Sacripanti: «Gentile è già un adulto, altri hanno dimostrato di competere con tutti»
Un argento, un bronzo, più due semifinali: Pino Sacripanti non ha solo portato una giovanile azzurra in finale per l’oro dopo 17 anni. Dal 2006, gli Under 20 italiani li ha visti e allenati tutti (meno Belinelli e Gallinari...). Tecnico di serie A, sa cosa devono fare adesso i suoi giocatori per non essere inghiottiti dal professionismo. «Questo argento — dice — è il frutto di società che hanno lavorato bene nel settore giovanile con tecnici di valore. Se li crei, gli italiani giocano e possono competere contro tutti. Questi ragazzi l’hanno fatto». Dell’Italia d’argento, 5 giocavano in A, tre in Legadue, quattro in A dilettanti. A parte questi ultimi, solo Gentile ha giocato davvero, 21’ per partita. «Ho una teoria: invece di litigare sulle quote di italiani, bisognerebbe obbligare le squadre pro’ a investire il 10% del loro budget nel settore giovanile. E’ l’unicomodo per abbattere i costi: produrre più giocatori per pagarli di meno. Tutti questi ragazzi devono completare la maturazione e quindi giocare ma in situazioni che offrano loro possibilità di crescere. Proteggerli stile Wwf con le quote può danneggiarli e renderli solo prigionieri di contratti troppo onerosi. Così si perdono». Alessandro Gentile può diventare una stella assoluta. Milano riproverà a prenderlo subito. Le statistiche delle due gare per le medaglie (33% al tiro, 13 perse) dicono dove deve crescere. «Alessandro è l’unico che ha concluso il suo cammino nelle giovanili. E’ già adulto: deve solo incanalare sempre nel modo corretto la sua grande personalità». L’altra stellina, Melli, finita l’Under 20, è stato già chiamato dalla Nazionale A. «Nicolò ha troppe cose in testa, doveva fare l’ala grande, poi l’ala piccola ma rende di più da centro... Ha bisogno di selezionare tra la tanta roba che ha immagazinato e scremare, in unsistema che gli faccia capire bene cosa fare per migliorare anche vicino a canestro o a rimbalzo». Moraschini ha già dimostrato di essere uno vero per la serie A, ma quel tiro lo limiterà... «Vero, ma non deve pensare che se tira meglio è a posto. Ha tante caratteristiche da giocatore di alto livello che deve sviluppare e fare con continuità in ogni azione della sua partita. Poi sviluppare il tiro». De Nicolao, piccolo, velocissimo, torna a Treviso da Castelletto: futuro? «Può diventare un buon giocatore di serieAperché lavora tanto, è intelligente, migliora giorno dopo giorno le letture. La taglia lo penalizza nella visuale di certi passaggi e deve avere un tiro più costante, ma in difesa sta con tutti, è un atleta». Polonara, di Teramo, può fare l’ala forte ad alto livello? «Perché no, ha un’energia strepitosa, è un atleta che faccio fatica a ricordare in Italia, migliora sempre. Ha giocato bene contro Mirotic, quindi può affrontare chiunque». Gli altri più pronti? «Michele Vitali, della Virtus, conosce la pallacanestro. E’ solido, difende, ha qualità che ogni allenatore cerca anche in A. Credo nelle possibilità di Santiangeli già mostrate in Legadue alla fine dello scorso campionato a Jesi. Ha taglia e talento. Cervi di Reggio Emilia ha bisogno di maturare ancora fisicamente, è un 2.12 ma ha le qualità per diventare un pivot.
Pino ha detto 2 cose sacrosante, lo quote sono una cazzata immane e Melli deve scegliere un ruolo definitivamente(per me ha futuro solo come 4 rimbalzista).