di quest’anno si sono presentati ai blocchi di partenza mantenendo sostanzialmente inalterato il roster che era arrivato a vincere appena 22 partite nel 2010/11, il cosiddetto “Anno 1 dopo la partenza di Bosh”, e il copione pare sia rimasto lo stesso: sono troppi i punti interrogativi che dirigenza e allenatore si portano dietro da anni senza dare l’impressione di poter risolvere. O per lo meno interpretare, anche al di là dei numeri che spesso non raccontano quello che poi si vede sul campo.
Andrea Bargnani è probabilmente il più grosso quesito irrisolto della NBA, sia perché, non dimentichiamocelo, il ragazzo è stato prima scelta assoluta al draft nel 2006, ma anche e soprattutto perché non si era letteralmente mai visto un giocatore del genere, nel senso che nemmeno Dirk Nowitzki ha o aveva un modo di giocare così radicalmente lontano da quello che sarebbe sulla carta il suo ruolo in campo.
Bargnani è una guardia finita nel corpo di un centro, ed è il suo punto di forza e il suo limite. Il Mago, pur essendo a volte assolutamente poetico nella metà campo offensiva, rimane quantomeno rivedibile in difesa sia in situazioni di uno contro uno sia in aiuto dal lato debole, e soprattutto è nullo a rimbalzo (specialmente in attacco anche perché staziona stabilmente a 4-5-6 metri dal ferro), piuttosto restio ai contatti in area (che gli potrebbero dare punti facili dalla lunetta) e nemmeno lontanamente vicino al poter impersonare un ruolo da leader anche in una squadra non esattamente sotto pressione come i Raptors, causa una personalità piuttosto timida che viene spesso presa di mira dai critici. E’ di uno come lui che ha bisogno questa squadra? L’impressione sinceramente non è questa.
Un altro enigma rimane Ed Davis, tredicesima scelta al draft nel 2010, che dopo un anno da rookie molto positivo (in particolare nell’ultimo mese e mezzo di RS) era atteso alla stagione della definitiva consacrazione, anche perché sulla carta decisamente ben compatibile, come gioco e attitudini, proprio ad Andrea: mancino con un range di tiro molto ridotto, rimbalzista, lottatore nonostante un fisico non scultoreo, uomo d’area.
Invece è sparito letteralmente dalla ribalta prendendosi meno minuti in campo di Amir Johnson, giocatore a cui voglio un gran bene ma che rimane decisamente limitato tecnicamente su entrambi i lati del campo nonostante resti un esempio per la grinta che mette sul parquet e il costante lavoro sporco a servizio della squadra.
Senza il Mago, tormentato dagli infortuni al polpaccio sinistro (i tempi di recupero sono ancora incerti e questa non è naturalmente una notizia molto incoraggiante), nei panni del trascinatore (specialmente in attacco) si è calato Josè Calderon, che si sta confermando come una delle point guard più complete della Lega per visione di gioco (quasi 9 assist a partita in questa squadra sono da premio Oscar) e capacità di andare personalmente a depositare la palla nel cesto (i 30 contro i Lakers sono un caso piuttosto isolato ma il tiro da fuori è sempre affidabile e spesso sottovalutato).
In questo momento uno dei pochi che stanno salvando la faccia, insieme a un DeMar DeRozan che sta lentamente crescendo sia come personalità (anche se soffre ancora troppo i contatti in area) sia come arsenale di opzioni offensive grazie a un jumper credibile e a un migliorato rilascio del pallone.
E’ innegabile che gli infortuni di Bargnani abbiano segnato anzitempo le speranze di playoff (illusorie ma fino a un certo punto in una Eastern Conference sempre molto incerta e sorprendente quando si parla dalla quinta posizione in giù), ma se in molte squadre con record perdenti pare essere in atto un progetto futuribile e basato su buoni presupposti questo non si può assolutamente dire per la franchigia canadese.
La predilezione di Colangelo per i giocatori europei (Bargnani, Calderon, Kleiza, addirittura negli anni passati anche Garbajosa, Turkoglu e innumerevoli altri) si è confermata con la scelta al draft 2011 di Valanciunas, ragazzo con un potenziale immenso ma, come per tutti quelli che arrivano dal sistema Eurolega, grande incognita. L’ennesima grande incognita, insomma.
Lo spazio salariale per firmare giocatori importanti ci sarebbe ma davvero in pochi oggi come oggi accetterebbero di finire in quella che probabilmente è la squadra con il più basso “sex appeal” del mondo professionistico americano in assoluto.
Il fatto è che una ricostruzione credibile, se non ti chiami Lakers o Celtics (o Heat, a quanto pare) la devi basare sul draft più che sul mercato (in questo sono stati magistrali i Thunder) e poi sviluppare con un coach in grado di guidare un processo di maturazione di squadra ma anche individuale: Dwane Casey potrebbe in quest’ottica essere una scelta intelligente.
L’ex assistant coach di Dallas potrebbe garantire quella stabilità necessaria allo sviluppo di un progetto che per quanto difficile da scorgere dovrà essere portato avanti con decisione e continuità: Casey quest’anno oltre a pagare gli infortuni di Bargnani e di Jerryd Bayless (SG sottodimensionata ma mina vagante dalla panchina) sta trovando difficoltà a trovare un quintetto che non parta con il freno a mano tirato come successo in molte delle ultime uscite dei Raptors, condizionati a volte anche pesantemente dai parziali del primo quarto.
Per concludere, l’impressione è che ai Raptors serva disperatamente almeno un altro realizzatore affidabile, preferibilmente un’ala piccola, ruolo davvero poco coperto dalle rotazioni, oltre che un lungo atletico in grado di prendere i rimbalzi che non prende Bargnani e un sistema difensivo collettivo migliorato. Ma se, alla fine, Colangelo fosse un po’ stufo del Mago?
da playitusa.it
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Re: Toronto Raptors: Stagione 2010/2011
Articolo di una sufficienza senza eguali.
La parte su Bargnani è oltre i limiti dell'illeggibile.
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Re: Toronto Raptors: Stagione 2010/2011
Charles ha scritto:La parte su Bargnani è oltre i limiti dell'illeggibile.
Ronco

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Re: Toronto Raptors: Stagione 2010/2011
In questo momento uno dei pochi che stanno salvando la faccia, insieme a un DeMar DeRozan che sta lentamente crescendo sia come personalità (anche se soffre ancora troppo i contatti in area) sia come arsenale di opzioni offensive grazie a un jumper credibile e a un migliorato rilascio del pallone.
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Re: Toronto Raptors: Stagione 2010/2011
Soprattutto "uno dei pochi che STANNO"
L'italiano, questo sconosciuto.
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Re: Toronto Raptors: Stagione 2010/2011
gianluigi83 ha scritto:In questo momento uno dei pochi che stanno salvando la faccia, insieme a un DeMar DeRozan che sta lentamente crescendo sia come personalità (anche se soffre ancora troppo i contatti in area) sia come arsenale di opzioni offensive grazie a un jumper credibile e a un migliorato rilascio del pallone.
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Eh sì...pensavo di aver letto il peggio nella parte della Mago, ma dopo aver letto questa su Derozzo...

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