Andrea, come è nata l’idea di questo camp?
“Dalla voglia di stare insieme con questi ragazzi, che sono tutti miei grandi tifosi. Col tempo mi è venuta sempre più voglia di stare a contatto con loro. E poi credo sia il momento giusto per farlo: sono 4 anni che gioco in America e so di essere un esempio per tanti. Penso sia divertente per tutti loro la possibilità di stare con me”.
Tra poco inizia l’avventura con la Nazionale.
“Veniamo da 2 estati negative, quindi dobbiamo fare tutto per rendere questa una bella estate. Dobbiamo qualificarci per gli europei e riportare un po’ di entusiasmo a tutto il movimento. Il punto di forza deve essere la squadra. Negli anni passati abbiamo fatto male anche con me e Belinelli, che siamo due ottimi giocatori, e tutti hanno capito che il talento da solo non basta. E comunque nel gruppo di talento ce n’è tanto: non solo io e Marco, ma anche Mancinelli, Poeta, Aradori. Dobbiamo imparare a giocare come una squadra, che è quello che ci è mancato negli anni precedenti”.
Che impatto avrà il nuovo c.t. Simone Pianigiani?
“Ancora non lo so, ma lui è un allenatore fortissimo, sono curioso anch’io di vedere quali cambiamenti apporterà. Di sicuro dobbiamo qualificarci per l’Europeo”.
Per Toronto è un’estate turbolenta, dall’attesa per il free agent Chris Bosh a Hedo Turkoglu che vuole andarsene. Sei pronto eventualmente a diventare l’uomo immagine dei Raptors?
“In realtà non sto pensando molto a Toronto in questo momento. Fino alla finale è tutto fermo, non si possono fare trade né firmare free agent, quindi credo sia inutile fasciarsi la testa. Vedremo come andranno le cose. Certo, la decisione di Bosh sarà la prima cosa: in base a quello che sceglierà Chris, Bryan Colangelo e Maurizio Gherardini faranno le loro mosse”.
Ripensando alla stagione Nba, a cosa attribuisci il vostro calo e quali errori pensi dobbiate evitare per non ripeterli nella prossima stagione?
“I motivi sono stati diversi, a cominciare dall’infortunio di Bosh che è stato fuori per tre settimane tra febbraio e marzo, poi i problemi di ambientamento di Turkoglu che ci hanno tolto ritmo. Ma la colpa è stata soprattutto nostra: siamo stati poco concreti. Peccato, perché prima dell’All Star Game stavamo andando davvero forte”.
Lakers e Boston si giocano il titolo in gara-7: chi alzerà il trofeo giovedì notte?
“Punto sui Lakers, anche perché con l’infortunio di Kendrick Perkins Boston perde un uomo importantissimo per la sua difesa. Però è bello che si sia arrivati fino a gara-7: è la finale perfetta tra le due squadre più forti, e se la giocheranno in una partita secca”.
Tra i giovani italiani, chi è quello che potrebbe un giorno ambire a raggiungere te, Belinelli e Gallinari in Nba?
“Quello con più talento è sicuramente Pietro Aradori. E’ un giocatore completo, sa fare tutto e sa farlo bene. Ma proprio questo rischia di essere anche il suo difetto più grande: non eccelle in nessuna qualità. E avere un punto di forza è importante, soprattutto all’inizio”.
Si, immagino.