Cosa serve al basket italiano per tornare fra i grandi?

Dopo la delusione del Preolimpico di Torino, il prossimo obiettivo è Eurobasket 2017.
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motoraptor
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Re: QUALIFICAZIONI EUROPEI 2009

Messaggioda motoraptor » 19/08/2009, 23:28

ernie ball ha scritto:Tutti gli sport, in Italia, hanno un problema di fondo: gli organismi politici (federazioni, CONI, leghe), l'esistenza di alcuni dei quali nel mondo dello sport professionistico contemporaneo è un anacronismo puramente ideologico, controllano lo sport in modo feudale, sprecano risorse e condannano lo sport italiano all'immobilità. Lo sport italiano, come sistema, è indietro di 30 anni rispetto al resto del mondo civilizzato. Il risultato è che i talenti emergono per puro caso e la maggior parte delle potenzialità viene dissipata.

In un contesto come questo, in cui i giovani non vengono coltivati, creare una regola protezionistica per i giocatori italiani non sarebbe una soluzione. I giocatori devono emergere perchè più bravi degli altri. Si tratta semplicemente di fare in modo che molti giovani italiani possano competere, invece che smettere di giocare o disperdersi in serie minori e finire a fare gli impiegati.


Hai perfettamente ragione.

Se non sei nato nei vivai delle grosse societa' e la tua e' una piccola societa', hai poche e non selezionate occasioni di metterti in mostra per essere incluso nei programmi federali e solo qualche piccola speranza in piu' che tu sia preso da qualche "grande".

Potrebbe essere il caso di rendere piu' facili gli scambi di giocatori tra societa' giovanili, premiando in modo duraturo le societa' di partenza del giocatore valido (uno stimolo a lasciare andare il giocatore bravo).

Il problema e' che il giocatore bravo puo' anche venire segnalato dalla propria societa', ma poi non e' detto che riesca ad entrare nei progetti tipo ATG dato che per ogni regione si scelgono un numero limitato di ragazzi, selezionandoli come buoi al mercato (li misurano, gli fanno fare quattro movimenti, giocano una partitella, tutto qui: magari un ragazzo e' timido, o influenzato o, come capitato, si sloga un caviglia e -puff- l'occasione svanisce).
E' anche possibile che qualche ragazzo esploda tardi e venga ignorato solo perche' ha perso il treno della sua annata, vi pare logico?

Dico, se per una annata ci sono 100 ragazzi validi nel Lazio, non vedo perche' portarne avanti solo i 24 piu' futuribili (in base a valutazioni personali dei coach), dobbiamo riuscire a portarli avanti tutti e 100, almeno per qualche anno, organizzando un campionato con questi ragazzi: poi magari dopo qualche anno sara' la selezione naturale a dirci la verita'... ma non possiamo tagliare via il 70/80% per far si che a livello di nazionale/regionale si faccia bella figura.

Deve essere la federazione a creare le condizioni giuste: una base di giocatori validi piu' ampia fara' anche da calmiere per gli ingaggi e le societa', non appena vedranno il risparmio, inizieranno ad investire nel progetto. Effetto volano, spero.
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Re: Cosa serve al basket italiano per tornare fra i grandi?

Messaggioda motoraptor » 19/08/2009, 23:34

Gabbo ha scritto:Sull'esposizione mediatica.
Mah, prima c'era un partita al sabato, più le finali di campionato
Poi un tempo solo e mi pare le finali
ORa si accettano i soldi per l'esclusiva di Sky, visto che Rai e Mediaset non ne danno e credo rappresenti l'unico ossigeno per la lega.
Difficilssimo uscirne senza investitori esterni


Vero, ma cosa e' peggio: essere senza soldi o essere senza esposizione mediatica?

Estremizzo e penso che se la sqadretta del mio paese avesse anche solo una 10na di minuti di esposizione su una tv locale, riusciremmo a trovare una valanga di sponsor locali.
:?
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Re: Cosa serve al basket italiano per tornare fra i grandi?

Messaggioda mighty » 20/08/2009, 8:12

parlando di esposizione mediatica...scusate ma a chi interessa una partita tra teramo e avellino? bisogna ripartire dalle metropoli e dalle piazze storiche.
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Re: Cosa serve al basket italiano per tornare fra i grandi?

Messaggioda raf » 20/08/2009, 9:46

:lol:

Immagine

e vai con la Serie Padana Tpm :lol:
"gli uomini passano, le idee restano, restano le loro tensioni morali, e continueranno
a camminare sulle gambe di altri uomini" g.f.

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Re: Cosa serve al basket italiano per tornare fra i grandi?

Messaggioda Patavino » 20/08/2009, 9:59

Anche io sto giro son d'accordo con Mighty..

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Re: Cosa serve al basket italiano per tornare fra i grandi?

Messaggioda raf » 20/08/2009, 10:03

Patavino ha scritto:Anche io sto giro son d'accordo con Mighty..


sostegno pesante :lol:
"gli uomini passano, le idee restano, restano le loro tensioni morali, e continueranno
a camminare sulle gambe di altri uomini" g.f.

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Re: Cosa serve al basket italiano per tornare fra i grandi?

Messaggioda motoraptor » 20/08/2009, 14:11

mighty ha scritto:parlando di esposizione mediatica...scusate ma a chi interessa una partita tra teramo e avellino? bisogna ripartire dalle metropoli e dalle piazze storiche.


Oggi una partita tra Teramo e Avellino richiama piu' spettatori di quella tra Roma e Avellino...

Se quello che intendi è: con i soldi a disposizione dobbiamo ottenere il massimo possibile, allora sono daccordo.

Senza pregiudizi, pero'. La storia delle piazze puo' essere indicativa della grandezza del movimento che puo' creare, ma non si devono ignorare le situazioni piu' attuali e potenzialmente dal grande guadagno con piccolo investimento che piazze come Reggio, Cagliari o Teramo o Latina possono darti.

Insomma, no a grandi investimenti per grandi piazze con ritorni minimi, si a investimenti mirati dal grande ritorno per tutto il movimento. Ovviamente si a grandi investimenti, anche per grandi piazze, se il ritorno e' massimizzato.

Spero di essermi capito!
:wink:
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Re: Cosa serve al basket italiano per tornare fra i grandi?

Messaggioda Patavino » 20/08/2009, 14:39

raf ha scritto:
Patavino ha scritto:Anche io sto giro son d'accordo con Mighty..


sostegno pesante :lol:


libertà d'opinione...

sarà pesante il sostegno di uno che vuole Thiago Motta in nazionale..

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Re: Cosa serve al basket italiano per tornare fra i grandi?

Messaggioda mighty » 20/08/2009, 15:04

motoraptor ha scritto:
mighty ha scritto:parlando di esposizione mediatica...scusate ma a chi interessa una partita tra teramo e avellino? bisogna ripartire dalle metropoli e dalle piazze storiche.


Oggi una partita tra Teramo e Avellino richiama piu' spettatori di quella tra Roma e Avellino...

Se quello che intendi è: con i soldi a disposizione dobbiamo ottenere il massimo possibile, allora sono daccordo.

Senza pregiudizi, pero'. La storia delle piazze puo' essere indicativa della grandezza del movimento che puo' creare, ma non si devono ignorare le situazioni piu' attuali e potenzialmente dal grande guadagno con piccolo investimento che piazze come Reggio, Cagliari o Teramo o Latina possono darti.

Insomma, no a grandi investimenti per grandi piazze con ritorni minimi, si a investimenti mirati dal grande ritorno per tutto il movimento. Ovviamente si a grandi investimenti, anche per grandi piazze, se il ritorno e' massimizzato.

Spero di essermi capito!
:wink:


discorso che non fa una grinza dal punto di vista di chi deve investire.
ripeto che però non è l'ideale per lo sviluppo del movimento.
"In da hood non ne esci vivo" (cit.)

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Re: Cosa serve al basket italiano per tornare fra i grandi?

Messaggioda fagiu » 20/08/2009, 16:02

raf ha scritto::lol:

Immagine

e vai con la Serie Padana Tpm :lol:


Via il leone di S.Marco da quello schifo! :x

mighty ha scritto:
discorso che non fa una grinza dal punto di vista di chi deve investire.
ripeto che però non è l'ideale per lo sviluppo del movimento.


Già, per te lo "sviluppo" del movimento si favorisce meglio limitando ogni iniziativa seria a 6-7 città, sempre le solite, sempre le stesse. Pensa che crescita esponenziale :lol:

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Re: Cosa serve al basket italiano per tornare fra i grandi?

Messaggioda cippa lippa » 20/08/2009, 16:48

Fino a quando verrà indotta la popolazione ad interessarsi solo di formula uno e di calcio (di cui vengono trasmesse pure le amichevoli estive più becere), per gli altri sport ci saranno solo le briciole: mediatiche, economiche e di pubblico. Tutto il resto ne è una diretta conseguenza. Pochi soldi, poco pubblico, pochi giovani che lo praticano. Le conseguenze sono ovvie. Se ci aggiungiamo che le società puntano quasi tutto sugli stranieri (come sta accadendo anche nel volley), il decadimento della nazionale è sicuro.
Vorrei aggiungere che non aiuta di certo il tipo di gioco praticato in Italia. L'attenzione esagerata data alla fase difensiva, rende il gioco asfissiante, con poco spazio per lo spettacolo. Onestamente, guardare una partita del campionato italiano di basket non è che sia tutto questo divertimento.

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Re: Cosa serve al basket italiano per tornare fra i grandi?

Messaggioda magician » 21/08/2009, 11:34

aggiungerei che lo scarso spettacolo della A1 italiana è in gran parte determinato dall'inflazione di giocatori stranieri mediocri tecnicamente e nell'intelligenza di gioco, per la maggior parte mesterianti e marpioni del basket che hanno girato tutte le leghe minori americane quasi mai passando per la nba. Sono soluzioni di comodo per presidenti di club miopi che cercano risultati immediati che quasi mai ottengono, fregandosene di costruire un vivaio per la propria società e di coltivare giovani talenti italiani. Fanno eccezione da una parte il presidente del siena, che perlomeno gli stranieri li sceglie bene ( ma anche solo quelli purtroppo) mentre dall'altra parte al suo esordio nel basket Armani sembrava intenzionato a cercare di coltivare anche qualche giovane giocatore italiano promettente: l'anno passato a milano a giocare sfide con cska, real madrid e panatinaikos a mio avviso ha fatto bene a Vitali che ho trovato migliorato rispetto all'anno scorso. In un certo momento c'era anche l'intenzione di portare subito a milano Niccolò Melli ( con il senno del poi con quello che è successo al ragazzo forse sarebbe stato meglio per lui).
Per il resto, sì, il campionato di A2 dovrebbe essere per italiani under23 senza retrocessioni e promozioni, come una lega a sè stante: è l'unica soluzione. In ogni caso ora la palla passa ai presidenti di federazione e lega, saranno capaci di muovere i primi passi per fare uscire il basket italiano dal pantano?

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Re: Cosa serve al basket italiano per tornare fra i grandi?

Messaggioda Berserker » 21/08/2009, 15:12

Il discorso "da bauscia" di mighty non è completamente assurdo ma in fin dei conti non è che sia così essenziale, alla fine l'abbassamento del potenziale medio delle società ed il declino di molte piazze storiche è una conseguenza più che una causa.
Secondo me l'inizio della rovina è stata la demenziale gestione del movimento da molti anni a questa parte, (non so dire se perchè la politica ha imposto dei dirigenti incapaci come dice lui o incapaci lo sono stati tutti), forse solo la federtennis è riuscita ad avere una gestione peggiore in Italia.
Parlo soprattutto della vendita del prodotto basket, della scarsa visibilità che lo sport ha avuto per anni, della scarsa capacità da parte di dirigenti e manager tenersi al passo coi tempi.
Il risultato è che altre discipline (molte altre) sono diventate più appetibili per potenziali investimenti, ed ovviamente mancando da un lato il seguito di pubblico (e non parlo solo di chi và al palazzetto) e dall'altro i soldi, è naturale che emergano realtà di provincia in cui la concorrenza del calcio è minore, ed è per questo che la Pallacanestro Lago Maggiore fra 5 anni sarà Campione d'Italia :lol:
Per quanto riguarda il livello dei giocatori, una federazione con una base più ampia e solida potrebbe investire di più e meglio per sviluppare i giovani, l'imporre un numero minimo di italiani in A1 può essere utile, ma non risolutivo del problema

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Re: Cosa serve al basket italiano per tornare fra i grandi?

Messaggioda Jurking » 21/08/2009, 17:51

Intervengo in questa discussione perchè alla fine è quella che mi ha trascinato ad iscrivermi ed è quella che mi preme di più...

Come spesso accade, tutti quanti hanno detto qualcosa di giusto riguardo a cosa si potrebbe fare per uscire dalla crisi che il basket italiano sta vivendo da tempo. Mi soffermo quindi su alcuni aspetti da discutere.

_Questione Piazze. Il passatismo, per crescere nel futuro, non è mai una buona idea. Cantù, Varese, Milano, Bologna etc. etc. sono sì piazze che hanno dato praticamente tutto a questo sport, ma è anche vero che prima di dare tutto erano ai livelli di Avellino, Teramo e quelle di oggi. Non si diventa miniere d'oro di un movimento dall'oggi al domani, la differenza tra quelle piazze e quelle attuali, è che le prime erano valorizzate, le seconde no. Avellino e Teramo (due esempi, ma potenzialmente ogni altra città) possono dare al basket tanto quanto hanno dato le piazze storiche, se messe nella condizione di farlo, cosa che al momento non accade. La soluzione quindi non è invocare il passato a tutti i costi e sperare che magicamente le vecchie glorie si riaccendano, ma è provare a puntare su quei paesi e quelle città che al momento dimostrano di avere un certo entusiasmo. La chiave è proprio mantenere quell'entusiasmo ed evitare che si disperda, lo scopo della federazione dovrebbe essere questo...

_Vivai e Stranieri. La cosa mi tocca molto da vicino... Io gioco a calcio a 5 da parecchi anni, e sono entrato più volte in contatto con la realtà nazionale. L'Aosta Calcio a 5 sta dominando il panorama giovanile prendendo ragazzini dal Brasile e portandoli qui a fare solo ed esclusivamente calcetto tutto il giorno. Ci sono gli italiani di talento? Sì, ma non possono emergere perchè non possono allenarsi tutti i giorni se vogliono trovarsi un lavoro, studiare e tutto il resto. Quest'anno si è deciso di dare alle squadre di C1 come la mia l'obbligo di convocare almeno 3 juniores italiani su 12, e indovinate un po'? Uno era il portiere di riserva, che logicamente non entra mai, e gli altri due gli stavano vicino sabato dopo sabato in panchina. Da noi per fortuna non succede, i ragazzini giocano eccome, la nostra società è spesso elogiata per il lavoro sui giovani, ma altrove non è così. E se si sale in serie B, in A2 e poi in A, giocatori italiani se ne trovano pochi (in B), pochissimi (in A2), ZERO (in A). Il calcio a 5 sta morendo, esattamente come il basket. E questo è per far capire che introdurre obblighi numerici di italiani e giovani non serve a nulla se non ci sono programmazione e controllo dietro... Ma si sa, noi italiani nei controlli siamo sempre piuttosto fantasiosi...

_Lega A2. Servirebbe bloccare promozioni e retrocessioni per farla diventare una sorta di lega giovanile? No. Il basket non ha un bacino di utenza sufficiente per formare delle squadre competitive con ragazzi sotto i 23 anni. A calcio possono giocare a tutti, ma nella pallacanestro c'è anche un certo tipo di requisito fisico, altrimenti tra qualche anno l'Italia sarà il paese delle guardie e dei playmaker (per la gioia di Don Nelson e della sua voglia irrefrenabile di gente che tiri da sessanta metri cadendo all'indietro con l'uomo davanti). Piuttosto il signor Meneghin dovrebbe mettere in pratica quanto disse tempo fa sul fatto che in Italia ci sono TROPPE squadre che non ci possiamo permettere di mantenere... Sia economicamente, perchè gli sponsor sono pochi, sia a livello competitivo: più squadre e meno talenti significa che nel quintetto base ci sono 2 giocatori discreti, 1 mediocre, 1 normale, 1 schiappa, e la panchina è abbastanza inguardabile.

_Esposizione Televisiva. Il problema è il calcio, ma non solo quello. Il problema è la mentalità tipicamente italiana di interessarsi a qualcosa solo quando ci fa sentire primi nel mondo, quando si vince. Guardate la pallavolo anni '90 quando dominava e trovate una partita di pallavolo in chiaro ora che vince. Guardate gli ascolti dei mondiali di atletica. Guardate la copertura televisiva che han dato ai mondiali di nuoto solo perchè "c'è la Pellegrini che fa er record". Sulla cultura secolare di un popolo non si può intervenire radicalmente, tutti gli sport al di fuori del calcio saranno destinati a vivere di periodi legati a talenti casuali... Si salva il nuoto, che più che la predisposizione fisica richiede l'allenamento duro e comunque di piscine è piena ogni regione, ma il Basket e la Pallavolo? Sugli altri sport meglio non intervenire, io ho lavorato al Palasport Olimpico nei Giochi Invernali e ho visto le due Nazionali Italiane di Hockey Ghiaccio di cui quella femminile era messa lì apposta perchè era obbligatoria e han fatto i provini stile Grande Fratello... Le cose non cambieranno mai, a meno di non cambiare la nostra cultura scolastica come si fa per esempio in Giappone, dove i club sono i motori dello sport. O come gli stessi States.

_Dirigenti, Allenatori e Procuratori. Ah, il nepotismo. Se io sono figlio d'arte, devo per forza avere la stessa arte di mio padre. E se non sono figlio d'arte basta che sono nipote d'arte, o amico d'arte, l'importante è che si faccia tutto tra amici. Fate un elenco di 10-15 allenatori italiani con le palle. Poi cercate altri 10-15 dirigenti. Se riuscite a fare un elenco completo e vi sentite soddisfatti, pensate poi alla percentuale che rappresentano nel frammentatissimo panorama del basket italiano... Sui procuratori poi è meglio non intervenire, è grazie a chi professa "tu pensa a giocare che i contratti li firmo io" che nascono personaggi aberranti come Totti e Gattuso, pagati profumatamente per pigliare a calci una palla e mai presi a calci quando sbagliano grammatica semplice.

Soluzione schematica a tutto ciò? Ridurre, ridistribuire, ripensare.
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Re: Cosa serve al basket italiano per tornare fra i grandi?

Messaggioda lol » 21/08/2009, 18:58

Jurking ha scritto:Intervengo in questa discussione perchè alla fine è quella che mi ha trascinato ad iscrivermi ed è quella che mi preme di più...

Come spesso accade, tutti quanti hanno detto qualcosa di giusto riguardo a cosa si potrebbe fare per uscire dalla crisi che il basket italiano sta vivendo da tempo. Mi soffermo quindi su alcuni aspetti da discutere.

_Questione Piazze. Il passatismo, per crescere nel futuro, non è mai una buona idea. Cantù, Varese, Milano, Bologna etc. etc. sono sì piazze che hanno dato praticamente tutto a questo sport, ma è anche vero che prima di dare tutto erano ai livelli di Avellino, Teramo e quelle di oggi. Non si diventa miniere d'oro di un movimento dall'oggi al domani, la differenza tra quelle piazze e quelle attuali, è che le prime erano valorizzate, le seconde no. Avellino e Teramo (due esempi, ma potenzialmente ogni altra città) possono dare al basket tanto quanto hanno dato le piazze storiche, se messe nella condizione di farlo, cosa che al momento non accade. La soluzione quindi non è invocare il passato a tutti i costi e sperare che magicamente le vecchie glorie si riaccendano, ma è provare a puntare su quei paesi e quelle città che al momento dimostrano di avere un certo entusiasmo. La chiave è proprio mantenere quell'entusiasmo ed evitare che si disperda, lo scopo della federazione dovrebbe essere questo...

_Vivai e Stranieri. La cosa mi tocca molto da vicino... Io gioco a calcio a 5 da parecchi anni, e sono entrato più volte in contatto con la realtà nazionale. L'Aosta Calcio a 5 sta dominando il panorama giovanile prendendo ragazzini dal Brasile e portandoli qui a fare solo ed esclusivamente calcetto tutto il giorno. Ci sono gli italiani di talento? Sì, ma non possono emergere perchè non possono allenarsi tutti i giorni se vogliono trovarsi un lavoro, studiare e tutto il resto. Quest'anno si è deciso di dare alle squadre di C1 come la mia l'obbligo di convocare almeno 3 juniores italiani su 12, e indovinate un po'? Uno era il portiere di riserva, che logicamente non entra mai, e gli altri due gli stavano vicino sabato dopo sabato in panchina. Da noi per fortuna non succede, i ragazzini giocano eccome, la nostra società è spesso elogiata per il lavoro sui giovani, ma altrove non è così. E se si sale in serie B, in A2 e poi in A, giocatori italiani se ne trovano pochi (in B), pochissimi (in A2), ZERO (in A). Il calcio a 5 sta morendo, esattamente come il basket. E questo è per far capire che introdurre obblighi numerici di italiani e giovani non serve a nulla se non ci sono programmazione e controllo dietro... Ma si sa, noi italiani nei controlli siamo sempre piuttosto fantasiosi...

_Lega A2. Servirebbe bloccare promozioni e retrocessioni per farla diventare una sorta di lega giovanile? No. Il basket non ha un bacino di utenza sufficiente per formare delle squadre competitive con ragazzi sotto i 23 anni. A calcio possono giocare a tutti, ma nella pallacanestro c'è anche un certo tipo di requisito fisico, altrimenti tra qualche anno l'Italia sarà il paese delle guardie e dei playmaker (per la gioia di Don Nelson e della sua voglia irrefrenabile di gente che tiri da sessanta metri cadendo all'indietro con l'uomo davanti). Piuttosto il signor Meneghin dovrebbe mettere in pratica quanto disse tempo fa sul fatto che in Italia ci sono TROPPE squadre che non ci possiamo permettere di mantenere... Sia economicamente, perchè gli sponsor sono pochi, sia a livello competitivo: più squadre e meno talenti significa che nel quintetto base ci sono 2 giocatori discreti, 1 mediocre, 1 normale, 1 schiappa, e la panchina è abbastanza inguardabile.

_Esposizione Televisiva. Il problema è il calcio, ma non solo quello. Il problema è la mentalità tipicamente italiana di interessarsi a qualcosa solo quando ci fa sentire primi nel mondo, quando si vince. Guardate la pallavolo anni '90 quando dominava e trovate una partita di pallavolo in chiaro ora che vince. Guardate gli ascolti dei mondiali di atletica. Guardate la copertura televisiva che han dato ai mondiali di nuoto solo perchè "c'è la Pellegrini che fa er record". Sulla cultura secolare di un popolo non si può intervenire radicalmente, tutti gli sport al di fuori del calcio saranno destinati a vivere di periodi legati a talenti casuali... Si salva il nuoto, che più che la predisposizione fisica richiede l'allenamento duro e comunque di piscine è piena ogni regione, ma il Basket e la Pallavolo? Sugli altri sport meglio non intervenire, io ho lavorato al Palasport Olimpico nei Giochi Invernali e ho visto le due Nazionali Italiane di Hockey Ghiaccio di cui quella femminile era messa lì apposta perchè era obbligatoria e han fatto i provini stile Grande Fratello... Le cose non cambieranno mai, a meno di non cambiare la nostra cultura scolastica come si fa per esempio in Giappone, dove i club sono i motori dello sport. O come gli stessi States.

_Dirigenti, Allenatori e Procuratori. Ah, il nepotismo. Se io sono figlio d'arte, devo per forza avere la stessa arte di mio padre. E se non sono figlio d'arte basta che sono nipote d'arte, o amico d'arte, l'importante è che si faccia tutto tra amici. Fate un elenco di 10-15 allenatori italiani con le palle. Poi cercate altri 10-15 dirigenti. Se riuscite a fare un elenco completo e vi sentite soddisfatti, pensate poi alla percentuale che rappresentano nel frammentatissimo panorama del basket italiano... Sui procuratori poi è meglio non intervenire, è grazie a chi professa "tu pensa a giocare che i contratti li firmo io" che nascono personaggi aberranti come Totti e Gattuso, pagati profumatamente per pigliare a calci una palla e mai presi a calci quando sbagliano grammatica semplice.

Soluzione schematica a tutto ciò? Ridurre, ridistribuire, ripensare.


Sono d'accordo con la tua analisi, ma non capisco quest'ultimo punto; perchè solo i calciatori o gli sportivi in generale (cui peraltro non serve la grammatica)? Se dovessimo prendere a calci tutti gli ignoranti il 70% degli italiani avrebbero il culo gonfio, politici compresi.


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