Stagione 2007/2008 di Gallinari @Milano e Draft NBA
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Re: Stagione 2007-2008
"In da hood non ne esci vivo" (cit.)
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Re: Stagione 2007-2008
ma non potrebbe anche farsi draftare e, come fernandez, raggiungere l'NBA il prossimo anno?
Out here in the fields
I fight for my meals
I get my back into my living
I don't need to fight
To prove I'm right
I don't need to be forgiven
Don't cry
Don't raise your eye
It's only teenage wasteland
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Re: Stagione 2007-2008
paolo, non ti quoto perchè il posto si allungherebbe molto ma è ovvio che sia d'accordo con te (mi riferisco alla tua risposta al mio msg)...
Purtroppo l'NBA è poco obiettiva verso gli europei...soprattutto per scarsa conoscenza, rispetto a quanto sono scoutati e valutati i collegiali/liceali...poi ovviamente anche l'NBA è come il resto del mondo e le conoscenze aiutano....i vari Rose, Beasley, Mayo etc le vacanze degli anni passati non le passavano a milano marittima ma magari giocado in pick up games ne campus del college locale in cui è facile che giocassero anche vari giocatori NBA di passaggio o in visita alle famiglie nella zona...sono sicuro che Mayo o Rose una partitella con LBJ o Melo la hanno fatte in qualche contesto...e magari tornando alla loro franchigia possono aver raccontato di una volta in cui il xover di Rose li ha lasiati sul posto o di un canestro da 9 metri di mayo...
UNa cosa furtba che dovrebbe fare Danilo è il pre-draft camp...ma a quanto pare penso che sia piùinteressato a workouts privati e siccome a lui pare interessare relativamente il numero di pick non è detto che faccia male...ma nei workout privati non ci si confronta con pari-classe nè con giocatori NBA...
Detto questo...alcuni pregiudizi del mondo NBA verso l'eurobasket hanno anche il fondamento dato da alcuni giocatori dominanti in europa e mai adattatisi al gioco NBA...da Volkov a Jasikevicius...
Purtroppo l'NBA è poco obiettiva verso gli europei...soprattutto per scarsa conoscenza, rispetto a quanto sono scoutati e valutati i collegiali/liceali...poi ovviamente anche l'NBA è come il resto del mondo e le conoscenze aiutano....i vari Rose, Beasley, Mayo etc le vacanze degli anni passati non le passavano a milano marittima ma magari giocado in pick up games ne campus del college locale in cui è facile che giocassero anche vari giocatori NBA di passaggio o in visita alle famiglie nella zona...sono sicuro che Mayo o Rose una partitella con LBJ o Melo la hanno fatte in qualche contesto...e magari tornando alla loro franchigia possono aver raccontato di una volta in cui il xover di Rose li ha lasiati sul posto o di un canestro da 9 metri di mayo...
UNa cosa furtba che dovrebbe fare Danilo è il pre-draft camp...ma a quanto pare penso che sia piùinteressato a workouts privati e siccome a lui pare interessare relativamente il numero di pick non è detto che faccia male...ma nei workout privati non ci si confronta con pari-classe nè con giocatori NBA...
Detto questo...alcuni pregiudizi del mondo NBA verso l'eurobasket hanno anche il fondamento dato da alcuni giocatori dominanti in europa e mai adattatisi al gioco NBA...da Volkov a Jasikevicius...
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Re: Stagione 2007-2008
"Si parla della possibilità che New York ceda a Toronto la scelta n.6 per T.J. Ford. Per Gallo sarebbe un’altra destinazione ideale."
da http://www.gazzetta.it
1) Il giornalista non capisce un cazzo.
2)
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"cecchè dicesse degubertin nello sport si gioca per vincere"
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Re: Stagione 2007-2008
...Duncan è arrivato per la consueta stoppata minimalista-chic... (F. Buffa)
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Re: Stagione 2007-2008
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Re: Stagione 2007-2008
Molte cose condivisibili, su alcune affermazioni invece mi pongo qualche domanda:
1) Gallinari clearly has an immature temper
2) When he penetrates into the lane and gets bodied, he begins to put his head down and crouching low, which hurts his vision and takes away the advantages of his length. Gallinari also loses his balance at these points and will take outright horrible shots anticipating being bailed out by a foul call.
2) when he gets bodied he becomes extremely turnover and travel prone
Queste proprio non le condivido nemmeno di striscio (o comunque solo in piccolissima parte). L'articolo IMO sottolinea troppo poco il suo IQ cestistico, il talento, la capacità che ha di prendere contatti e portare a casa falli, la sua maturità (sia tecnica che mentale) che per l'età che ha è assolutamente fuori dal comune.
Condivido invece appieno alcune cose tra cui in primis la parte sul movimento senza palla, uno degli aspetti in cui deve migliorare maggiormente.
Ho letto anche qualche altro prospetto e la sensazione comunque è un po' sempre la stessa: quando parlano di un giocatore europeo, c'è una evidentissima tendenza a trovare difetti un po' dappertutto e a sottostimare i pregi rispetto a quanto succede con i giocatori che arrivano dal college.
1) Gallinari clearly has an immature temper
2) When he penetrates into the lane and gets bodied, he begins to put his head down and crouching low, which hurts his vision and takes away the advantages of his length. Gallinari also loses his balance at these points and will take outright horrible shots anticipating being bailed out by a foul call.
2) when he gets bodied he becomes extremely turnover and travel prone
Queste proprio non le condivido nemmeno di striscio (o comunque solo in piccolissima parte). L'articolo IMO sottolinea troppo poco il suo IQ cestistico, il talento, la capacità che ha di prendere contatti e portare a casa falli, la sua maturità (sia tecnica che mentale) che per l'età che ha è assolutamente fuori dal comune.
Condivido invece appieno alcune cose tra cui in primis la parte sul movimento senza palla, uno degli aspetti in cui deve migliorare maggiormente.
Ho letto anche qualche altro prospetto e la sensazione comunque è un po' sempre la stessa: quando parlano di un giocatore europeo, c'è una evidentissima tendenza a trovare difetti un po' dappertutto e a sottostimare i pregi rispetto a quanto succede con i giocatori che arrivano dal college.
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Re: Stagione 2007-2008
D'Antoni: «Se posso vi rubo Gallinari»
05/06/2008 09:07
«Rilancio New York, la porto al titolo, poi magari torno a vivere da voi»
- Corriere della Sera -
Il primo giorno di scuola è un bel macello: una casa da trovare («Diavolo che prezzi... ». Ma dai, Mike, con 6 milioni di dollari a stagione...), volti da conoscere, un orizzonte da fissare a nord di New York, dove i Knicks di basket hanno campo d'allenamento e uffici, in comune con i cugini dell'hockey e del baseball. Chi lavora per le squadre «pro» di New York, vive qui, in un «nulla» affogato nel verde. Manhattan è a un'ora di auto e ci si va giusto per le partite al Madison. Mike D'Antoni è appena giunto da Phoenix, con baracca e burattini. Dopo le ottime stagioni e il «quasi trionfo» in Arizona alla guida dei Suns, cercherà di svegliare la bella addormentata del basket e di addentare la Grande Mela, che da 35 anni, avvelena chi la morsica.
Mike D'Antoni è alla Sfida della carriera?
«Non più di quelle affrontate a Milano e a Treviso. O a Phoenix».
Bill Bradley e Mike D'Antoni: tra l'Olimpia e New York c'è un filo che passa attraverso due simboli del basket di Milano?
«È vero. Ma non conosco Bradley di persona, spero di farlo presto, mi gaserebbe».
Si sarebbe mai immaginato di arrivare così in alto?
«La Nba nemmeno la sognavo ».
La cucina di casa, la mamma che riceve Ethel Kennedy durante la campagna elettorale di Jfk, le riunioni di famiglia davanti al tavolo da pranzo: è vero che molto della sua vita si è deciso lì?
«Sì, la mamma era un'attivista. La sua vivacità è stata contagiosa ».
D'Antoni, dunque, è di fede democratica.
«Non posso sbilanciarmi, sennò i repubblicani di New York mi ammazzano. E poi a Phoenix avevo a fianco McCain, che veniva a vederci».
Citiamo suo fratello Dan: «C'è chi ama guardare le montagne e chi preferisce scalarle: Mike le scala» .
«Ci sta, rende l'idea».
La sua forza è divertirsi a fare il contrario di quanto fanno gli altri.
«Non è voluto, non mi sento fenomeno. Ma per principio non accetto le cose senza ragionarci sopra».
Lei ha un merito: non etichetta mai un giocatore.
«Sì, è la lezione imparata dal basket europeo. Ha usato proprio me: in America ero considerato un realizzatore scarso, a Milano sono diventato il miglior marcatore di ogni epoca dell'Olimpia».
I Knicks hanno vinto appena 23 partite: come si fa a non sudare freddo?
«Basterà vincerne... 24. No, la paura viene dopo. Noi abbiamo più talento di quel che sembra, lo scoverò. Però ripassate a dicembre, magari mi vorranno sparare addosso... ».
Phoenix un'incompiuta?
«No. Abbiamo giocato bene, mi sono tolto delle soddisfazioni.
Dicevano che non saremmo durati. Ho smentito tutti, anche se è mancato l'ultimo tassello: il titolo Nba.
Finalmente i detrattori hanno trovato qualcosa che dà loro ragione. Forse, vincere lì non era possibile ».
Ai Suns soffierà Steve Nash, il suo allenatore in campo? A New York gioca con amici in una squadretta di calcio...
«Così Steve starà un po' con noi e un po' con loro? (risata). Comunque, è impossibile: Nash rimane dov'è ».
Tra un anno prenderà LeBron James: è vero?
«Non parlo di giocatori sotto contratto» (ma la smorfia sotto i baffi fa capire tutto).
Allora confessi: nel draft sceglierà Gallinari.
«Vittorio? Troppo vecchio. E poi non segna mai...».
Ma no, il figlio: Danilo.
«Se ha il cervello e il cuore del padre, certo che potrei prenderlo. Ha classe ed è uno dei sei-sette giocatori che stiamo valutando: Danilo sarà scelto tra i primi dieci e noi saremo i sesti a chiamare...».
L'italianità di D'Antoni si è smarrita?
«Per nulla. Semplicemente non ho tempo di pensarci. Ma sono in debito con l'Italia: mi ha cambiato, non potrò mai allontanarmi da essa; un giorno magari torno a viverci».
Lo sa che Giorgio Armani sta comperando l'Olimpia?
«Ho sentito. Meno male, almeno ci si vestirà bene...».
Prima dei Knicks, però, arriveranno i Giochi.
«Farò di nuovo il vice. A Pechino portiamo sia James sia Bryant, il meglio del meglio. Ma non sarà facile».
Quanto pensa che la lasceranno respirare a New York?
«Due o tre partite non me le leva nessuno».
E se le tireranno le pietre?
«Dopo che hai giocato a Livorno, non temi più nulla ».
Crede davvero al titolo Nba?
«Non ora. Sarà nostro entro quattro anni».
Flavio Vanetti
05/06/2008 09:07
«Rilancio New York, la porto al titolo, poi magari torno a vivere da voi»
- Corriere della Sera -
Il primo giorno di scuola è un bel macello: una casa da trovare («Diavolo che prezzi... ». Ma dai, Mike, con 6 milioni di dollari a stagione...), volti da conoscere, un orizzonte da fissare a nord di New York, dove i Knicks di basket hanno campo d'allenamento e uffici, in comune con i cugini dell'hockey e del baseball. Chi lavora per le squadre «pro» di New York, vive qui, in un «nulla» affogato nel verde. Manhattan è a un'ora di auto e ci si va giusto per le partite al Madison. Mike D'Antoni è appena giunto da Phoenix, con baracca e burattini. Dopo le ottime stagioni e il «quasi trionfo» in Arizona alla guida dei Suns, cercherà di svegliare la bella addormentata del basket e di addentare la Grande Mela, che da 35 anni, avvelena chi la morsica.
Mike D'Antoni è alla Sfida della carriera?
«Non più di quelle affrontate a Milano e a Treviso. O a Phoenix».
Bill Bradley e Mike D'Antoni: tra l'Olimpia e New York c'è un filo che passa attraverso due simboli del basket di Milano?
«È vero. Ma non conosco Bradley di persona, spero di farlo presto, mi gaserebbe».
Si sarebbe mai immaginato di arrivare così in alto?
«La Nba nemmeno la sognavo ».
La cucina di casa, la mamma che riceve Ethel Kennedy durante la campagna elettorale di Jfk, le riunioni di famiglia davanti al tavolo da pranzo: è vero che molto della sua vita si è deciso lì?
«Sì, la mamma era un'attivista. La sua vivacità è stata contagiosa ».
D'Antoni, dunque, è di fede democratica.
«Non posso sbilanciarmi, sennò i repubblicani di New York mi ammazzano. E poi a Phoenix avevo a fianco McCain, che veniva a vederci».
Citiamo suo fratello Dan: «C'è chi ama guardare le montagne e chi preferisce scalarle: Mike le scala» .
«Ci sta, rende l'idea».
La sua forza è divertirsi a fare il contrario di quanto fanno gli altri.
«Non è voluto, non mi sento fenomeno. Ma per principio non accetto le cose senza ragionarci sopra».
Lei ha un merito: non etichetta mai un giocatore.
«Sì, è la lezione imparata dal basket europeo. Ha usato proprio me: in America ero considerato un realizzatore scarso, a Milano sono diventato il miglior marcatore di ogni epoca dell'Olimpia».
I Knicks hanno vinto appena 23 partite: come si fa a non sudare freddo?
«Basterà vincerne... 24. No, la paura viene dopo. Noi abbiamo più talento di quel che sembra, lo scoverò. Però ripassate a dicembre, magari mi vorranno sparare addosso... ».
Phoenix un'incompiuta?
«No. Abbiamo giocato bene, mi sono tolto delle soddisfazioni.
Dicevano che non saremmo durati. Ho smentito tutti, anche se è mancato l'ultimo tassello: il titolo Nba.
Finalmente i detrattori hanno trovato qualcosa che dà loro ragione. Forse, vincere lì non era possibile ».
Ai Suns soffierà Steve Nash, il suo allenatore in campo? A New York gioca con amici in una squadretta di calcio...
«Così Steve starà un po' con noi e un po' con loro? (risata). Comunque, è impossibile: Nash rimane dov'è ».
Tra un anno prenderà LeBron James: è vero?
«Non parlo di giocatori sotto contratto» (ma la smorfia sotto i baffi fa capire tutto).
Allora confessi: nel draft sceglierà Gallinari.
«Vittorio? Troppo vecchio. E poi non segna mai...».
Ma no, il figlio: Danilo.
«Se ha il cervello e il cuore del padre, certo che potrei prenderlo. Ha classe ed è uno dei sei-sette giocatori che stiamo valutando: Danilo sarà scelto tra i primi dieci e noi saremo i sesti a chiamare...».
L'italianità di D'Antoni si è smarrita?
«Per nulla. Semplicemente non ho tempo di pensarci. Ma sono in debito con l'Italia: mi ha cambiato, non potrò mai allontanarmi da essa; un giorno magari torno a viverci».
Lo sa che Giorgio Armani sta comperando l'Olimpia?
«Ho sentito. Meno male, almeno ci si vestirà bene...».
Prima dei Knicks, però, arriveranno i Giochi.
«Farò di nuovo il vice. A Pechino portiamo sia James sia Bryant, il meglio del meglio. Ma non sarà facile».
Quanto pensa che la lasceranno respirare a New York?
«Due o tre partite non me le leva nessuno».
E se le tireranno le pietre?
«Dopo che hai giocato a Livorno, non temi più nulla ».
Crede davvero al titolo Nba?
«Non ora. Sarà nostro entro quattro anni».
Flavio Vanetti
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